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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Pensioni, la terza via di Boeri per superare 'Quota 100'

L'ex presidente dell'Inps in un'intervista a 'La Stampa': "Ridurre la pensione dell'1,5% per ogni anno di anticipo rispetto ai 67 anni". L'Unione sindacale di base prepara la mobilitazione: "In corso un attacco alla previdenza"

"Esiste una terza via fra chi propone di cancellare la legge Fornero e il ricalcolo pienamente contributivo". In un'intervista concessa a "La Stampa" l'ex presidente dell'Inps Tito Boeri dice la sua sulla riforma delle pensioni, oggetto in queste ore di un acceso confronto tra governo e sindacati. Secondo Boeri si può uscire da 'Quota 100' senza troppi danni. "Basterebbe evitare di avvantaggiare chi esce prima rispetto a chi decidesse di attendere: sarebbe una ragionevole scelta di equità oltre che di sostenibilità finanziaria. Si tratterebbe di ridurre la pensione di circa l'1,5 per cento per ogni anno di anticipo rispetto ai 67 anni".

Boeri boccia senza appello 'Quota 100' che "ha aumentato le diseguaglianze fra classi di età e di reddito" creando peraltro enormi buchi nella scuola e nella sanità. Tra le proposte dell'ex presidente dell'Inps, c'è anche quella di "ridurre gli oneri contributivi" per i giovani, "come si fece nel 2015 con la decontribuzione". 

Pensioni, Usb: "Via dal lavoro a 62 anni"

Intanto la Usb (Unione sindacale di base) rilancia l'idea di uscire dal lavoro a 62 anni, "una soglia sufficiente - spiega il sindacato in una nota - per consentire a tutti di accedere alla pensione, favorendo al contempo la creazione di milioni di posti di lavoro". Si tratta di una proposta che era stata già avanzata dalla Cgil: via dal lavoro a 62 anni, con almeno 20 anni di contributi, senza penalizzazioni e senza applicazione del solo calcolo contributivo. Il costo stimato (secondo 'Repubblica') sarebbe però di 20 miliardi all'anno. 

La Usb propone anche di istituire "una soglia minima di almeno 1000 euro, rivalutabile in base al costo della vita, sotto la quale nessuno deve scendere. Ma anche un tetto massimo: è accettabile che si percepiscano pensioni superiori a 5mila euro mensili?". 

"Le pensioni - spiega il sindacato - sono uno degli architravi sui quali si regge tutto il sistema di welfare. Proprio l’attacco alla previdenza è stato uno dei fattori che ha permesso il grande aumento delle disuguaglianza sociali in Italia. Intere generazioni identificano oggi la pensione come un diritto perduto mentre l’innalzamento dell’età pensionabile frena la possibilità di accedere al lavoro per milioni di giovani". 

Tra i paletti fissati dalla Usb c'è anche la detassazione delle pensioni, a cominciare dai trattamenti più bassi. L'ottimismo scarseggia. "Le premesse quindi sono inquietanti", si legge nella note. "C’è più di un sospetto che la vera ragione del tavolo di lunedì sia trovare misure meno dispendiose (per loro!) per garantire una qualche flessibilità in uscita". 

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