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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Perché Trump minaccia nuovi dazi contro l'Italia

I Paesi che metteranno la digital tax contro i giganti del web saranno colpiti da dazi fino al 100 per 100. Per ora nel mirino c'è la Francia, ma la digital tax italiana è molto simile

I Paesi che metteranno la digital tax saranno colpiti da dazi fino al 100 per 100: se non è una minaccia, poco di manca. La Francia sarà presto colpita da dazi Usa che potrebbero arrivare fino al 100% su numerosi suoi prodotti in rappresaglia per la tassa sul digitale nota come "Gafa" (Google, Apple, Facebook e Amazon) sui giganti digitali americani accusati di elusione fiscale: ad annunciarlo è stato Robert E. Lighthizer, il capo-negoziatore di Trump per il commercio che, secondo quanto scrive oggi il Washington Post, potrebbe presto aprire indagini simili contro Austria, Italia e Turchia.

Trump minaccia Francia e Italia: "No alla digital tax"

Lighthizer ha diffuso i risultati della sua indagine sulla Francia durata cinque mesi: secondo il responsabile americano, l'imposta Gafa in Francia "discrimina le imprese americane e non rispetta i principi internazionali prevalenti di politica tributaria, oltre ad essere inusualmente pesante con le compagnie americane coinvolte". Champagne, formaggi francesi, yogurt e prodotti cosmetici saranno fra le principali vittime della rappresaglia americana, per un volume di scambio sui 2,4 miliardi di dollari, sempre secondo le stime del Washington Post. Trump deve ancora firmare la proposta per renderla esecutiva, ma questo potrebbe succedere davvero nei prossimi giorni. L'annuncio è arrivato proprio alla vigilia dell'incontro fra Trump e il presidente francese Emmanuel Macron a margine del summit Nato di Londra.

La tassa francese sui giganti digitali accusati di eludere le tasse sui redditi guadagnati sul territorio francese ha un'aliquota del 3% e l'Italia ha in programma di applicare una tassa strutturata in modo del tutto analogo a partire da gennaio del 2020. La digital tax viene considerata dagli Usa discriminatoria nei confronti delle società americane: una decisione definitiva è attesa entro il 14 gennaio. C'è ancora tempo per arrivare a un accordo.

Che cos'è la digital tax

La digital tax è una tassa che obbliga le grandi aziende digitali a rendere conto al Fisco del Paese dove il fatturato viene effettivamente creato. Spesso fino a oggi i colossi del web hanno preferito spostare il fatturato delle proprie controllate dall'Italia all'estero, in paesi dove le aliquote fiscali sono più basse La digital tax di fatto è già legge, essendo stata introdotta con la legge di Bilancio dello scorso anno, ma non mai è stata attuata. Il decreto del Mef concertato con il Mise sarebbe dovuto arrivare entro il 30 aprile ma è poi slittato sia per ragioni tecniche sia per i dissidi registrati nel quadro europeo.

La necessità di una tassa nazionale deriva dall'impossibilità europea di giungere a un accordo condiviso. L'Italia - come la Francia - fa da sé e dal prossimo gennaio entra in vigore una tassa con una aliquota unica al 3% sui ricavi delle imprese con oltre 750 milioni di fatturato di cui almeno 5,5 derivanti da prodotti online. Secondo alcune stime si prevede un gettito di 600 milioni l’anno per il 2020 e il 2021.

La digital tax riguarda sia le imprese residenti o con stabile organizzazione in Italia sia le imprese non residenti. Riguarda nel dettaglio le prestazioni di servizi effettuate tramite mezzi elettronici e rese nei confronti di imprese residenti nel territorio dello Stato e delle stabili organizzazioni di soggetti non residenti. Colpite quindi tra le altre anche Amazon, eBay, Facebook o Google.

L'imposta sui servizi digitali - digital tax entra in vigore dal 1° gennaio 2020. Lo prevede la legge di Bilancio 2020, modificando quanto era stato previsto dalla legge di Bilancio 2019.

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