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Martedì, 19 Marzo 2024
pos e polemiche

Quanto costano davvero le commissioni sui pagamenti con carta

La manovra del governo Meloni ha rinnovato il dibattito sull'uso del Pos e dei relativi costi delle commissioni. L'Unione nazionale consumatori ha detto a Today che le decisioni del governo "danneggiano tutto il Paese, anche i commercianti". Cosa dicono i dati per l'Italia e l'Europa, oltre le battaglie ideologiche

Pos, costi, commissioni e polemiche. Il Pos e i suoi costi tornano al centro dell'attenzione: nella legge di bilancio il governo Meloni ha infatti portato a 60 euro la soglia entro cui non è più obbligatorio accettare pagamenti con carte di debito o credito, ammorbidendo le misure introdotte dal governo Draghi. Le proteste dei commercianti sul costo delle commissioni sui pagamenti con Pos ci sono sempre state, e sono state spesso appoggiate dai politici, come Matteo Salvini, che ha detto che chi paga il caffè col bancomat al posto delle banconote è "un rompipalle". La Corte dei conti si è espressa negativamente sull'innalzamento del limite a 60 euro, mentre le associazioni di categoria dei commercianti hanno accolto con favore le ultime decisioni del governo che "rilassano" la normativa sul tema. Dall'altra parte, le associazioni che tutelano i consumatori si schierano contro la misura, denunciando pericoli non solo per i consumatori, ma anche per i commercianti stessi e per la collettività. Chi ha ragione? Ci sono dei dati che chiariscono la questione e vanno oltre le battaglie ideologiche.

"Le commissioni annullano i guadagni": la teoria di Confesercenti

Il bersaglio delle polemiche lato commercianti sono le commissioni legate ai pagamenti con il Pos. In una nota, Confesercenti dichiara che "un tabaccaio che rinnova un bollo auto da 50 euro ha un margine di guadagno di 1 euro. Se il pagamento del bollo - o di qualunque altro bollettino - viene effettuato con carta di credito, di fatto le commissioni azzerano o quasi il guadagno. Un rifornimento di benzina di 50 euro - continua la nota - pagato con alcune carte di credito, porta addirittura al di sotto dello zero il margine del benzinaio".

"Si ritiene che la soluzione per combattere l’evasione fiscale sia rendere obbligatoria l’accettazione dei pagamenti elettronici - continua la nota di Confesercenti, che chiede però di azzerare "i costi di tutte le mini-transazioni con Pos e carte di credito fino a 50 euro", mantenendo le sanzioni.

La politica ha spesso cavalcato le posizioni dei commercianti sul Pos, seguendo il filone narrativo del "regalo alle banche". In passato, la stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha criticato le norme che tutelavano i pagamenti col Pos seguendo queste logiche, con diversi post sui suoi profili social, come nel tweet sottostante del 2020. 

"Se non usi il Pos, allora vuoi evadere"

"Se i commercianti vogliono, il Pos è gratis". Lo dice a Today Massimiliano Dona, presidente di Unione nazionale consumatori (Unc), che rappresenta l'altra fazione in gioco. Il Pos ha infatti dei costi legati non solo alle commissioni sui pagamenti con carta, ma anche all'acquisto del terminale stesso. Tuttavia, il governo Draghi aveva previsto delle esenzioni tramite un credito d'imposta al 100 per cento del valore di acquisto, rivolti ai commercianti con ricavi e compensi al di sotto dei 200mila euro. L'esenzione scendeva poi al 70 per cento per la fascia tra i 200mila e il milione di euro, e al 40 per i ricavi superiori ai cinque milioni di euro. 

Cosa succede quando paghiamo con il Pos

I commercianti insistono però sui costi delle commissioni, ma ci sono delle agevolazioni anche per questo aspetto: il governo Conte II aveva previsto uno sconto del 30 per cento di credito d'imposta sulle commissioni pagate, per ricavi e compensi al di sotto dei 400mila euro. Questi crediti d'imposta scadono il 31 dicembre 2022 e la manovra del governo Meloni non li rinnoverà.

Le commissioni del Pos sono davvero così insostenibili?

In ogni caso, alcune offerte sul mercato permettono addirittura di azzerare i costi delle commissioni al di sotto di una certa soglia: "I costi delle commissioni sono variabili e alcune sotto una certa soglia sono gratis - dice Dona a Today - Molti fanno l'esempio del caffè: in caso di pagamento della commissione nei peggiori di casi sarebbe di mezzo centesimo. Il problema è che i commercianti, a volte come i consumatori, non dedicano del tempo per cercare l'offerta giusta. La crescita dei volumi di affari dell'e-commerce a la maggior propensione degli italiani ai pagamenti digitali hanno aumentato la concorrenza tra gli operatori, che hanno così proposto offerte sempre più vantaggiose: negli anni infatti le commissioni sono diminuite. È difficile ormai avere dei costi alti", è il parere del presidente Unc.

I vantaggi per i commercianti, ma non solo

Nei dibattiti sul Pos vengono poco citati i vantaggi che derivano dal suo uso, non solo per la flessibilità che offre ai consumatori, ma anche per i commercianti. "I vantaggi sono anche del commerciante - sottolinea Dona -. I pagamenti elettronici diminuiscono il contante in cassa, aumentando la sicurezza e semplificando la gestione: non ci si deve recare in banca per depositare i soldi, ad esempio".

I vantaggi non finiscono qui: "Non ci si espone alla circolazione delle banconote false o ad errori di calcolo sul resto - continua Dona -. Il commerciante lungimirante capisce che dando la possibilità di pagare con carta si fidelizza il consumatore. L'errore strategico del governo è ribaltare il concetto di libertà: così si limita quella dei consumatori, danneggiando anche i commercianti".

Cosa dicono i dati sui Pos in Italia

Confesercenti sostiene, tra le altre cose, che il numero dei Pos in Italia è aumentato e che le somme transate sono aumentate, "senza bisogno di multe". Secondo i dati forniti dalla Banca d'Italia è vero che il numero dei Pos è aumentato. Negli ultimi dieci anni il numero di Pos in Italia è passato dagli 1,4 milioni del 2012 ai 3,9 milioni del 2021 

I Pos in Italia al 2022: quanti sono

Tra l'altro, l'Italia è tra i Paesi dell'Eurozona con la diffusione più alta di Pos e carte di pagamento. Secondo i dati dell'Associazione bancaria italiana (Abi), nel 2021 l'Italia era quarta per numero di terminali per abitante, abbondantemente sopra la media e davanti a paesi come Francia, Spagna e Germania.

Quanto è diffuso il Pos in Italia-2Tuttavia, in Italia, l'aumento del numero dei terminali non corrisponde a un maggior uso dei pagamenti con carta. Anzi, il numero dei pagamenti elettronici degli italiani è ancora decisamente basso, tra i meno sviluppati dell'Eurozona. Secondo i dati di Abi, nel 2021 l'Italia era terzultima nell'Eurozona - davanti a Bulgaria e Romania - per pagamenti elettronici pro capite, che includono quindi anche i pagamenti con carta. Nello specifico, in Italia il numero di pagamenti pro capite con carta è di 114, a fronte di una media dell'Eurozona di 183.

Uso dei pagamenti con carta in Italia: quanto usano bancomat o carta di credito gli italiani

Così, l'Italia è al contempo tra gli Stati europei che ha più terminali Pos e carte di pagamento, ma che li usa di meno. Gli strumenti ci sono, ma non vengono usati. Confesercenti sostiene che bisognerebbe rapportare le commissioni all’importo pagato, e che "almeno dovrebbe favorire l’azzeramento dei costi per i pagamenti minimi: questo darebbe davvero una mano alla diffusione della moneta elettronica". In realtà, negli anni il costo delle commissioni in Italia è sensibilmente diminuito rispetto agli altri Paesi europei.

Pos, il costo delle commissioni: quanto costano ai commercianti-2

In più, secondo una ricerca della Banca d'Italia tra il 2009 e il 2016 i costi delle commissioni per i commercianti sono scesi in media da 0,96 euro a transazione a 0,46 euro su uno scontrino medio di 70,7 euro, con un'incidenza dello 0,65%. Nello stesso studio, la Banca d'Italia sottolinea i maggiori costi di gestione del contate per i commercianti e per la collettività, a fronte di costi decisamente minori per i pagamenti elettronici.

Come funzionano le commissioni Pos

Abbiamo visto che non è possibile quantificare con esattezza il costo delle commissioni sui pagamenti Pos, a causa della grande varietà di offerte sul mercato. Ma proprio questa grande possibilità di scelta permette ai commercianti di trovare soluzioni per ottimizzare i costi, o anche azzerarli al di sotto di certe soglie. Inoltre, è documentato che un maggior utilizzo dei pagamenti elettronici ha più vantaggi per la collettività a causa dei minori costi di gestione rispetto al contante e per il contrasto dell'evasione fiscale grazie alla tracciabilità dei pagamenti. In più, i vantaggi dei pagamenti elettronici riguardano gli stessi commercianti. Probabilmente il "regalo alle banche" è più grande con l'uso del contante rispetto all'uso delle carte, ma la demonizzazione di queste pratiche spinta da battaglie ideologiche ha capovolto il concetto.

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