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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Pensioni, il "riscatto" piace sempre di più: a chi conviene la nuova formula

Il riscatto della laurea consiste nel convertire gli anni trascorsi all’università in anni utili per l’anzianità contributiva. Da quest'anno è più flessibile e soprattutto è scontato: in tanti ne stanno approfittando. Sul sito dell'Inps è disponibile il simulatore

Piace a tutti i lavoratori, a livello teorico. Ma nella pratica spesso ci sono ostacoli, perché ci vogliono parecchi soldi. Il riscatto della laurea consiste nel convertire gli anni trascorsi all’università in anni utili per l’anzianità contributiva che sommati a quelli di lavoro permettono di andare in pensione prima. Impossibile ottenere il riscatto se durante gli studi universitari è stata svolta un’attività lavorativa e se si è stati quindi già assicurati.

Pensioni, il riscatto della laurea "con lo sconto" adesso piace

Il riscatto della laurea "con lo sconto" adesso piace sul serio. Il nuovo sistema agevolato, entrato in vigore il 29 gennaio di quest'anno grazie all'articolo 20 del dl 4/2019, consente il riscatto fino a cinque anni, anche non continuativi, di contributi per la pensione. Al comma 6 è previsto il riscatto agevolato dei periodi contributivi del periodo di studi, pagando un onere ridotto (circa 5mila euro annui).

"In soli 4 mesi, da marzo a luglio, secondo i dati più aggiornati dell'Inps, le richieste -riporta oggi 'Il Messaggero'- sono state oltre 32mila, contro le circa 29mila totalizzate nell'intero 2018. La maggior parte arrivano dai lavoratori del privato (27.348), mentre quelle del settore pubblico si fermano a 5.149. L'incremento è stato forte soprattutto nei primi mesi di applicazione della misura: si passa infatti da 5.920 istanze a marzo, il mese in cui sono entrate a regime le nuove norme, a 7.020 in aprile fino alle 8.060 di maggio. A giugno si riscende a 6.267 e a luglio a 5.230".

In passato il riscatto della laurea era molto caro, bisognava "tirare fuori" migliaia di euro. Ora invece il riscatto è più flessibile, è il singolo contribuente a decidere quanti contributi versare all’Inps per far valere come lavorativi gli anni trascorsi studiando all'università. Naturalmente chi avrà versato contributi minori in futuro riceverà una pensione più bassa. Il riscatto della laurea è anche "scontato". Che cosa significa? Agli under 45 viene data la possibilità di portare in detrazione del 50 per cento il costo del riscatto degli anni di laurea, spalmandolo in più quote annuali per un lustro.

"Per le domande presentate nel corso del 2019 - spiega l’Inps - il costo per riscattare un anno di corso è pari a 5.239,74 euro". Una cifra che si riduce di parecchio grazie alle detrazioni. A chi conviene in concreto? Il riscatto della laurea può essere un'opzione da prendere al volo  soprattutto per chi ha uno stipendio netto mensile di 2.500 euro: può arrivare a risparmiare quasi il 70%. Ma anche per chi ha iniziato a lavorare e a versare contributi immediatamente dopo la laurea e ha come obiettivo principale andare in pensione il prima possibile.

Riscatto della laurea per la pensione: quali sono i requisiti

I requisiti necessari per il riscatto di laurea sono i seguenti:

  • aver conseguito il diploma di laurea o titoli equiparati;
  • i periodi per i quali si chiede il riscatto non devono essere coperti da contribuzione obbligatoria o figurativa o da riscatto non solo presso il fondo cui è diretta la domanda stessa ma anche negli altri regimi previdenziali richiamati dall’articolo 2, comma 1, decreto legislativo 184/1997;
  • essere titolari di contribuzione (almeno un contributo obbligatorio) nell'ordinamento pensionistico in cui viene richiesto il riscatto, salvo quanto previsto dalla legge 24 dicembre 2007, n. 247 per le domande presentate a decorrere dal 1° gennaio 2008.  

Sul Portale INPS è disponibile il simulatore del riscatto di laurea, attraverso il quale è possibile calcolare l’ammontare della somma da versare al fondo pensionistico di appartenenza per riscattare gli anni universitari. Grazie a questo strumento l’utente può valutare se valorizzare o meno il periodo del proprio corso di studi ai fini pensionistici.

Pensioni, Quota 100 non sarà cancellata

Nei colloqui che intercorreranno tra Giuseppe Conte e i partiti politici per stilare un programma di massima a cui si dovrebbe attenere il prossimo governo, si parlerà senz'altro anche di pensioni. Non è a rischio cancellazione immediata Quota 100, che insieme al reddito di cittadinanza è stata la misura simbolo della macchina comunicativa del governo dell'ultimo anno e mezzo, è infatti una misura presente nella Legge di Bilancio 2019.

Quota 100, adesso come adesso, resta operativa in via sperimentale fino al 2021: fino ad allora, salvo modifiche minime di determinati requisiti, l’uscita anticipata dal mondo del lavoro per tutti coloro che vanteranno almeno 38 anni di contributi con un’età anagrafica minima di 62 anni anche nei prossimi due anni. Va ricordato che le adesioni a Quota 100 sono di molto inferiori alle attese e il 2019 si dovrebbe concludere con circa 200mila pensionamenti. Quasi 100mila in meno rispetto alle previsioni dell'ormai ex governo.

Viene invece considerato da più parti possibile che la misura non venga poi rifinanziata a partire dal 2021 (quando le risorse stanziate saranno circa 8,6 miliardi di euro a cui si aggiungerebbero altri 2,4 miliardi di euro per le minori spese nel corso del 2020 - stando alle cifre stimate dall'Ufficio parlamentare di Bilancio).

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