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Martedì, 23 Aprile 2024
L'intervista

Povertà energetica, il caro bollette rischia di fare il doppio delle 'vittime' rispetto al Covid

"Spesso chi è in povertà energetica non sa di esserlo. È vero che le bollette sono care ma a volte il problema è anche un altro e si può risolvere", ha dichiarato Agnese Cecchini, founder di Alleanza contro la povertà energetica, in un'intervista a Today.it

Sempre più famiglie fanno fatica ad arrivare alla fine del mese. L’inflazione e il caro energia stanno erodendo il potere d’acquisto degli italiani, costringendo i più vulnerabili a scegliere tra mangiare o pagare le bollette. Questo fenomeno si chiama povertà energetica ed è presente anche in paesi industrializzati come il nostro. Anzi è un fenomeno sempre più in crescita: prima a causa del Covid e del conseguente aumento della disoccupazione, poi a causa della guerra in Ucraina che ha fatto lievitare i costi dell’energia. Le stime sui poveri energetici non fanno che peggiorare, specie in vista del raddoppio del costo delle bollette previsto per questo autunno.

Chi sono i poveri energetici, dove vivono e cosa si può fare per aiutarli in un momento così drammatico? Lo abbiamo chiesto a Agnese Cecchini, founder di Alleanza contro la povertà energetica, iniziativa che mira a sensibilizzare istituzioni, aziende ed enti sul fenomeno, soprattutto in questo momento in cui sono i più vulnerabili a subire maggiormente gli effetti del caro energia.

Povertà energetica: cos’è e chi è più a rischio. Le statistiche

I poveri energetici sono coloro che hanno difficoltà a pagare le bollette perché "devono scegliere tra mangiare o saldare la bolletta per il riscaldamento o il condizionatore", spiega Agnese Cecchini in un’intervista a Today.it. Si tratta di un problema presente anche nei paesi industrializzati come il nostro. Chi sono i soggetti più a rischio? In genere si tratta di pensionati, disoccupati, precari, famiglie molto numerose monoreddito, di persone che stentano ad arrivare alla fine del mese per pagare le bollette di luce e gas. Stiamo parlando di 2,1 milioni di famiglie (Elaborazioni OIPE su dati Eurostat 2020): di questi ‘solo’ circa 1,6 milioni di famiglie hanno beneficiato del bonus elettrico, uno dei principali strumenti di contrasto alla povertà energetica esistenti nel nostro Paese. La povertà energetica è presente soprattutto al Sud e nelle Isole e sembra caratterizzare, in maniera crescente, i piccoli centri e le aree suburbane e periurbane.

Povertà energetica Italia-2

La povertà energetica è un fenomeno che è cresciuto negli anni e sta crescendo ancora, in parte a causa del Covid (perché la disoccupazione è uno dei fenomeni che può portare le famiglie in povertà energetica), in parte a causa della guerra in Ucraina. In crescente aumento anche i vulnerabili, ossia quelle persone che con un minimo cambiamento possono cadere in povertà energetica (lavoratori stagionali, famiglie dove improvvisamente viene a mancare un reddito).

Povertà energetica Italia 1-2

"Le bollette energetiche raddoppieranno, così il costo è insostenibile anche per ceto medio"

Quale sarà l’impatto del raddoppio delle bollette sulla povertà energetica

Questi numeri sono destinati inevitabilmente a peggiorare. La povertà energetica, infatti, è un problema in aumento in Italia: "La cosa grave è che dopo l’estate le bollette aumenteranno. Noi abbiamo già visto un incremento della povertà energetica con il Covid e ci aspettiamo dal caro energia un impatto che sia almeno il doppio di quello registrato durante la pandemia – afferma la Cecchini - Poi ci troviamo in una contingenza davvero particolare, adesso c’è anche questa questione del crollo del governo. E' una situazione doppiamente critica, perché vuol dire che chi deve prendere delle misure in questo momento è rallentato".

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Gli interventi del governo sono riusciti a mitigare gli effetti del caro energia?

Le misure messe in campo dal governo Draghi per affrontare la crisi energetica "hanno un po’ sostenuto queste realtà, perché comunque sia hanno abbassato il costo degli oneri in bolletta, però si è alzato il costo dell’energia. Sono riuscite un po’ a mitigare ma non sono sufficienti", dichiara Agnese Cecchini, spiegando che servono misure strutturali per contenere il fenomeno della povertà energetica. In particolare, servono diversi approcci al problema, che guardino sia alla risolutezza immediata delle difficoltà sia a favorire il consolidamento di un sistema Paese in grado di attenuare il fenomeno, allargando lo sguardo non solo ai poveri energetici, ma anche alle famiglie prossime al rischio povertà.

Prima dell’estate l’Alleanza contro la povertà energetica ha inviato una lettera al Ministero della transizione ecologica con una serie di proposte per il contenimento immediato del fenomeno. Tra queste c’è l’estensione del bonus bolletta a Isee più alti, "anche se questa non è la soluzione al problema. I bonus è sempre meglio averli che non averli – afferma la Cecchini -, aiutano ma ci sono delle soglie troppo basse. Ottomila euro è davvero poco: per assurdo i sostegni che vengono dati a livello universitario sono con Isee molto più alti (20mila euro). Creiamo un tetto che sia coerente".

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Le misure strutturali contro il caro energia

Servono poi misure strutturali. Prima di tutto è necessario un giusto approccio politico al problema, perché finché continuiamo a non avere una corretta differenziazione sia di fonti energetiche che di approvvigionamento è ovvio che siamo in balia di una serie di variabili, ovvero della speculazione. Per evitare la speculazione bisogna quindi approvvigionarsi in modo differenziato, agire sotto un profilo strutturale, favorire il più possibile l’autoconsumo. 

Spesso però c’è un grande ostacolo che blocca le infrastrutture in Italia: la burocrazia, con controlli che si sovrappongono, sia nel privato che nelle grandi realtà e che bloccano i progetti. "Noi abbiamo un impianto di geotermia che viene continuamente bloccato dal Ministero della cultura. È ridicola questa cosa, lì ci sono altre logiche da seguire per il bene del Paese – dichiara la Cecchini - Pensiamo anche ai pannelli fotovoltaici nei centri storici, io non dico che bisogna tappezzare il centro città con i pannelli fotovoltaici, però anche lì una soluzione si potrebbe trovare. Servirebbe un’armonizzazione a livello legale, non può intervenire sempre il Cdm per sbloccare gli impianti. Tutti controllano, tutti bloccano e poi nessuno fa un lavoro di qualità. Miglioriamo la qualità e snelliamo i controlli".

C’è poi da fare un discorso a parte sull’iva. Noi paghiamo l’iva sia sull’energia che sui carburanti. Sul costo dell’energia che arriva in bolletta noi ci paghiamo l’iva al 22%, più gli oneri di sistema. "Non è possibile, c’è sicuramente un sistema a scatole cinesi", tuona la Cecchini.

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Povertà energetica e superbonus

Per contenere il fenomeno della povertà energetica bisogna intervenire anche sui consumi dei poveri energetici e delle famiglie a rischio povertà, come? Con l’efficientamento energetico delle loro abitazioni e con il rinnovo delle apparecchiature elettriche ed elettroniche di prima necessità. L’efficienza energetica delle abitazioni dei cittadini in povertà energetica è fondamentale, però il problema è che i veri poveri energetici hanno avuto enormi difficoltà con i bonus casa. Molti poveri energetici, infatti, sono in affitto o abitano in case popolari.

"Il superbonus sicuramente è un aiuto ma se lo abbiamo fatto per le villette al mare di certo non avrà un grande impatto su chi è davvero in difficoltà – osserva la Cecchini - In realtà chi è in povertà energetica non è stato aiutato. Questa è una delle tante battaglie che noi portiamo avanti: chiediamo di supportare i poveri energetici anche perché difficilmente una persona che ha difficoltà a fare la spesa metterà un pannello fotovoltaico o cambierà gli infissi, nonostante il bonus che permette di recuperare il 65% della spesa in 10 anni. C’è la cessione del credito ma è anche vero che certe cose bisogna saperle fare, ecco perché noi proponiamo l’introduzione di figure certificate che possano aiutare le persone in povertà energetica".

Insomma i poveri energetici vanno informati, guidati e supportati in queste iniziative, proprio come si fa con la sanità: "Ti arriva una lettera a casa che ti dice che hai un appuntamento per una visita di controllo in tale giorno e a tale ora. Così potrebbe arrivarti a casa una lettera che ti dice che hai diritto a un bonus per l’efficientamento energetico, avendo così un riferimento ben preciso per iniziare i lavori", propone la Cecchini.

Sostituire gli elettrodomestici per ridurre i consumi

Altro tema importante è la riduzione dei consumi per le famiglie in povertà energetica, tramite la sostituzione dei vecchi elettrodomestici con quelli più efficienti. Stiamo parlando di frigoriferi, lavastoviglie, lavatrici, pompe di calore, pannelli fotovoltaici, piastre ad induzione, che hanno un peso importante sulla bolletta. “Spesso chi è in povertà energetica non sa di esserlo – dichiara la Cecchini - È vero che le bollette sono care ma a volte il problema è anche un altro e si può risolvere. Fare capire che la stufetta consuma molto, però, non è sempre così facile. La diagnosi energetica quasi nessuno la fa, invece sarebbe importante”.

Sostituire gli elettrodomestici vecchi con quelli di classe A è fondamentale, soprattutto per chi è in povertà energetica, perché spesso queste persone non possono permettersi di spendere molto e alla fine consumano di più di quanto potrebbero e dovrebbero fare. “Quindi si potrebbe mandare una lettera a chi ha un Isee particolarmente basso per dire che si ha diritto ad un frigorifero più efficiente, sembra assurdo ma non è una cosa poi così irrealizzabile”, suggerisce la Cecchini.

L’importanza dei controlli sui bonus

Le misure a sostegno della povertà energetica rischiano però di farci diventare tutti poveri energetici, ma a quel punto ci saranno i controlli, da effettuare soprattutto con la tecnologia che abbiamo oggi a disposizione. Grazie alla tecnologia, infatti, possiamo sapere moltissime cose sui cittadini: “Possiamo vedere quanto consuma una famiglia rispetto a un reddito, non dico di scavalcare la privacy – dichiara la Cecchini -, però i mezzi ci sono se solo volessimo. Sui controlli, ma anche su tante altre cose, secondo me servirebbe un’implementazione intelligente delle tecnologie di cui disponiamo. Noi abbiamo tutti contatori intelligenti, allora usiamoli, non devono servire solo per far sapere quanto consumiamo e per farci arrivare proposte commerciali. Abbiamo tutto sul piatto ma poi non lo mettiamo in rete”.

La transizione energetica rischia di amplificare le disuguaglianze

Come abbiamo ben capito i cittadini in povertà energetica e le persone vulnerabili subiscono maggiormente gli effetti del caro energia e dell’inquinamento, perché impossibilitati ad adeguare i loro stili di vita con strumenti più efficienti e meno impattanti per l’ambiente. Proprio per questo sembra doveroso porre l’accento sul tema, visto che ci troviamo agli inizi di una rivoluzionaria transizione energetica. Se la povertà energetica non verrà presa seriamente in considerazione le disuguaglianze sociali potrebbero aumentare nel tempo mentre il nostro obiettivo deve essere sempre quello di costruire una società più inclusiva. “Non c’è transizione ecologica se una fascia della popolazione ne resta esclusa, per questo la transizione energetica e la transizione sociale viaggiano di pari passo in questo cammino”, scrive l’Alleanza contro la povertà nella lettera inviata al ministro per la transizione ecologica Roberto Cingolani.

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