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Giovedì, 25 Aprile 2024
Le regole

Quando la quarantena dei lavoratori viene pagata (e quando no)

Dal 1° gennaio chi ha avuto un contatto stretto con un positivo al covid non può restare a casa in via precauzionale percependo l'indennità di malattia. Ecco come stanno agendo le imprese per tutelare la salute dei lavoratori

Dal 1° gennaio 2022, i lavoratori che hanno avuto un contatto stretto con una persona poi risultata positiva al Covid-19 non possono restare a casa in quarantena “precauzionale”, percependo l’indennità di malattia anche se non si hanno sintomi. Nei casi in cui succede, Giovanni Marcantonio - segretario del consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro -, ha spiegato che ove possibile il lavoratore viene collocato in smart working. L’alternativa sarebbe invece che l’occupato si metta in ferie o che sia il datore di lavoro a garantire permessi retribuiti aggiuntivi.

Nel caso invece in cui un genitore sia costretto a restare a casa per vigilare sul figlio in didattica a distanza, fino al 31 marzo 2022 ha diritto al congedo parentale speciale per Covid-19 retribuito al 50%. Per usufruire della misura, il minore, però, non deve avere più di 14 anni. E intanto è stata prorogata fino al 28 febbraio la corsia preferenziale dello smart working per i lavoratori fragili.

Il lavoratore costretto a casa per lunghi periodi di malattia non può essere licenziato per il “periodo di comporto” che nella maggior parte dei contratti di categoria è fissato a 180 giorni. Alcuni lavoratori, però, potrebbero sforare questo periodo a causa delle quarantene che fino al 31 dicembre 2021 erano considerate malattia. Resta l’incognita sulla quarantena che non è chiaro se, ai fini del licenziamento, può essere contata come malattia o meno

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