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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

L'Europa si ferma, economia al palo: la Bce corre (ancora) in soccorso

Non solo Italia: la banca centrale europea ha rivisto al ribasso le sue previsioni sulla crescita economica dell'area euro e lo ha fatto in maniera particolarmente pesante. Tassi fermi fino al 2020, Bce costretta ad intervenire con le Tltro per evitare l'ingorgo prestiti

L'area euro sta attraversando "un periodo di continua debolezza e incertezza pervasiva". Lo spiega senza giri di parole il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, nella conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo della Bce.

"I dati mostrano una notevole moderazione nell'espansione economica, che durerà per tutto l'anno in corso"

I dati di cui parla Draghi vedono un rallentamento dell'economia - che se è più accentuata in Italia già dagli scorsi due semestri - riguarda tutta l'Eurozona: la crescita sarà di appena il 1,1% quest'anno, oltre mezzo punto in meno delle già pessimistiche stime del dicembre scorso.

E la debolezza economica si protrarrà anche nei prossimi anni con un Pil dell'eurozona previsto in rialzo dell'1,6 % nel 2020 e dell'1,5% nel 2021.

Bce: rialzo tassi a fine 2019

Visti i chiari di luna dell'economia, la Banca centrale europa ha deciso di far rimanere al minimo storico il costo del denaro. Il Consiglio direttivo della Bce ha infatti mantenuto invariati i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,40%.

Se fino alla precedente riunione del Consiglio direttivo si faceva menzione di una politica di tassi bassi almeno fino all'estate il comunicato odierno precisa come il Board "si attende che i tassi di interesse di riferimento della Bce si mantengano su livelli pari a quelli attuali almeno fino alla fine del 2019 e in ogni caso finché sarà necessario per assicurare che l’inflazione continui stabilmente a convergere su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine".

Come riferito da Draghi nel corso del Consiglio direttivo "alcuni membri hanno addirittura allargato la prospettiva di un aumento dei tassi di interesso a marzo 2020".

Quanto alle misure non convenzionali di politica monetaria, il Consiglio direttivo conferma la politica di reinvestimento integrale del “capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma di acquisto di attività per un prolungato periodo di tempo successivamente alla data in cui inizierà a innalzare i tassi di interesse di riferimento della Bce, e in ogni caso finché sarà necessario per mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario”.

Il rischio chiaro a tutti è quello di un credit crunch, la chiusura dei rubinetti delle banche che si troverebbero in difficoltà con prestiti da erogare e quelli "inesigibili" ancora in pancia.

Tltro, le nuove aste di liquidità

Draghi ha anche spiegato come la Bce intenda ovviare all'ingorgo causato dalla scadenza dei prestiti esistenti: le nuove aste di liquidità, le Tltro. Secondo gli esperti la nuova operazione di rifinanziamento a lungo termine sarebbe un modo efficace per sostenere l'economia dell'area che sta vivendo una fase di rallentamento

Acronimo per la locuzione inglese targeted longer-term refinancing operations, i TLTRO sono operazioni all’interno dell’Eurosistema tramite le quali vengono erogati dei finanziamenti agli istituti di credito per periodi fino a quattro anni. Vengono offerti alle banche dei finanziamenti a lungo termine a condizioni vantaggiose con l’obiettivo di migliorare le condizioni del mercato del credito del settore privato e di stimolare i prestiti bancari all’interno dell’economia reale.

I TLTRO sono quindi, sulla carta, uno strumento utile a rinforzare l’attuale politica monetaria accomodante della BCE, ma anchefinalizzate a sostenere unicamente i prestiti bancari alle imprese e alle famiglie.

Come spiega Draghi "è stato deciso per minimizzare la possibilità di acquisto di bond sovrani da parte delle banche".

L'Italia trascina giù l'eurozona

La situazione in Italia "è certamente" uno dei "fattori interni" che hanno pesato nella revisione al ribasso delle previsioni di crescita dell'area euro da parte della Bce.  Come spiega il presidente Draghi i fattori esterni che pesano sull'economia sono prevalentemente il rallentamento del commercio globale, la guerra commerciale con la Cina e la vulnerabilità dell'economia dei paesi emergenti, ma anche il rallentamento degli Usa e in generale una certo calo di fiducia.

"Poi abbiamo i fattori interni, alcuni specifici su settori e Paesi, come l'auto in Germania, ma anche su altri settori e Paesi uno dei quali è certamente l'Italia. È l'incertezza a minare la fiducia".

Oltre Pil, Fico: "Servono nuovi indicatori"

Se non puoi vincerli, confondili. Mentre l'economia tentenna il presidente della Camera Roberto Fico interviene a Montecitorio dove ospita il convegno dal titolo evocativo: "Oltre il Pil - Misurare ciò che conta per la performance economica e sociale".

"Misurare il benessere di una società guardando solo il Pil rappresenta un "grave errore di prospettiva già denunciato da diversi osservatori come il professore Fitoussi qui presente ed è stato posto drammaticamente in evidenza dalla crisi economica e finanziaria esplosa nel 2008" spiega l'esponente della sinistra 5 stelle.

"Ciò che misuriamo influisce su quello che facciamo; se misuriamo la cosa sbagliata, faremo la cosa sbagliata; se non misuriamo qualcosa, viene trascurato, come se il problema non esistesse" ed "io temo che negli ultimi decenni abbiamo a livello globale tenuto conto quasi esclusivamente solo di un parametro e abbiamo fatto di conseguenza scelte errate".

Sotto accusa l'indice del PIL - che dà conto unicamente della produzione economica del mercato - quale indice del benessere.

Per Fico la prosperità dipende anche e soprattutto dalla qualità della vita dei cittadini, assicurata da attività e servizi non di mercato.

"Abbiamo così sposato acriticamente la logica della crescita a tutti i costi, ponendo in secondo piano i bisogni e le condizioni reali delle persone e trascurando gli effetti sull`ambiente, sul clima, sulle risorse energetiche, sulla giustizia sociale e sugli assetti globali del pianeta".

Fico ha sostenuto che "occorre fondare le decisioni pubbliche e le regole, nazionali e internazionali, su indicatori che consentano di misurare il benessere includendo tutte le dimensioni sinora non considerate adeguatamente: la qualità di vita delle persone, le disuguaglianze e la sostenibilità economica e sociale, il livello dei servizi, a cominciare dalla sanità e dalla istruzione, la fiducia dei cittadini, le variazioni del capitale umano e così via".

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