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Giovedì, 25 Aprile 2024
L'uscita dal lavoro

In pensione a 64 anni con il contributivo: la proposta di Tridico

Per la riforma previdenziale il presidente dell'Inps continua a proporre una soluzione di compromesso che si basa sullo scambio tra flessibilità e ricalcolo contributivo dell'assegno

Al via nel 2022 Quota 102, misura di pensionamento anticipato che prende il posto di Quota 100. Con l'arrivo del nuovo anno si potrà lasciare il lavoro prima dei 67 anni fissati dalla legge Fornero solo se si hanno 64 anni di età e 38 anni di contributi versati, a fronte dei 62 anni di età e 38 anni di contributi del triennio precedente. "Con Quota 102 usciranno poche migliaia di persone", ha dichiarato il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico in un'intervista al Messaggero, ricordando che con Quota 100 sono andate in pensione circa 400 mila persone, "un numero di gran lunga inferiore alle stime iniziali". Rifinanziate per un anno anche l'Ape sociale allargata e Opzione donna, misure di pensionamento anticipato riservato a determinate categorie di lavoratori che permettono l'uscita anticipata dal mondo del lavoro rispettivamente a 63 anni con 36 anni di contributi (30 se disoccupati, disabili o caregiver) e a 58 anni di età (59 anni se autonome) con 35 anni di contributi per le donne. Con Ape sociale l'assegno mensile non può superare i 1.500 euro lordi, fino al conseguimento dei normali requisiti di pensionamento, mentre con Opzione donna l'assegno sarà calcolato interamente con il metodo contributivo.

La proposta di Tridico sulle pensioni

Quota 102, Ape sociale e Opzione donna sono state approvate solo per il 2022, in vista di una più ampia riforma delle pensioni che dovrebbe arrivare nel 2023. Per la riforma previdenziale Tridico continua a proporre una soluzione di compromesso che si basa sullo scambio tra flessibilità e ricalcolo contributivo dell'assegno. Non è di certo una novità, è da tempo che il presidente dell'istituto sostiene questa proposta senza tuttavia trovare troppi consensi. "Si può anticipare l'uscita a 64 anni ottenendo solo la quota contributiva dell'assegno. Poi dai 67 anni si riceverebbe anche la parte retributiva - spiega Tridico -. Credo che sia una soluzione accettabile anche per i sindacati. Ma credo anche che dovremmo imparare a maneggiare con cura l'informazione sulla sostenibilità dei sistemi previdenziali". Il presidente dell'Inps torna a ribadire che in Italia ci sono troppe poche persone che lavorano, soprattutto giovani, e che queste non bastano a sostenere le pensioni. "Da decenni siamo inchiodati a un numero: 23 milioni di lavoratori", specifica il numero uno dell'istituto nazionale di previdenza sociale, ricordando che ci sono 3,5 milioni di lavoratori in nero e che il tasso di occupazione è del 58-59 per cento sul totale degli attivi. Secondo Tridico l'occupazione si crea con gli investimenti, inoltre bisogna accelerare su un salario minimo equo di almeno 9 euro l'ora "soprattutto le categorie che fanno più fatica nel mercato del lavoro: donne e giovani. Bisogna poi rendere gratuito il riscatto della laurea".

Assegno unico: in 48 ore 110 mila domande

Il presidente dell'Inps si è soffermato poi a parlare dell'assegno unico, dichiarando che nelle prime 48 ore sono arrivate 110 mila domande all'Inps. Ha parlato di un'operazione straordinaria messa in campo dall'Inps: "Abbiamo predisposto un simulatore e una procedura iper-semplificata, nella quale non si chiede null'altro che il codice fiscale e che sta riscuotendo molto successo tra gli utenti. È uno dei segnali della nuova fase di rivoluzione digitale e semplificazione che l'Istituto sta portando avanti ad ogni livello". Secondo Tridico l'assegno unico "è una misura importante. Forse tardiva. Avremmo dovuto pensarci prima. A mio parere è comunque un punto di partenza, non di arrivo".

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