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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Tutti i dubbi

Pos obbligatorio, è scontro: cosa può cambiare (in concreto) per chi usa sempre bancomat e carte

In stand-by l'annunciata esenzione dall'obbligo di accettare pagamenti con bancomat e carte di credito sotto i 60 euro, e non più sotto i 30 come ora. Insorge l'opposizione. Le perplessità di Bruxelles. Difficile credere che si andrà al muro contro muro

La legge di bilancio ha iniziato il suo iter alla Camera. In stand-by l'esenzione dall'obbligo di accettare pagamenti con bancomat e carte di credito sotto i 60 euro: la decisione di prendere un po' di tempo si fa strada a Palazzo Chigi nel primo pomeriggio, con lo stallo nell'interlocuzione con Bruxelles. Da giorni il governo prova a salvare la norma inserita nella legge di bilancio che esclude dalle multe i commercianti, i tassisti e tutti gli esercenti che dal primo gennaio non accetteranno pagamenti digitali sotto i 60 euro: "Vogliamo dare una segnale di un attegiamento diverso verso la piccola impresa, il piccolo commercio, l'artigianato. Vogliamo allentare la pressione dello Stato nei loro confronti", dice il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. Ma togliere ai commercianti l'obbligo di accettare il Pos per spese sotto i 60 euro significa di fatto obbligare i cittadini a essere sempre pronti a dover pagare in contanti molte delle spese della vita di tutti i giorni. 

Aggiornamento. Sul Pos il governo tira dritto: multe solo per pagamenti superiori a 60 euro

Lo scontro sull'obbligo di contanti

L'esecutivo parla a più voci e Meloni ha deciso di convocare per oggi pomeriggio un nuovo vertice con i capigruppo, per fare il punto su tutti gli emendamenti all'orizzonte. A osservare c'è anche l'Europa, dalla quale ieri sarebbe arrivato un brusco altolà alla misura che prevede di innalzare a 60 euro il tetto. Da Bruxelles avrebbero fatto notare che l'abbassamento della soglia è uno dei traguardi anti-evasione a cui sono legati i fondi del Pnrr. Tanto che il governo ha dovuto far sapere in corso d'opera che "sono in corso interlocuzioni con la commissione europea dei cui esiti si terrà conto nel prosieguo dell'iter della legge di bilancio". Insomma, nulla di deciso. Le opposizioni accusano apertamente il governo Meloni di strizzare l'occhio agli evasori. Ci sarà un passo indietro alla fine? Difficile credere che si andrà allo scontro con l'Europa. La norma è inserita nella manovra, che è un disegno di legge, non un decreto, e quindi in ogni caso anche se venisse confermata non entra in vigore subito, e si può cambiare in corso d'opera. Lo scontro però è già evidente nel mondo politico.

Enrico Letta va all'attacco: "Il governo italiano dovrebbe seguire l'Europa su alcune importanti scelte; se seguisse l'Europa non farebbe la scelta scellerata di alzare il livello minimo dei contanti" rispetto all'utilizzo dei pagamenti elettronici. "Una scelta - ha continuato Letta - che io spero venga modificata", perché "è chiaramente un drammatico ritorno indietro, semplicemente un modo per aiutare alcune categorie che non ne vogliono sapere di usare i pagamenti elettronici". "E questa scelta - ha aggiunto il segretario del Pd - purtroppo causerà terribili danni alle entrate fiscali, perché chiaramente è un invito all'evasione fiscale. Penso che questo modo di fare da parte del governo sia il modo peggiore: alla fine - ha ribadito - manderà messaggi che faranno pesanti danni e faranno tornare indietro il nostro paese". "Quindi - ha concluso Letta - chiediamo al governo di tornare indietro su queste scelte che aiutano l'evasione fiscale".

La pensa come lui Giuseppe Conte: "Altra "giornata della legalità" per il governo Meloni - ironizza l'ex premier - privano i cittadini della libertà di scegliere se pagare in contanti o con carta. Un passo indietro per un Paese alle prese con la digitalizzazione e la lotta all'economia sommersa". Secondo le associazioni dei consumatori l'intervento sull'uso del Pos "rappresenta un colpo di spugna che cancella di netto 8 anni di battaglie", fa sapere il Codacons.

Il cuore del problema

Per capire le perplessità europee bisogna andare a rileggere il documento contenente le Raccomandazioni della Commissione per il 2019, approvato anche dal Consiglio. L'Europs aveva chiesto all'Italia di "contrastare l'evasione fiscale, in particolare nella forma dell'omessa fatturazione, potenziando i pagamenti elettronici obbligatori anche mediante un abbassamento dei limiti legali per i pagamenti in contanti". Tali raccomandazioni fanno parte degli impegni sottoscritti per ottenere i fondi del Pnrr. Tutto si gioca sull'interpretazione di questa frase. Secondo il governo Meloni non ci sono riferimenti diretti all'utilizzo del Pos nelle raccomandazioni. In queste ore vengono fatte tutte le valutazioni del caso, ma sembra improbabile che l'esecutivo decida di rischiare di compromettere il Pnrr per una norma sul Pos. Non ci sarà alcuna trattativa estenuante con i tecnici di Bruxelles. 

Qual è la situazione attuale? La doppia sanzione sul Pos (fissa da 30 euro più una variabile del 4%) è scattata il 30 giugno scorso (in anticipo rispetto all’originaria decorrenza del 1° gennaio 2023) proprio perché era stata inserita dal precedente Esecutivo nella strategia presentata alla Commissione nell’ambito del Pnrr per il contrasto all’evasione. Dall'inizio dell'estate tutti i commercianti, gli artigiani e i professionisti sono tenuti ad accettare i pagamenti elettronici tramite Pos, micro-transazioni comprese, pena una sanzione pecuniaria di 30 euro, a cui va aggiunto il 4% del valore della transazione per cui è stato rifiutato il pagamento non in contanti. Ciò significa ad esempio che se un commerciante rifiuta un pagamento tramite Pos per un articolo del valore di 20 euro, deve pagare una multa di 30,8 euro. 

Poi due mesi fa è arrivata anche l'esenzione dall'obbligo per i tabaccai che possono non accettare pagamenti con carte di credito o bancomat da chi compra sigarette e valori bollati. Regole introdotte dal governo precedente di Mario Draghi (ma già abbozzate da quello di Giuseppe Conte) e citate anche nel piano nazionale come importante tassello nel percorso di digitalizzazione del Paese e di contrasto all'evasione fiscale. Il nuovo esecutivo sta provando a percorrere una strada un po' diversa. Nel caso dell'innalzamento del tetto, il ministero competente avrà sei mesi di tempo per varare un decreto ad hoc e stabilire i "criteri di esclusione al fine di garantire la proporzionalità della sanzione e di assicurare l'economicità delle transazioni in rapporto ai costi delle stesse". Tradotto: le multe sarebbero sospese per alcuni mesi.

Ma qual è il punto di vista di commercianti, negozianti, artigiani? Le commissioni ammontano all'1 per cento circa se si usa la carta di credito, meno se si paga con il bancomat. Poi però ci sono anche i costi di gestione variabili sul numero di transazioni, e la valuta: un commerciante di fatto può incassare la somma anche 60 giorni dopo. Per qualcuno non è un problema, per qualcuno può diventarlo.

Pos: 8 anni di tira e molla

La misura in manovra sulla soglia dell'obbligo di utilizzo dei pagamenti elettronici è solo l'ultimo intervento legislativo in una materia che non trova un quadro stabile da 8 anni a questa parte. L'obbligo di utilizzo del pos fu sancito per la prima volta nell'ottobre del 2012 con il decreto crescita varato dal governo Monti. Per dare il tempo agli esercenti di adeguarsi l'obbligo sarebbe scattato solo dal 1 gennaio 2014, termine poi rinviato al 30 giugno del 2014, quasi due anni dopo. Inizialmente la norma non conteneva una sanzione per il mancato uso del pos, ma rinviava ad un decreto attuativo. Fu il governo Conte II nell'ottobre del 2019 ad introdurre una sanzione di 30 euro (più il 4% del valore della transazione) per chi avesse rifiutato il pagamento con il Pos.

La sanzione sarebbe dovuta scattare il 1 luglio del 2020 ma fu rinviata diverse volte fino ad entrare in vigore effettivamente solo il 30 giugno scorso. Nella bozza della manovra ora viene introdotta una soglia di 60 euro sotto la quale il pagamento col pos può essere rifiutato senza incorrere in sanzioni. Resterebbero fuori acquisti di beni e servizi di media entità come quelli negli esercizi di prossimità o le corse dei taxi. Poi arriva una nota di palazzo Chigi in cui si precisa che "sul tema delle soglie al di sotto delle quali gli esercizi commerciali non sono tenuti ad accettare pagamenti con carte di pagamento, sono in corso interlocuzioni con la Commissione europea dei cui esiti si terrà conto nel prosieguo dell'iter della legge di bilancio".

Un passo indietro è probabile. Nessuno si immolerà sul limite dei 60 euro. Nel giorno in cui la legge di bilancio arriva in Parlamento la priorità dell'esecutivo resta l'approvazione rapida e senza intoppi: proprio per questo oggi Meloni incontrerà i capigruppo della maggioranza per provare a ridurre al massimo gli emendamenti e gli "appetiti". È soprattutto Forza Italia ad essere sul piede di guerra per le modifiche al testo e il fatto che Meloni incontrerà in tarda mattinata il leader del Terzo polo Carlo Calenda viene interpretato da alcuni osservatori come un chiaro segnale: in caso di maldipancia in Aula, il soccorso terzopolista è pronto.

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