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Giovedì, 28 Marzo 2024
Punti di vista

La produzione cola a picco mentre Meloni festeggia il Pil. Consob: "Rischi per la democrazia"

Scenario a tinte fosche per l’economia italiana mentre "l’orchestrina meloniana festeggia sul Titanic"

Produzione industriale in caduta libera, investimenti fermi, risparmi al palo: l’economia italiana non sembrerebbe essere poi così tanto in salute come vorrebbe farci credere la premier Meloni. I dati diffusi oggi dall’Istat e quelli della Consob dipingono uno scenario a tinte fosche per l’economia del nostro Paese, andando ad appannare le stime del Pil che tanto esaltano i membri del governo, incuranti dell’effetto distorsivo del Pnrr sulle previsioni di crescita. Come stanno davvero le cose? Proviamo a rispondere a questa domanda facendo (dati alla mano) un quadro completo della situazione.

Il crollo della produzione è un “campanello di allarme”

Pochi giorni fa l’Ocse ha rivisto al rialzo le stime di crescita dell’economia italiana, stimando un Pil in aumento dell’1,2% nel 2023. Soddisfatta la premier Meloni, convinta che il "dato più importante è un Pil italiano che cresce oltre la media europea". Secondo la presidente del Consiglio, l’economia italiana starebbe rispondendo bene alle azioni del governo: "Non è un fuoco di paglia. L’Italia ha appena raggiunto il record storico di numero di occupati e di contratti stabili, a proposito di chi parla di precarizzazione del lavoro, e tutto è trainato dall’occupazione femminile".

Se la premier pensa che per misurare lo stato di salute di un’economia siano sufficienti le stime del Pil e i dati sull’occupazione (peraltro senza contare che molti pur lavorando si ritrovano a vivere in povertà), come giustifica i deludenti dati diffusi oggi dall’Istat sulla produzione industriale? Secondo l’ufficio di statistica nazionale nel mese di aprile si è registrata una contrazione dell’output del -7,2% su base annua, la peggiore da luglio 2020 (subito dopo l'esplosione della pandemia) quando la flessione era stata dell'8,3%. Pessimo anche il dato su base mensile: -1,9%, record negativo da settembre 2022 (-2,2%). Il netto calo registrato dalla produzione industriale nel mese di aprile "rappresenta un indubbio campanello d'allarme sullo stato di salute della nostra economia", avverte l'Ufficio studi di Confcommercio segnalando un possibile andamento negativo anche nel mese di maggio.

Famiglie e imprese in difficoltà

Il crollo della produzione industriale dimostra nei fatti che le aziende non sono riuscite a superare indenni la crisi energetica. A soffrire sono soprattutto le imprese del legno, della carta e della stampa (-17,2%), della fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (-13,6%),  della fabbricazione di prodotti chimici, della metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-10,9% per entrambi i settori) e dei beni di consumo (-7,3%).

"Una Caporetto, sia per le nostre imprese che per il Paese. Altro che ripresa record - afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione nazionale consumatori (Unc) -. Non solo prosegue l'andamento negativo della produzione industriale per il quarto mese consecutivo, nei dati destagionalizzati congiunturali, ma la caduta è un burrone. Il crollo dei beni di consumo, -7,3% su aprile 2022, dimostra che manca una politica dei redditi e che urge ridare capacità di spesa alle famiglie, salvaguardando il loro potere d'acquisto, altrimenti gli italiani non consumano le imprese non producono".

Savona (Consob): "Rischi per la democrazia"

Il settore industriale è davvero in crisi e lo dimostrano anche le 15 società che nel 2022 hanno lasciato Piazza Affari, la quotazione in Borsa. Si tratta del maggior numero di addii e del peggior saldo tra entrate e uscite dal 2010. La situazione è talmente preoccupante da mettere a rischio persino la democrazia. "L'inflazione è come un'Idra dalle molte teste; se una viene tagliata e cauterizzata, agiscono le altre" e "un'elevata inflazione crea i presupposti anche per una deformazione della democrazia e l'emersione di forme di violenza sociale", ha dichiarato nella relazione annuale della Consob il presidente Paolo Savona, sottolineando che "gli aumenti del costo della vita si sono trasmessi alla tassazione, ma non ai salari, che hanno finora mostrato maggiore rigidità".

Crollo produzione industriale, il governo minimizza

E mentre fioccano commenti positivi degli esponenti di governo sul successo del collocamento del Btp Valore, il titolo di Stato riservato ai piccoli risparmiatori, assistiamo a un silenzio tombale su questi (catastrofici) dati. Solo il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha provato a dare una spiegazione, sostenendo che la produzione industriale italiana "risente del blocco di una parte dell'economia europea, quella tedesca in particolare".

Per il momento, dunque, il governo cerca di minimizzare anche perché "l'orchestrina meloniana sul Titanic", parole del vicepresidente del M5s Mario Turco, non potrebbe fare altro visto che solo pochi giorni fa festeggiava le previsioni di crescita del Pil.

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