rotate-mobile
Martedì, 23 Aprile 2024
Quota 102

Pensioni: lo scenario più probabile dopo Quota 100

Il confronto tra governo e parti sociali è solo all'inizio. I sindacati propongono uno schema flessibile senza paletti fissi, ma Quota 102 torna sottotraccia a far parlare di sé dopo mesi: evitare lo scalone dopo il 31 dicembre è essenziale. Non sarà semplice trovare la quadra

L’opzione più probabile per superare Quota 100 oggi come oggi sembra essere la Quota 102, un sorta di Quota 100 rivisitata. Dal 2022 in tal caso sarebbe possibile accedere al pensionamento con 64 anni di età e con almeno 38 anni di contributi (che sommati danno, appunto, come totale 102). Siamo nel campo delle ipotesi. Il confronto tra governo e parti sociali è solo all'inizio.

Pensioni con Quota 102: perché l'opzione è percorribile

L'altra ipotesi di riforma del sistema pensionistico che, tra le tante ventilate in queste ultime settimane, è quella della divisione della quota pensione in due quote: retributiva e contributiva. Lo ha spiegato qualche giorno fa il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico. L'ipotesi prevede un "anticipo pensionistico solo per la parte contributiva: 62/63 anni e 20 anni di contributi. Il resto (la quota retributiva) lo si ottiene a 67 anni". Si potrebbe prevedere "1 anno in meno per ogni figlio per madri lavoratrici, oppure aumento del coefficiente di trasformazione corrispondentemente e 1 anno in meno per ogni 10 anni di lavori usuranti/gravosi, oppure aumento del coefficiente di trasformazione corrispondentemente (semplificando la certificazione)". Inoltre il "blocco delle aspettative di vita per coorti". L'anticipo pensionistico per la parte contributiva si potrebbe quindi dare a 62-63 anni mentre il resto (la quota retributiva) la si otterrebbe solo anni dopo, a 67 anni. 

Altri scenari per andare definitivamente oltre Quota 100 sono Quota 41 (41 anni di contributi, a qualsiasi età anagrafica) passando per la Quota 92 di cui si era fatto promotore Graziano Delrio (Pd): prevederebbe 30 anni di contributi e 62 d'età, ma in tal caso ci sarebbe un taglio sull'assegno forse troppo pesante.

I sindacati propongono uno schema che vada oltre la Quota: puntano da tempo all'uscita flessibile dai 62 anni in avanti. La "novità" di quest'anno è che un intervento d'impatto non è rinviabile. Il rischio dal 1 gennaio 2022 sarebbe infatti uno scalone impressionante. La pensione di vecchiaia (Legge Fornero) prevede il ritiro dal lavoro a 67 anni e un'anzianità contributiva minima di anni 20. Quota 100 consente di anticipare la pensione a 62 anni di età con 38 di contributi fino al 31 dicembre 2021, dal primo gennaio si tornerebbe alle regole di prima e quindi allo "scalone" di cinque anni di età. Di colpo il pensionamento sarebbe accessibile solo a partire dai 67 anni di età (con pensioni dai 62 anni di età solo per le mansioni logoranti).

Come funzionerebbe Quota 102 per andare in pensione

Quota 102 torna sottotraccia a far parlare di sé dopo mesi. Era già tra le varie opzioni esaminate dai tecnici dell'esecutivo "Conte 2": si parlava di consentire l'uscita anticipata con almeno 63-64 anni d'età e 39-38 anni di versamenti (Quota 102) ma con un sistema di penalità a crescere (imperniato sul ricalcolo contributivo) per ogni anno d'anticipo rispetto alla soglia di vecchiaia (67 anni). Mef e ministero del Lavoro potrebbero tornare ad esaminare con attenzione la proposta. A spingere per Quota 102 è Alberto Brambilla, presidente di Itinerari previdenziali ed ex sottosegretario al Lavoro: pensionamento con 64 anni d'età e 38 anni di contributi, di cui non più di due di contribuzione figurativa.

Se saranno mantenuti identici i requisiti per la pensione di vecchiaia con 67 anni di età adeguata alla aspettativa di vita e almeno 20 di contribuzione, l'ipotesi di Quota 102 per andare in pensione prima sarebbe fattibile con:

  • 64 anni di età anagrafica (indicizzata alla aspettativa di vita);
  • 38 anni di contributi di cui non più di 2 anni figurativi (cioè quelli accreditati dall’Inps per i periodi non lavorati, ma comunque coperti da contribuzione. Esclusi dal computo maternità, servizio militare, riscatti volontari).

La provocazione Quota 73

Rimarrebbe in ogni caso da stabilire con la massima chiarezza il taglio dell’assegno che verrebbe incassato fino alla naturale scadenza fissata a 67 anni. La quadra potrebbe forse essere trovata con una flessibilità in uscita dai 62-63 anni (i sindacati su questo punto non intedono mollare) o con 41 anni di contributi: a ciò si accompagnerebbe la richiesta di riconoscere la gravosità di determinati lavori. Siamo solo all'inizio e forse fino all'autunno inoltrato non si giungerà a una sintesi. Evitare però che un potenziale beneficiario di Quota 100 dal 1 gennaio del 2022 debba aspettare 5 anni, invece di un suo omologo fortunato nato qualche mese prima, per andare in pensione, è un'urgenza e qualcosa inevitabilmente andrà fatto.

Secondo uno studio di qualche tempo fa della Cgil i 40enni di oggi con un lavoro saltuario o part time rischiano di andare in pensione non prima dei 73 anni. L’Ocse è un po’ più ottimista: 71 anni. Forse prima o poi, più che di quota 100, 102 o 103, sarà anche il caso di parlare di questa "quota 73", ovvero del futuro del sistema pensioni in Italia a lungo termine.

Pensioni: perché il problema di Draghi si chiama Salvini

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Pensioni: lo scenario più probabile dopo Quota 100

Today è in caricamento