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Venerdì, 19 Aprile 2024
quanto costa un pos

Le commissioni del Pos sono davvero così insostenibili?

Le lamentele dei commercianti sul costo dei pagamenti con bancomat e carta di credito sono storiche, rafforzate da alcune forze politiche con la narrativa del "regalo alle banche": come stanno le cose?

Le storie sul Pos e dei relativi costi delle commissioni sui pagamenti con bancomat e carta di credito sono sempre state parecchie, ma da quando sono previste delle sanzioni per i commercianti e i professionisti che non permettono di usarne uno le voci si sono moltiplicate. Ora, i tabaccai saranno esentati dall’obbligo di accettare pagamenti con carta di credito per quanto riguarda i tabacchi e i valori bollati, mentre le somme minime entro cui accettare pagamenti Pos saranno aumentate, con le critiche di istituzioni come Banca d'Italia e Commissione Europea. In generale i commercianti si sono lamentati spesso del costo delle commissioni bancarie applicate ai pagamenti con il Pos, magari per giustificare la mancata disponibilità del dispositivo all'interno della loro attività. Queste lamentele sono state spesso cavalcate da alcune parti politiche, sfruttando la narrativa del "regalo alle banche". I costi delle commissioni del pos sono realmente così insostenibili?

I costi delle commissioni per i pagamenti con i Pos nel 2023

Le sanzioni per chi non usa il Pos

Dal 30 giugno possono essere sanzionati commercianti, artigiani e professionisti che non consentono ai propri clienti di pagare con carte di credito o debito tramite Pos. L'obbligo di possedere un pos esiste dal 2012, negli ultimi anni le sanzioni sono state al centro di molti provvedimenti, ma non sono mai entrate effettivamente in vigore: spesso sono state le forze politiche a premere per fare marcia indietro. Questa volta, invece, le nuove regole contenute nel decreto per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) prevedono non più solo l'obbligo di accettare i pagamenti elettronici, ma anche l'applicazione di sanzioni in caso di mancato adeguamento alla normativa.

Dal 30 giugno per chi rifiuta il pagamento elettronico, a prescindere dalla cifra, ci sarà una sanzione amministrativa di 30 euro, aumentata del 4% del valore della transazione per la quale sia stata rifiutata l'accettazione. Un esempio: rifiutare un pagamento tramite pos per uno scontrino di 100 euro farà scattare una sanzione per l'esercente di 34 euro (4% di 100 euro + 30 euro). L'obiettivo delle nuove regole è quello di perseguire l'evasione fiscale, limitando la circolazione del contante e avendo la certezza di gettito fiscale dalle transazioni. 

Cosa cambia da gennaio 2023 per chi paga spesso con bancomat e carte

Nella manovra del governo Meloni è stato eliminato l'obbligo di accettare i piccoli pagamenti con carte e bancomat: La bozza della legge di bilancio stabilisce infatti che "limitatamente alle transazioni di valore inferiore ai 60 euro" ci saranno nuove esenzioni nei casi individuati dal ministero delle Imprese e del made in Italy, che avrà sei mesi di tempo per varare un decreto ad hoc e stabilire i "criteri di esclusione al fine di garantire la proporzionalità della sanzione e di assicurare l'economicità delle transazioni in rapporto ai costi delle stesse". Nel frattempo, "sono sospesi i procedimenti e i termini per l'adozione delle sanzioni". In attesa che il ministero competente stabilisca quali saranno le nuove esenzioni le multe sono dunque sospese.

Quanto costa un pos?

Quando si parla dei costi del pos non bisogna considerare soltanto le commissioni. Possedere un pos ha infatti un prezzo, un costo fisico. Ci sono delle soluzioni che prevedono canoni mensili con diverse variabili a seconda dell'offerta che viene scelta.

Ad esempio, Intesa Sanpaolo applica un canone mensile di 18 euro se si acquista un Pos della gamma "Nexi SmartPos" entro il 31 dicembre 2022. Con Unicredit, invece, fino al 30 giugno 2022 era possibile beneficiare di zero costi di attivazione e un canone mensile scontato a 2,90 euro fino al 31 dicembre 2023 (l'offerta non è ancora stata aggiornata). Nexi permette di avere uno Smart Pos da 14,99 euro al mese oppure di pagare 149 euro per uno Smart Pos mini. Poste Italiane offre un Pos mobile a 59,90 euro + Iva e uno fisico a partire da 9,90 euro al mese. SumUp propone un pos a partire da 29,99 fino a 149,99, un costo una tantum, senza canone mensile. 

Multe a chi non accetta pagamenti con carta o bancomat: chi può farle e quando

Come funzionano i pagamenti pos

Oltre i costi fisici, i costi delle commissioni sui pagamenti col pos sono il motivo principale delle proteste dei commercianti e su cui si basano gli appelli dei politici. Bisogna subito chiarire che non si può stabilire in generale l'esatto ammontare dei costi: dipende da diversi fattori. Inoltre, il consumatore e il commerciante non sono gli unici soggetti coinvolti nel pagamento col pos. Quando si paga con carta di credito o bancomat, il commerciante paga una percentuale sul valore di quella transazione che ha due componenti: 

  • La commissione interbancaria: è la "tassa" sullo scambio che avviene tra la banca che ha emesso la carta di pagamento utilizzata nel pagamento dal cliente e la banca del commerciante che riceve il pagamento. Un regolamento europeo del 2015 ha imposto un tetto massimo alle commissioni interbancarie, dello 0,3% dell'importo speso per le transazioni con carta di credito e dello 0,2% per quelle con carta di debito o prepagata; 
  • Le commissioni dei circuiti coinvolti (Visa, Mastercard, American Express, Bancomat).

I costi delle commissioni per i pagamenti con il pos

Esempio pratico: Quando un consumatore paga 100 euro con la sua carta in un negozio, il negoziante paga all’intermediario convenzionatore una commissione (in questo caso potrebbe essere di 50 centesimi) per far sì che la carta usata dal cliente venga accettata. Una parte di questa somma (20 centesimi), va poi all’intermediario che ha emesso la carta con cui il cliente ha pagato. 

Quanto sono alte le commissioni sui pagamenti con pos

Il meccanismo di funzionamento dei pagamenti con carta rende difficile quantificare una percentuale della commissione valida per tutti, ma degli esempi possono dare un'idea sommaria della situazione.

Le percentuali riportate di seguito sono sempre quelle massime applicabili, quindi è probabile che spesso possano anche essere più basse. Ad esempio le commissioni di Nexi sono fisse, dello 0,99% o dell'1,89%, a seconda del Pos e dei relativi servizi utilizzati, ma fino al 31 dicembre 2022 le commissioni per i pagamenti inferiori ai 10 euro saranno rimborsate. Banca Sella applica una commissione dello 0,95% sui circuiti internazionali, incluse carte business, e dello 0,45% su PagoBancomat. Poste Italiane invece presenta una commissione che va dal 2,8% al 4,5% a seconda del circuito utilizzato, per una cifra massima che va da 1,80 euro ai 3,80 euro. Unicredit ha una commissione massima che va dall'1,75 al 2,4%, sempre in base alla carta utilizzata per il pagamento. Infine, SumUp propone una commissione complessiva fissa dell’1,95%.

Non solo evasione, il Pos conviene: il costo reale delle commissioni

Ne consegue che queste commissioni, soprattutto quelle più elevate, hanno un impatto maggiore nei pagamenti dove il prezzo è più basso e il margine di guadagno del commerciante è più risicato. Per incentivare i micropagamenti, Bancomat Spa, che gestisce il principale circuito per i pagamenti con carta di debito in Italia, ha eliminato le commissioni sui pagamenti fino a 5 euro per due anni, dall'1 gennaio 2021 al 31 dicembre 2022.

In generale possiamo dire che sì, i pos sono un costo più o meno rilevante per i commercianti: le commissioni sui pagamenti variano dallo 0,45% al 4,5%, con dei limiti massimi, a seconda dei circuiti utilizzati e della somma in questione (in alcuni casi al di sotto di certi limiti la commissione non si paga). La più o meno rilevanza dipende dal margine di guadagno del bene venduto, oltre che dalle altre variabili viste. In più, ci sono delle agevolazioni per diminuire il peso complessivo delle commissioni.

I bonus del governo per diminuire le commissioni 

I costi per il possesso di un pos e delle relative commissioni sui pagamenti vengono parzialmente tagliati grazie all'intervento dello Stato, che con una serie di agevolazioni diminuisce l'impatto sugli incassi dei commercianti. Per chi ha ricavi inferiori ai 400 mila euro l'anno si può richiedere un credito d’imposta del 30% sulle commissioni legate ai pagamenti elettronici. 

In più, c'è anche la possibilità di eliminare i costi per l'acquisto, il noleggio o l'utilizzo di strumenti che consentono ai consumatori finali di pagare con carte e bancomat. Il bonus spetta esclusivamente in caso di acquisto di Pos collegati ai registratori di cassa telematici, per un importo massimo di 160 euro. Il valore del credito d'imposta riconosciuto per professionisti e imprese che si dotano di Pos cresce per gli strumenti più evoluti: chi si dota di strumenti di pagamento elettronico che consentono anche la memorizzazione e la trasmissione dei dati, infatti, potrà contare su un bonus fino a 320 euro per soggetto.

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