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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Caritas lancia l'allarme giovani: "Più poveri dei genitori"

E' stato presentato il Rapporto 2017 su povertà giovanili ed esclusione sociale in Italia: "Dati drammatici, il futuro è un'incertezza"

Poveri giovani e giovani poveri, “con davanti un futuro incerto, venato di difficoltà e arretratezze”: è la preoccupazione denunciata dal Rapporto 2017 su povertà giovanili ed esclusione sociale in Italia, la cui 16esima edizione, in vista della prima Giornata mondiale dei Poveri del 19 novembre, e intitolata Futuro Anteriore, si concentra quest’anno sul tema della povertà giovanile in Italia e in Europa.

“I dati oggi ci dicono una cosa drammatica: i figli stanno peggio dei genitori, i nipoti peggio dei nonni”, ha detto mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, presentando il rapporto questa mattina a Roma nella sede dell’associazione della Stampa estera: “Se i giovani oggi dovessero cercare una santa protettrice è la moglie di Lot, che camminava rivolta all’indietro. Oggi i nostri ragazzi purtroppo guardano il futuro con la testa all’indietro perché siamo di fronte a un futuro incompiuto, un futuro anteriore, con lo sguardo rivolto al passato che, pur con i suoi evidenti limiti, conseganava ai giovani una prospettiva”. Ai giovani si prospetta “un ‘futuro anteriore’ appunto, in cui si guarda al futuro ma con lo sguardo rivolto al passato”.

Il confronto tra i diversi paesi dell’Unione Europea penalizza fortemente l’Italia”, scrive don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana, nell’introduzione del rapporto: “Siamo il terzo paese dell’Unione ad aver incrementato il numero dei giovani in difficoltà, che dal 2010 al 2015 sono passati da poco più di 700 mila a quasi 1 milione . La crisi economica ci lascia un piccolo ‘esercito’ di poveri, superiore per entità a quello della popolazione di un’intera regione italiana”.

Sulla base di dati pubblici e di fonte Caritas, il rapporto mostra che in Italia anche nel 2016 si registra un lieve incremento dell’incidenza della povertà: in uno stato di grave povertà vivono 4 milioni 742 mila persone. Un dato che se confrontato con quello di dieci anni fa, in termini percentuali, fa registrare un incremento del 165,2 per cento del numero dei poveri. Quattro le categorie più svantaggiate: i giovani (fino ai 34 anni); i disoccupati o i nuclei il cui capofamiglia svolge un lavoro da “operaio e assimilato”; le famiglie con figli minori e i nuclei di stranieri e misti. Sono i giovani e i bambini, però, a pagare il prezzo alto. Secondo il rapporto, “in Italia, un giovane su dieci vive in uno stato di povertà assoluta; nel 2007 si trattava di appena un giovane su 50. In soli dieci anni l’incidenza della povertà tra i giovani (18-34) passa dall’1,9 per cento al 10,4 per cento; diminuisce al contrario tra gli over 65”.

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