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Giovedì, 25 Aprile 2024
L'Italia arranca

Le rinnovabili non decollano: quanta energia produciamo con fotovoltaico ed eolico

La maggior parte della produzione nazionale arriva ancora dalle centrali termoelettriche, fotovoltaico e pale eoliche garantiscono insieme meno del 15% del fabbisogno, marginale l'importo del geotermico. Serve un cambio di passo

L'Italia arranca sulla strada della transizione energetica. Nel 2021 la produzione lorda di energia elettrica generata da fonti rinnovabili è addirittura scesa di mezzo punto percentuale rispetto all'anno precedente passando da 116,9 a 116,3 terawatt. Sul dato, va detto, incide il calo della produzione di energia idroelettrica che è diminuita di oltre 4 punti a causa della siccità che ha colpito varie zone della penisola. Ma in generale il trend non è proprio entusiasmante. Secondo i dati diffusi da Terna, uno dei principali operatori europei di reti per la trasmissione dell'energia, nel 2021 la produzione nazionale lorda è stata pari a 289,1 TWh, mentre quella destinata al consumo - al netto dell'energia assorbita dai servizi ausiliari e dalle perdite di pompaggio - è stata di 277,1 TWh. 

Produzione energia elettrica in Italia-2

Quanta energia produciamo con le fonti rinnovabili

Tutto ciò a fronte di un consumo di 319,9 TWh in crescita del 6,2% sul 2020 con i consumi che si sono riportati ai livelli pre-pandemia. Per far fronte alla domanda l'Italia ha importato 42,8 TWh di energia dall'estero (pari al 13,4% del fabbisogno), mentre l'86,6% è stato garantito dalla produzione nazionale. Una produzione che dipende ancora in maniera massiccia dalla quota di energia termoelettrica non rinnovabile che viene prodotta principalmente grazie al gas (oltre il 40% del gas che importiamo viene utilizzato proprio per produrre elettricità).

Ebbene, nel 2021 gli impianti termoelettrici hanno prodotto il 59% dell'energia lorda nazionale, laddove le fonti rinnovabili giocano ancora un ruolo secondario per quanto comunque importante.

Nel dettaglio: dal fotovoltaico abbiamo ricavato 25 TWh, vale a dire l'8,7% dell'energia prodotta e circa il 7,8 di quella consumata nel 2021. Rispetto all'anno precedente l'aumento è stato di appena lo 0,4%, un'inezia. Con l'eolico sono stati prodotti 20,9 TWh (+11,5%), dalle bioenergie (biomasse, biogas, rifiuti urbani etc) sono arrivati 19 TWh mentre l'energia geotermica, ovvero prodotta grazie allo sfruttamento del calore naturale presente nel sottosuolo, è ancora poco sfruttata e copre circa il 2% della produzione totale.

La parte più consistente dell'energia pulita (il 16,4% della produzione nazionale) arriva invece dall'idroelettrico e dunque viene generata da impianti risalenti in molti casi a decenni fa. Dalle fonti rinnovabili (idroelettrico incluso) ricaviamo in totale circa 116 TWh, circa il 36,3% dell'energia consumata e poco più del 40% di quella prodotta. La strada che ci porta verso un futuro sostenibile (e, si spera, bollette più basse) è ancora lunga. Anche perché negli ultimi anni i progressi sono stati piuttosto modesti. Basti pensare che negli ultimi cinque anni la nostra produzione di energia pulita è aumentata di appena 8 TWh, con dati piuttosto modesti sia sul versante eolico che sul fotovoltaico. 

Per raggiungere gli obiettivi sul clima serve un cambio di passo

Ciò nonostante, secondo quanto delineato da Terna e Snam in un documento che fa il punto sugli scenari futuri, raggiungere gli impegni presi con l'Europa non è un'utopia. Con la normativa europea sul clima, l'Ue si è posta l'obiettivo vincolante di conseguire la neutralità climatica entro il 2050 e la riduzione delle emissioni di almeno il 55% entro il 2030. Con la previsione per l'Italia di arrivare a una quota di rinnovabili sul fabbisogno elettrico totale di circa il 65%. Una sfida molto ambiziosa se pensiamo che da qui al 2030 il consumo di energia è destinato a passare da 320 a 366 TWh per l'elettrificazione dei trasporti (auto elettriche) e degli impianti di riscaldamento.

Lo scenario FF55, si legge nel documento di Terna e Snam, "prevede che saranno necessari quasi 102 GW di impianti solari ed eolici installati al 2030 per raggiungere gli obiettivi di policy, con un incremento" di ben 70 Gigawatt (Gw) rispetto ai 33,9 che risultano installati oggi (solo tra fotovoltaico ed eolico). Serve un cambio di passo che però al momento non c'è: nel 2021, se consideriamo solo impianti solari e pale eoliche, sono stati installati meno di 2 Gigawatt. Si tratta di un obiettivo "sfidante" precisano Terna e Snam, ma che "appare raggiungibile sia dal punto di vista tecnico che della maturità del mercato, considerando che Terna ad oggi ha già ricevuto oltre 250 Gw di richieste di connessione di nuove" fonti rinnovabili "e che negli anni 2009-2010 si sono già raggiunti in Italia tassi di installazione annui comparabili". Alla luce dei dati degli ultimi anni però servirebbe un'accelerazione decisa. 

Quali sono i Paesi più virtuosi per l'energia pulita

Anche perché in Europa c'è chi è molto più avanti di noi. Nel 2020 (dati Eurostat) il nostro Paese ha prodotto con le fonti rinnovabili il 37% dell'elettricità che abbiamo consumato contro il 42,8% della Spagna e il 44,7% della Germania. Tra i Paesi che fanno meglio troviamo anche Portogallo (58%), Danimarca (65%), Svezia (74%) e Austria (78%). In cima alla classifica ci sono invece Norvegia e Islanda che addirittura producono più energia green di quanta riescano a consumarne. 

Se per consolarci vogliamo guardare a chi fa peggio di noi dovremmo invece citare Paesi Bassi, Belgio e Francia che producono da fonti rinnovabili circa un quarto della loro energia. L'Italia in ogni caso non è tra i Paesi più virtuosi. Specie se teniamo in considerazione lo "score" degli ultimi anni. Dal 2013 al 2019 la percentuale di energia green rispetto al consumo totale è salita di poco più di 3 punti, dal 31,3% al 34,9. Nello stesso periodo la Germania è passata dal 25,2 al 40,6%. Forse si poteva fare meglio. 

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