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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Postepay e carte prepagate: attenzione ai controlli del Fisco

Memorandum per gli eventuali furbetti: anche chi utilizza le prepagate può essere sottoposto ad accertamenti fiscali

Le carte prepagate possono essere soggette a controlli da parte del Fisco? A dispetto di quanto possano pensare alcuni risparmiatori, la risposta è affermativa. Come ricorda il sito Money.it, anche chi utilizza PostePay e carte simili può infatti essere sottoposto ad accertamenti fiscali da parte dell’Agenzia delle Entrate. Il Fisco è infatti in grado di ricostruire qualsiasi movimentazione di denaro che interessa banche e poste.

Il motivo è molto semplice: gli istituti di credito - poste comprese - devono periodicamente trasmettere all’Agenzia delle Entrate tutti le informazioni relative ai contratti con i propri clienti, inclusi i saldi e dunque sia i movimenti in entrata che quelli che in uscita. Ciò non significa ovviamente che il Fisco ci controlli 24 ore su 24, ma che in caso di accertamenti l’Agenzia delle Entrate può ricostruire gli spostamenti di denaro dei contribuenti entro un certo periodo di tempo. Ciò vale sia per chi ha un normale bancomat che per chi usa le carte prepagate (come le PostePay), magari convinto che i propri movimenti di denaro non siano tracciabili. Non è così.

Al contrario, spiega Money, i controlli fiscali sulle prepagate possono essere retroattivi fino ad un massimo di cinque anni, in caso di presunte irregolarità emerse nella dichiarazione dei redditi.

Non solo: se gli illeciti vengono accertati il Fisco può anche pignorare le carte (prepagate comprese). La carta prepagata, spiega infatti il sito La legge per tutti, altro non è che un conto in cui il limite di spesa è costituito dal saldo stesso presente sulla carta. Si tratta di un conto a parte, rispetto ad un normale conto corrente, ma non per questo meno tracciabile.

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