Pensioni, nuova spallata alla Fornero: "Uscita dal lavoro a partire da 62 anni"
Secondo uno studio della Cgil il sistema previdenziale italiano è tra i più penalizzanti in Ue. La soluzione? "Reintrodurre un meccanismo di flessibilità in uscita"
In pensione a partire da 62 anni? Secondo la Cgil si può e si deve fare. Secondo il sindacato "occorre superare strutturalmente l'impianto della legge Monti Fornero introducendo i necessari elementi di sostenibilità, in particolare nei confronti dei giovani, delle donne, di chi svolge lavori manuali e gravosi, e dei lavoratori precoci". È quanto ha dichiarato stato il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli presentando oggi a Roma lo studio di Cgil e Fondazione di Vittorio "I sistemi previdenziali in Europa".
In pensione a 62 anni? Cosa dice lo studio della Cgil
Nello specifico il sindacato chiede di reintrodurre "un meccanismo di flessibilità in uscita" con "un'età di accesso al pensionamento a partire dai 62 anni".
Secondo lo studio, comparando i sistemi dei diversi Paesi europei, "l'Italia è quello in cui l'età per la pensione di vecchiaia è più alta, 67 anni sia per gli uomini che per le donne a partire dal 2019". Altrove, questa almeno la tesi della Cgil, va molto diversamente: in Germania si raggiungeranno i 67 anni solo nel 2029, mentre in Spagna pochi anni prima, nel 2027.
Ecco quanto costerebbe abolire la legge Fornero
Inoltre, il meccanismo di adeguamento del requisito pensionistico vigente nel nostro Paese, con verifiche biennali, risulta essere il più rigido in Europa e, secondo le stime previste dalla Ragioneria dello Stato, raggiungeremo i 69 anni e 5 mesi nel 2050. Nessun Paese ha un'età così elevata nelle proprie previsioni.
A che età si va in pensione in Italia? Lo studio dell’Ocse
A questo proposito va detto però che un rapporto Ocse pubblicato lo scorso anno, ha certificato che nel nostro Paese l’età media di accesso alla pensione risultava nel 2016 di 62,1 anni per gli uomini e di 61,3 per le donne contro i 64,3 e 63,7, rispettivamente, della media Ocse. Tra i 35 Paesi presi in considerazione dallo studio l'Italia è peraltro il paese che nell'Ocse ha per gli uomini l'età di uscita “effettiva” per pensionamento più bassa rispetto a quella di vecchiaia legale.
Come calcolare la mia pensione futura, il servizio dell'Inps
In pensione più tardi e con un assegno più basso
Secondo Ezio Cigna, responsabile dell'Ufficio previdenza pubblica della Cgil, il sistema previdenziale italiano risulta però essere comunque il "più penalizzante rispetto agli altri perché oltre ad impattare sul diritto, modifica con cadenza biennale i coefficienti di trasformazione, necessari per il calcolo della pensione nel sistema contributivo. Quindi, non solo uno spostamento del traguardo pensionistico per tutti, ma anche una pensione più bassa".
Ape volontario: un prestito per andare prima in pensione
Ciò sarebbe dovuto in particolar modo al rallentamento della crescita economica delle retribuzioni, all’aumento dei tassi di disoccupazione e ad una "modifica profonda alla struttura demografica attuale e previsionale".
Pensioni, Italia vs Europa
Un'altra differenza emersa nel corso dell'iniziativa è che alcuni paesi, come Francia, Germania e Inghilterra, valorizzano ai fini previdenziali periodi come la formazione e la cura-educazione dei figli. Per quest'ultima, nel caso inglese si raggiungono maggiorazioni sino a dieci anni.
Nello studio vengono comparati poi temi come il tasso di sostituzione e l'aliquota di finanziamento, che, anche in questo caso, vedono il nostro Paese penalizzato rispetto alla gran parte dei paesi europei.
C'è chi dovrà attendere 71 anni per andare in pensione
Il rapporto tra pensioni e Pil
Inoltre, viene evidenziato che il rapporto tra spesa pensionistica e Pil, dato che l'Ue osserva con attenzione nei diversi Stati, nel nostro Paese risulta essere viziato dalla composizione della spesa stessa, che ha all'interno molti fattori che altrove pesano meno, come il fisco, o che non vengono conteggiati ai fini previdenziali, come il Tfr.