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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Pensioni: come lasciare prima il lavoro con gli scivoli

Le opzioni non mancano, entra in gioco sempre anche il datore di lavoro: ma c'è il rischio di un assegno più basso

Per il 2022 ci sono Quota 102, Opzione donna e altre via d'uscita dal lavoro per lavori usuranti e lavoratori precoci. Ma ci sono anche gli scivoli per andare in pensione "prima", che sono sostanzialmente tre. Tramite un'accordo fra azienda e sindacati si stabiliscono degli "scivoli" per mandare in pensione 5 anni prima il personale (che può aderire volontariamente) rispetto all'età della pensione di anzianità (67 anni), quindi a 62 anni. Attenzione però: andare in pensione con lo scivolo previsto dai contratti di espansione, ad esempio, rischia di comportare un taglio dell'assegno previdenziale fino a un quarto.

Con lo scivolo per la pensione, l'interessato può uscire dal lavoro in anticipo, beneficiando di un’indennità che lo accompagna sino alla maturazione dei requisiti per il pensionamento. Solitamente, il prepensionamento termina alla maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia ordinaria o anticipata ordinaria, ma può anche accompagnare il beneficiario sino al conseguimento di un altro trattamento. Per gli scivoli entra in gioco sempre anche il datore di lavoro.

Isopensione

L'isopensione permette di esodare i lavoratori cui mancano non più di sette anni dalla pensione di vecchiaia (almeno 67 anni di età e 20 di contributi) o da quella anticipata (42 anni e 10 mesi di contributi – un anno in meno per le donne). Per l’azienda è particolarmente onerosa perché comporta il pagamento di un assegno mensile, ossia l’isopensione, agli ex dipendenti e al contempo il versamento dei contributi previdenziali all’Inps per tutta la durata dello scivolo. Utilizzabile da imprese con più di quindici addetti.

Contratto di espansione

Con un piano di riorganizzazione, l’azienda può accompagnare verso la pensione i dipendenti distanti non più di cinque anni dal trattamento di vecchiaia o da quello anticipato. Nel primo caso l’impresa riconosce al lavoratore un’indenità mensile per tutto il periodo ma non versa i contributi previdenziali (perché il dipendente deve avere già il minimo di 20 anni); nel secondo caso versa anche i contributi, affinchè il lavoratore raggiunga il requisito necessario per il pensionamento. Ne consegue che chi va verso la pensione di vecchiaia perde fino a cinque anni di contributi, con effetti negativi sulla futura pensione (assegno tagliato...). E' utilizzabile da imprese con almeno cinquanta addetti, requisito che può essere raggiunto sommando i numeri di più imprese se aggregate stabilmente con unica finalità produttiva o di servizi.

Assegno straordinario

E poi c'è l'assegno straordinario, un accompagnamento alla pensione, di vecchiaia o anticipata, di durata fino a cinque anni ed erogabile dai fondi di solidarietà bilaterale, nei settori dove gli stessi sono operativi. Durante lo scivolo il datore versa i contributi previdenziali e i lavoratori ricevono un assegno mensile, il cui importo tiene conto sin da subito di tali versamenti, anche se ancora da effettuare. I singoli fondi possono prevedere incompatibilità, anche parziale, tra assegno straordinario e nuova eventuale attività lavorativa.

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