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Venerdì, 29 Marzo 2024
La legge di bilancio

Pensioni e stipendi: chi ci guadagna con la manovra 2023 del governo Meloni

La legge di bilancio è passata al Senato senza modifiche rispetto al testo votato dalla Camera, in tempo per evitare l'esercizio provvisorio. Per chi è più conveniente?

Giovedì 29 dicembre il Senato ha approvato la legge di bilancio, la principale misura economica dell'anno che stabilisce come lo Stato italiano intende modificare la spesa pubblica nel 2023. La legge in questione è stata approvata senza alcuna modifica rispetto al testo votato dalla Camera il 23 dicembre scorso. Sia alla Camera che al Senato il governo aveva infatti posto la questione di fiducia sulla legge, che fa decadere tutti gli emendamenti e accelera il percorso di approvazione. Il governo Meloni ha così scongiurato il rischio di superare la scadenza del 31 dicembre 2022: la legge di bilancio deve essere infatti approvata da entrambe le Camere e promulgata dal presidente della Repubblica entro la fine dell'anno, altrimenti il governo deve far ricorso al cosiddetto "esercizio provvisorio", uno strumento che permette allo Stato di spendere soldi sulla base delle previsioni di spesa presentate nella legge di bilancio, ma non ancora approvate, fino a che il Parlamento non riesce a trovare un accordo.

La legge di bilancio per il 2023, la prima del governo Meloni, vale in tutto circa 35 miliardi di euro. La maggior parte delle risorse servirà a prolungare molte misure attualmente in vigore per contenere gli effetti dei rincari dell'energia. Due terzi della legge di bilancio, circa 21 miliardi di euro, sono finanziati in deficit, ossia aumentando il debito pubblico, mentre la restante parte è finanziata riducendo altre spese e aumentando qualche tassa. Dal taglio del cuneo fiscale alle pensioni, chi ci guadagna di più con le misure stabilite? Cerchiamo di fare chiarezza.

C'è un nuovo tetto retributivo per il taglio al 3% del cuneo fiscale

Fra le altre cose, la legge di bilancio ha alzato il tetto retributivo necessario per poter beneficiare del taglio al 3% del cuneo fiscale (in parole semplici, quest'ultimo è la differenza tra lo stipendio lordo versato dal datore di lavoro e la busta paga netta ricevuta dal lavoratore). Il tetto in questione passa da 20 a 25mila euro. Viene invece confermato l'attuale taglio del 2%, già previsto per il 2022, per le retribuzioni che arrivano fino a 35mila euro all'anno (2.692 euro al mese). La misura va a vantaggio dei lavoratori: il testo della manovra prevede nello specifico che per il 2023 sarà incrementato di un punto - fino al 3%, appunto - il taglio della quota dei contributi previdenziali a carico di dipendenti sia pubblici sia privati con retribuzione mensile fino a 1.923 euro. 

Quanto si risparmia? Secondo le stime del Sole24ore, per i lavoratori che guadagnano fino a 25mila euro lordi - e hanno perciò diritto al taglio del 3% - si profila un risparmio mensile di 41,15 euro, mentre quello annuo ammonta a 493,85. Per la fascia di retribuzioni di 22.500 euro, invece, il vantaggio mensile è di 37 euro, quello annuale di 444,46 euro.

Le pensioni nella manovra 2023

Per quanto riguarda le pensioni, con la manovra è stata introdotta una riforma pensionistica detta "quota 103" che eviterà il ritorno alla legge Fornero. È una riforma temporanea, che per ora riguarderà solo il prossimo anno: prevede il pensionamento con almeno 41 anni di contributi e 62 anni di età, per un totale di 103 anni (da qui il nome della riforma). Le pensioni minime pari a 525,38 e destinate agli over 75 saliranno a 600 euro al mese. La rivalutazione maggiorata, inoltre, porterà le altre minime ad aumentare fino a 570 euro.

Cosa cambia per flat tax, assegno unico e congedo parentale

Nel testo della manovra c'è anche una flat tax incrementale per il solo 2023, sostitutiva dell'Irpef e delle relative addizionali, con aliquota proporzionale del 15%. Ne potranno beneficiare imprenditori e professionisti che nel 2023 conseguiranno un reddito di impresa o di lavoro autonomo (fino a 40mila euro) superiore al reddito della stessa natura realizzato sia nel 2020, che nel 2021, che nel 2022. Viene poi modificata la flat tax introdotta nel 2019 dal governo guidato da Lega e Movimento 5 stelle: è infatti stata aumentata la soglia per accedere all'aliquota del 15% per i lavoratori autonomi, da 65mila euro di reddito annuo a 85mila.

Vengono inoltre potenziati assegno unico universale e congedi parentali. Gli stanziamenti per la prima misura salgono da 7 a 9 milioni di euro. La maggiorazione forfettaria già prevista per i nuclei familiari con 4 o più figli aumenterà per ogni famiglia del 50%. Ed è esteso per entrambi i genitori, inoltre, il congedo parentale: un mese in più, di cui usufruire entro il sesto anno di vita del figlio, e retribuito all'80% dello stipendio, anziché al 30%. 
 

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