Benzina, il governo pronto alla retromarcia: cosa succede questa settimana
L'obbligo per i benzinai di indicare la media aritmetica dei prezzi praticati su base regionale potrebbe saltare. Nuovo appello per tagliare l'Iva sui carburanti al 4 per cento. Intanto il tetto dei due euro al litro in modalità "servito" è già realtà (di nuovo)
Il dossier benzina è ancora aperto. Anzi, spalancato. L'aumento da inizio gennaio del prezzo della benzina, conseguenza della decisione di non prorogare lo sconto sulle accise che era stato varato dall'esecutivo Draghi, continua a fare discutere. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha inizialmente difeso quella scelta, spiegando con un video sui social di aver preferito usare i 10 miliardi che sarebbero stati necessari, per altre misure. Una polemica sulla presunta speculazione dei distributori, insieme al pressing degli alleati (oltre che di larghe fette di elettorato care alla destra) hanno infine portato alla decisione - l'11 gennaio - di varare il cosiddetto decreto trasparenza, che impone ai benzinai di esporre cartelli con il prezzo medio accanto a quello da loro praticato. Una scelta che ha portato al primo grande sciopero dell'era Meloni - quello dei distributori appunto - poi ridotto da due a un giorno.
Intanto il tetto dei due euro al litro quando si tratta di benzina e diesel in modalità "servito" è già realtà (di nuovo), ma anche in modalità self service la soglia psicologica dei due euro al litro si avvicina pericolosamente: per ora il prezzo medio è attestato poco sotto agli 1.9 euro: per fare il pieno a un serbatoio da 40 litri servono circa 70 euro.
Retromarcia sul cartello col prezzo medio?
Sul fronte del caro benzina oggi il governo sarebbe pronto a fare la prima vera marcia indietro. La norma che nei giorni scorsi ha provocato lo scontro tra l'esecutivo e i gestori delle pompe prevede l'obbligo per i benzinai di indicare la media aritmetica dei prezzi praticati su base regionale, rilevata dal ministero sulla base delle comunicazioni ricevute da tutti gli esercenti. La nuova cartellonistica sarebbe un unicum in tutta l'Unione europea. L'obbligo, secondo il provvedimento, entra in vigore dopo quindici giorni dall'adozione del decreto attuativo. In caso di violazioni, si rischiano sanzioni salatissime da 500 a 6 mila euro. L'Antitrust sostiene che i cartelli con il prezzo medio regionale potrebbero avere un effetto controproducente sulla concorrenza: gli operatori che applicano prezzi più bassi, infatti, potrebbero conformarsi al parametro medio a danno degli automobilisti. Inoltre, i gestori in concorrenza sono quelli nel raggio di pochi chilometri, è tra loro che si gioca una partita sugli sconti; immaginare un prezzo medio per gli impianti di un'intera regione è, ne è convinta l'Antitrust, di scarsa utilità: la conseguenza quasi certa sarebbe di allineare i prezzi, ma alzando quelli più bassi, non certo il contrario.
I sindacati di categoria chiedono a gran voce di modificare la norma che stabilisce l'esposizione sui cartelloni del prezzo medio dei carburanti, misura a cui è legata un pacchetto di sanzioni molto pesante. "Siamo disponibili, sulla base delle sollecitazioni che giungeranno in Parlamento, ad eventuali modifiche migliorative", spiega il ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso. Cosa succederà in concreto? Prima di metà settimana ci saranno delle riunioni di maggioranza alla Camera in vista della scadenza degli emendamenti fissata proprio per mercoledì; poi, partendo dalle proposte presentate dai gruppi, il governo depositerà un proprio emendamento.
Il tavolo permanente per il riordino complessivo del settore è un impegno dell'esecutivo. Il prossimo appuntamento è fissato per l'8 febbraio.
L'appello per il taglio dell'Iva sui carburanti
"Continuiamo a sostenere la necessità di andare avanti sulla strada intrapresa all’indomani del grave errore commesso dal Governo eliminando del tutto lo sconto sulle accise, che resta comunque un'opzione da riadottare. Sarebbe sbagliato eliminare i nuovi cartelli indicatori dei prezzi e ridurre all'irrilevanza le sanzioni contro chi viola le regole, ma soprattutto chiediamo che, almeno in via transitoria, sia ridotta fortemente l’Iva sui carburanti (applicata anche sull’importo dell’accisa), portandola al 4%". E' quanto scrive Federconsumatori in una nota, stimando in "oltre 200 euro annui il risparmio a famiglia" da tale operazione.
"Non si arresta in questi giorni la corsa dei prezzi dei carburanti: oggi - ricorda l'associazione - la benzina ha raggiunto picchi di 1,90 euro al litro e il diesel di 1,96 presso alcuni distributori. Livelli ben al di sopra del dato medio di 1,88 per la benzina e 1,92 per il diesel riportati da Quotidiano Energia e del "Prezzo Medio Italia" settimanale pubblicato dal Ministero delle Imprese e del M.I. sulla base delle comunicazioni ricevute dalla rete distributiva e dalle compagnie petrolifere, che si attesta a 1,829 euro al litro per la benzina e 1,875 per il gasolio. Alla luce di questi evidenti discostamenti troviamo poco condivisibile la posizione dell’Antitrust, il cui presidente ha affermato che non c’è 'necessità di introdurre un meccanismo di calcolo e di diffusione di valori di riferimento medi, atteso che appaiono incerti i benefici per i consumatori a fronte invece di un possibile rischio di riduzione degli stimoli competitivi'"
"La trasparenza nell’informazione ai consumatori è, a nostro avviso, la base fondamentale sulla quale possono effettuare le loro scelte. Una maggiore trasparenza e l’esposizione di un prezzo medio a livello territoriale, distinto tra self e servito, nonché tra rete autostradale e rete urbana e interurbana - scrive ancora Federconsumatori nella nota - non rappresenta, a nostro avviso, un limite alla competitività. Anzi, in un mercato sano potrebbe incoraggiarla, incentivando i distributori ad applicare prezzi convenienti per attrarre più clienti". "Tale operazione, ovviamente, deve avvenire di pari passo con l’attività di vigilanza e controllo dei comitati territoriali introdotti con il decreto sui carburanti; proprio a tal proposito venerdì, in audizione alla Camera, ne abbiamo chiesto un ampliamento dei poteri, una maggiore partecipazione delle Associazioni dei Consumatori ed una più stretta collaborazione con l’attività dell’Agcm. Sarà compito di quest’ultima intervenire, soprattutto in caso di ipotesi di cartello o allineamento al rialzo dei prezzi paventato dal suo Presidente. È semmai opportuno che sia precisata per legge la fattispecie di reato di eccesso speculativo sui prezzi dei beni di consumo", conclude l'associazione.
I prezzi oggi
Chiusura di settimana al ribasso per le quotazioni internazionali dei prodotti raffinati. E il riflesso si è visto sui listini dei prezzi consigliati. Ciò nonostante, le medie nazionali dei prezzi praticati alla pompa hanno continuato a salire, sulla scia dei rialzi dei prezzi consigliati che hanno caratterizzato tutta la settimana: benzina in 'fai da te' a 1,88 euro/litro, 'servito' a 2,02 euro/litro; gasolio “fai da te” a 1,92, servito a 2,06 euro/litro. Stando alla consueta rilevazione di Staffetta Quotidiana, Q8 ha ridotto di un centesimo al litro i prezzi consigliati di benzina e gasolio.
Queste sono le medie dei prezzi praticati comunicati dai gestori all'Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico ed elaborati dalla Staffetta, rilevati alle 8 di ieri mattina su circa 18mila impianti: benzina self service a 1,880 euro/litro (+5 millesimi, compagnie 1,883, pompe bianche 1,876), diesel a 1,922 euro/litro (+4, compagnie 1,927, pompe bianche 1,912). Benzina servito a 2,017 euro/litro (+7, compagnie 2,059, pompe bianche 1,934), diesel a 2,059 euro/litro (+5, compagnie 2,104, pompe bianche 1,971).Gpl servito a 0,781 euro/litro (-1, compagnie 0,792, pompe bianche 0,768), metano servito a 2,120 euro/kg (-12, compagnie 2,132, pompe bianche 2,110), Gnl 2,597 euro/kg (-21, compagnie 2,614 euro/kg, pompe bianche 2,584 euro/kg). Questi sono i prezzi sulle autostrade: benzina self service 1,952 euro/litro (servito 2,210), gasolio self service 1,992 euro/litro (servito 2,251), Gpl 0,886 euro/litro, metano 2,176 euro/kg, Gnl 2,593 euro/kg.