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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Pizza napoletana "patrimonio dell'Unesco": raccolte un milione di firme

La campagna è arrivata a Parigi, nella sede centrale dell'associazione: l'incontro "L'arte della pizza napoletana: storia e tradizione di una passione" per portare nella capitale francese la campagna in difesa del piatto più famoso al mondo

PARIGI (FRANCIA) - Nella sede centrale dell'Unesco, in Place de Fontenoy 7, è arrivata la pizza napoletana. L'occasione è l'incontro dal titolo "L'arte della pizza napoletana: storia e tradizione di una passione" promosso dalla Fondazione UniVerde, insieme a Coldiretti e all'Apn, associazioni pizzaiuoli napoletani, in collaborazione con la rappresentanza permanente d`Italia presso l`Unesco, per presentare la campagna #pizzaunesco, lanciata da Alfonso Pecoraro Scanio, e celebrare il primo milione di firme raccolto a sostegno dell'Arte dei pizzaiuoli napoletani".

PATRIMONIO DELL'UNESCO - La pizza napoletana, unico tipo di pizza italiana riconosciuta in ambito nazionale ed europeo (dal 4 febbraio 2010, infatti, è ufficialmente riconosciuta come Specialità Tradizionale Garantita della Comunità Europea) è il prodotto gastronomico 'Made in Italy' più conosciuto al mondo, un vero e proprio simbolo dell'Italia, frutto di un'arte secolare minacciata da una globalizzazione che rischia di reciderne le radici culturali. Per tutelarne i valori e il legame con il territorio di origine, grazie alla grande mobilitazione di cittadini e personalità di tutto il mondo e all'impegno del Governo italiano, la candidatura è stata ufficializzata da parte della Commissione Nazionale Italiana Unesco.

LA PETIZIONE - La world petition #pizzaUnesco ha avuto il sostegno di molte istituzioni culturali e sociali, organizzazioni, professionalità e personalità con eventi in tutto il mondo: da Londra a New York, da Buenos Aires e da S. Paolo a Las Vegas fino al Giappone e all'Australia.

UN MILIONE DI FIRME - L'obiettivo record di un milione di firme a sostegno della candidatura dell`arte dei pizzaiuoli napoletani a patrimonio immateriale dell'Unesco è stato raggiunto con una raccolta in tutti i continenti. "Gli occhi della nostra regione - commenta Gennarino Masiello, presidente di Coldiretti Campania - sono puntati sul capoluogo francese. La decisione dell'Unesco potrà offrire al nostro territorio una grande occasione. Dopo gli anni difficili che hanno colpito la nostra immagine nel mondo, rappresenterebbe un rilancio straordinario con effetti concreti su tutte le filiere e in particolare sul nostro patrimonio agroalimentare".

LA PIZZA NEL MONDO - La passione per la pizza è diventata planetaria con gli americani che - sottolinea la Coldiretti - sono i maggiori consumatori di pizza con 13 chili a testa ma gli italiani guidano la classifica in Europa con 7,6 kg all`anno, e staccano spagnoli (4,3), francesi e tedeschi (4,2), britannici (4), belgi (3,8), portoghesi (3,6) e austriaci, che con 3,3 kg di pizza pro capite annui chiudono questa classifica. 

UN SETTORE DA 10 MILIARDI DI EURO - La candidatura della pizza a patrimonio immateriale dell`umanità tutela un settore che vale 10 miliardi di euro con almeno 100 mila lavoratori fissi nel settore della pizza ai quali - sottolinea la Coldiretti - se ne aggiungono altri 50 mila nel fine settimana, secondo i dati dell'Accademia Pizzaioli. Ogni giorno solo in Italia si sfornano circa 5 milioni di pizze per un totale di un miliardo e mezzo all'anno nelle circa 63mila pizzerie e locali per l'asporto, taglio e trasporto a domicilio.

OBIETTIVO: IL SETTIMO SIGILLO - L'arte dei pizzaiuoli napoletani sarebbe il settimo "tesoro" italiano ad essere iscritto nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell`Unesco. L'elenco tricolore comprende anche l'Opera dei pupi (iscritta nel 2008), il Canto a tenore (2008), la Dieta mediterranea (2010) l'Arte del violino a Cremona (2012), le macchine a spalla per la processione (2013) e la vite ad alberello di Pantelleria (2014). 

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