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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia Roma

Precari ostaggio del Pd: l'Istat "occupato" ad oltranza dagli scienziati a tempo determinato

Trecento lavoratori in attesa di futuro, il sospetto di un fattaccio politico dietro l'accantonamento della vertenza Istat. Eppure i soldi ci sono: 15 milioni già stanziati. La lotta si sposta a lunedì quando al Nazareno Renzi terrà la direzione "dem"

Prima sono saliti sul tetto dell'Istituto Nazionale di Statistica, poi si sono incantenati al portone in via Cesare Balbo nel centralissimo quartiere romano dell'Esquilino, ora ne occupano l'aula magna: sono i 350 precari dell'Istat su cui pesa l'ennesimo conto alla rovescia per poter vedere luce in un futuro da troppo tempo fumoso, cristallizzato nelle carte di una vertenza annosa. 

Sacchi a pelo buttanti in terra dietro la cattedra, striscioni con slogan appesi ai muri e alle finistre: in un paese normale scene più consone alle occupazioni delle scuole piuttosto che del centro nevralgico che censisce, analizza, fotografa gli italiani. Invece nella cornice dei precari c'è anche il 20% dell'intera forza lavoro dell'Istat, l'Istituto che fornisce quei dati che in un'attualità fattà di opioni definisce i confini del certo da quello dell'opinabile.

"Stabilizziamo la ricerca": la vertenza Istat, precari da 6 anni

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L'ultima "infornata" per il censimento del 2011: dal 2010 in circa 350 entrano in Istat con un contratto a tempo determinato di 2 anni. Di proroga in proroga da sei anni sono diventati parte della forza motrice, senza di cui l'Istat si trova in empasse. E ora è partita la sperimentazione del "censimento permanente" che indagherà gli italiani anno per anno.

"Qui c'è chi fa le buste paga, chi si occupa di ricerche, chi di analisi dei dati e chi di comunicarli, tutti precari - parla Marina, contratti temporanei con l'Istat da 6 anni - e con noi ci sono anche tanti che invece sono interni, ma per solidarietà stanno sospendendo riunioni e convegni". 

Il perché di tanta mobilitazione è tutta nei tempi, dilatati quelli di un "caso" che si trascina di governo in governo, stretti quelli per trovare una soluzione con il prossimo voto degli emendamenti al cosidetto decreto milleproroghe da parte della Commissione Bilancio.

Nei giorni scorsi, infatti, le poche righe che consentirebbero l'immissione in ruolo di 350 lavoratori precari vincitori di concorso è stato accantonato dalla commissione Affari Costituzionali della Camera. "Problemi tecnici" si sforzano a dire dalla maggioranza: l'emendamento porta la firma del senatore Pd Giorgio Santini, esponente della minoranza "dem", uno dei fattori che più preoccupa i precari Istat che vedono il loro futuro alla mercé dei veti e contro veti della guerra tra bande interna al Nazareno.

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"Il lavoro svolto ora dai precari è necessario al funzionamento dell'Istituto" ha commentato Giorgio Alleva che dell'Istat è il presidente. All'assemblea dei lavoratori riunita stabilmente nell'Aula Magna si è detto determinato a raggiungere il risultato e di aver ricevuto l’impegno politico dai massimi organi del Governo, sui quali ripone la massima fiducia. "Non ho dubbi che questa partita sarà vinta" Non è possibile indebolire l’Istituto non facendo passare questo emendamento ed è quanto ho comunicato agli interlocutori istituzionali".

Già all’inizio di dicembre si era concretizzata la possibilità di chiudere in modo positivo la vertenza che riguarda 350 lavoratori dell’Istat: in Legge di Bilancio, con l’inserimento di un emendamento volto ad estendere i requisiti imposti dalla vigente  legge Dalia, che regola la partecipazione a procedure di reclutamento riservate al personale a tempo determinato. Il provvedimento, oggetto di una lunga trattativa tra i vertici dell’Istat, Ministeri e Organi Vigilanti, è stato bocciato in sede di Commissione Bilancio.

Negativo anche il secondo tentativo quando, nonostante le rassicurazioni dello staff della Ministero della Pubblica Amministrazione da cui l'Istat dipende, il ministro Marianna Madia vede respinto dal Consiglio dei Ministri l'inserimento della normativa all'interno del testo del Decreto Milleproroghe.

Ma a far nascere i sospetti di un fattaccio politico dietro l'accantonamento della vertenza Istat è l'affaire parallelo dei precari dell'Istituto Superiore della Sanità: 550 precari che dipendono dal Ministro Lorenzin e che hanno visto la propria vertenza, respinta dal Governo, rientrare nel testo di legge tramite un emendamento approvato dalla Commissione Bilancio. 

La direzione Pd che si terrà lunedì sarà ancora più infuocata. "No ci saremo, ci devono spiegare perché noi siamo rimasti esclusi dal processo di regolarizzazione" protestano i trecento nell'aula magna dell'Istat che vedono nell'accantonamento "temporaneo" dell'emenamento il preambolo di una nuova bocciatura.

Eppure i soldi ci sono: 15 milioni di euro sono già stanziati, 9 milioni per il 2017, 6 per il 2018 come certificato dalla ragioneria. 

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I manifestanti che, benché abbiano l'appoggio di Cgil e Usb, sottolineano che si tratta di una vertenza portata avanti in modo collegiale da parte di tutti i trecento "scienziati a tempo determinato" e reputano la vertenza non rinviabile: "Perché il reclutamento di tutto il personale a termine è avvenuto attraverso procedure concorsuali pubbliche a cui è seguita una fase di formazione che ha permesso l’inserimento di oltre 350 ricercatori e tecnici in tutte le attività ordinarie dell’Istituto. Da oltre un quinquennio il personale a "tempo determinato" dell’Istat rappresenta circa il 20% dell’intera forza lavoro dell’Istituto ed è parte integrante delle attività connesse alle sperimentazioni metodologiche che condurranno alla realizzazione del censimento permanente, già deliberato in coerenza con le direttive europee, una trasformazione metodologica garantirà il risparmio di centinaia di migliaia di euro per le casse dello Stato e consentirà all’Istat di assolvere al ruolo istituzionale stabilito dalla normativa nazionale ed europea sul sistema statistico nazionale.

Chiedono che la loro vertenza sia valutata nel merito e non in base ad equilibri politici tutti interni al partito di maggioranza e martedì 14 febbraio venga espresso dal Governo parere favorevole  riguardo l’emendamento 1.35 testo 2 che risolverebbe la questione del precariato nell’Istituto.

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