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Giovedì, 28 Marzo 2024
Bancomat della discordia

Pos obbligatorio: cosa cambia col governo Meloni dal 1º gennaio 2023

Sarà molto più basso di 60 euro il tetto sotto il quale sarà possibile rifiutare pagamenti senza contanti: 40 o 30 euro. Ma non si esclude più nemmeno la cancellazione della norma inserita in manovra. Mettere a rischio i fondi del Pnrr per una leggina sui bancomat? Improbabile. Il punto della situazione

Con l'aumento a 60 euro del limite entro cui un esercente può rifiutarsi di accettare pagamenti con il Pos "si allentano due vincoli che possono contribuire a contrastare l'evasione fiscale e il riciclaggio di denaro". Non sono chiacchiere da bar, a dirlo è la presidente dell'Ufficio Parlamentare di Bilancio, Lilia Cavallari, nel corso di un'audizione alle commissioni bilancio di Camera e Senato sulla manovra, sottolineando che "la letteratura economica è pressoché concorde nel sostenere che l'aumento dei pagamenti in contanti possa comportare un incremento dell'evasione". Da una rilevazione dell'ufficio emerge che "le regioni italiane dove l'utilizzo del contante è più diffuso sono anche quelle in cui si stimano i maggiori livelli di evasione dell'IVA". Cosa succederà dunque?

Pos obbligatorio, soglia da 30 o 40 euro o cancellazione totale

Sembra sempre più probabile che l'esecutivo non andrà fino in fondo con la soglia fissata a 60 euro sotto cui non sarà obbligatorio accettare pagamenti con il bancomat. Ma riavvolgiamo il nastro.  A inizio estate, per attuare impegni presi con Bruxelles, il governo Draghi aveva introdotto una sanzione per chi avesse preteso il pagamento in contanti: non spiccioli, trenta euro di sanzione fissa, più il 4 per cento del valore della transazione "negata". Poi è arrivato il nuovo governo. La prima bozza della legge di bilancio firmata  Meloni aveva modificato la norma, alzando il limite minimo a trenta euro. La sanzione sarebbe dovuta scattare solo oltre. Poi si è andati persino oltre, un po' a sorpresa. La versione definitiva della legge di Bilancio ha alzato quella soglia ancora più in alto, a sessanta euro. Attenzione: va specificato che le regole non sono ancora in vigore (eventuali novità saranno operative dal primo gennaio). Ma sui social iniziano a circolare immagini di cartelli affissi nei negozi di chi non accetta più pagamenti con carta sotto quella soglia.

La soglia di 60 euro per il Pos? "Non ne farei una battaglia di religione, che siano trenta o quaranta, purché si lasci un minimo di discrezionalità nel potere pagare in contanti nei negozi di prossimità" dice Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia. La soglia a 40 euro vi andrebbe bene? "Si - ha detto Mulè a Radio1 - è a metà tra trenta e sessanta quindi va bene".

Il punto è che 60 euro viene considerato da molti osservatori una soglia realmente alta, fuori luogo nell'Italia del 2023. Se la soglia dovesse essere confermata a quel livello, tanto per fare un esempio, diventerebbe pressoché impossibile pagare un taxi senza i contanti, almeno nei casi in cui il tassista, come già avviene per altro senza la norma in vigore, si rifiuti di accettare le carte. Cosa cambia? Ora avrebbe anche la legge dalla sua parte e non rischierebbe più alcun tipo di sanzione. Se, come sembra probabile se si percorresse quella strada, l'offerta di taxi che consentono il pagamento con le carte dovesse ridursi sensibilmente, ci sarebbero conseguenze anche sul lato della domanda, con la clientela che progressivamente potrebbe assuefarsi al nuovo corso. Non citiamo i taxi a caso. Niente pos solo contanti, "finalmente posso fare come voglio". Così si è sentita rispondere Silvia Salis, olimpionica di lancio del martello e vicepresidente del Coni quando, arrivata in taxi all’aeroporto di Genova, ha chiesto al tassista di poter pagare con il bancomat. La storia è finita su Instagram, raccontata così da Salis: "Genova taxi verso l’aeroporto: vedo il pos quindi chiedo di pagare col bancomat 32 euro. Mi dice che ora lui non è più obbligato e che 'è finita la pacchia delle banche'. Di fronte alle mie obiezioni ha iniziato a urlare con arroganza che ora, lui, può fare come vuole". Con soglia a 60 euro diventerebbe anche molto difficile riuscire a utilizzare i pagamenti digitali nei negozi più piccoli e quasi impossibile con gli artigiani e nei mercati. Con una soglia simile e senza sanzioni, è facile immaginare che spariranno i pos anche in tante strutture turistiche, nella ristorazione e negli stabilimenti balneari.

Tutto porta a pensare che ci sarà una correzione: il tetto sopra il quale non sarà possibile rifiutare pagamenti con carte e bancomat passerà almeno da 60 a 40-30 euro (lo scontrino medio con carta è di 47,5 euro mentre con il contante sta tra i 15 e i 20 euro); non si esclude però che possa scendere ancora più in basso in extremis. "L'impostazione che Meloni ha dato è chiara: tutti gli aspetti non fondamentali della manovra, possono essere discussi e ridefiniti - dicealla Stampa Francesco Lollobrigida, ministro dell'Agricoltura e, di fatto, il numero 2 di Fratelli d'Italia - Se ci chiedono di mantenere così com'è il reddito di cittadinanza noi diciamo di no. Ma su altre cose siamo disposti a ragionare con serenità".

La soglia non sarà dunque fissata a 60 euro, e ci sono due strade percorribili: o sarà portata 30-40 euro, oppure ci sarà un dietrofront completo e totale con la cancellazione della norma. Mettere a rischio i fondi del Pnrr per una leggina sui bancomat? Improbabile. Sull'obbligo all'uso del Pos Giorgia Meloni ha ben presente che il fronte aperto più delicato non è quello interno ma quello con la Commissione europea che qualche giorno fa le ha recapitato un messaggio molto chiaro: se si mette in discussione quello che è un obiettivo nel Pnrr, anche i fondi diventano a rischio. L'opinione di Bruxelles sulla legge di bilancio italiana, fa sapere il commissario all'Economia Paolo Gentiloni, arriverà "nei primi giorni della prossima settimana".

Le critiche di Bankitalia e le tensioni col governo

Anche Bankitalia non ha lesinato critiche. Le disposizioni in materia di pagamenti in contante e l’introduzione di istituti che riducono l’onere tributario per i contribuenti non in regola rischiano di entrare in contrasto con la spinta alla modernizzazione del paese che anima il Pnrr e con l’esigenza di continuare a ridurre l’evasione fiscale» dice Bankitalia. Non solo. Via Nazionale ricorda, con riferimento agli oneri legati alle transazioni effettuate mediante strumenti di pagamento elettronici, che anche il contante ha costi legati alla sicurezza (come quelli connessi con furti, trasporto valori, assicurazione): "Stime al 2016 indicano che, per gli esercenti, il costo del contante in percentuale dell'importo della transazione è superiore a quello delle carte di debito e credito". E poi "limiti all'uso del contante, pur non fornendo un impedimento assoluto alla realizzazione di condotte illecite, rappresentano un ostacolo per diverse forme di criminalità ed evasione", e che"soglie più alte favoriscono l'economia sommersa; c'è inoltre evidenza che l'uso dei pagamenti elettronici, permettendo il tracciamento delle transazioni, ridurrebbe l'evasione fiscale".

La convinzione di Giovanbattista Fazzolari è che se la manovra riceve così tante critiche "è un buon segno, va bene" perché "vuol dire che non pende da nessuna parte". L'elenco, però, si allunga di giorno in giorno: dopo i sindacati e Confindustria la nuova bordata arriva pure da Bankitalia e sono stilettate che fanno male all'esecutivo. Il fidatissimo e ascoltatissimo sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'attuazione del programma non ci sta: "Bankitalia - dice Fazzolari - è partecipata da banche private, è una istituzione che ha una visione, legittimamente, e questa visione fa sì che reputi più opportuno che non ci sia più di fatto utilizzo di denaro contante". Insomma, ha interesse a volere "che i cittadini si avvalgano di una moneta privata del circuito bancario". Parole che non piacciono all'opposizione che parla di "inaudito attacco" e chiedono che vada difesa "l'indipendenza e l'autonomia di Banca d'Italia". In serata la frenata. "Fazzolari - precisano fonti di governo in serata - non ha mai messo in discussione l'autonomia di Bankitalia" e anzi ha ribadito "il pieno apprezzamento per l'operato di via Nazionale". Insomma, "nessuna polemica". L’attacco a Bankitalia s'inserisce secondo tutti gli osservatori più attenti nella partita per la successione di Visco, che scade a fine ottobre del 2023, e che spetta al governo Meloni.

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