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Venerdì, 29 Marzo 2024
ECONOMIA

Un'Italia sofferente dove le donne "resistono di più" alla crisi

Arriva il rapporto annuale Istat che fotografa il lento declino del Belpaese: mai così basse le nascite, 100mila giovani in partenza per l'estero, 6,3 milioni di disoccupati e 7,6 milioni di poveri. Sono le donne che 'mandano avanti' le famiglie

Una fotografia che sembra ancora lontana da una vera ripresa. Questa l'impressione se si consulta il nuovo rapporto Istat, presentato a Montecitorio. “Un'Italia in grande sofferenza a causa della crisi economica che ha messo a dura prova il tessuto sociale. Alcuni dati sono impressionanti e ci lanciano un messaggio di allarme che dovrebbe indurre a dare risposte immediate” ha commentato la presidente della Camera Laura Boldrini, nel corso della presentazione.

NASCITE AL MINIMO STORICO - Da vent'anni in Italia non si facevano così pochi bambini: nel 2013 si sono iscritti alle anagrafe 515mila bambini, 12mila in meno rispetto al minimo storico, registrato nel 1995. Negli ultimi cinque anni sono nati in tutto 64mila bimbi in meno.

DALL'ITALIA SI SCAPPA - Sono il 36% in più rispetto all'anno scorso i giovani che nel 2013 hanno deciso di trasfersi in un altro Paese. Secondo i calcoli dell'istituto di statistica sarebbero in tutto 94mila i giovani che sono andati via dall'Italia negli ultimi cinque anni. Mete di destinazione privilegiate sono Regno Unito, Germania e Svizzera.

Allo stesso modo sono meno i migranti che decidono di fermarsi da noi: nel 2012 gli ingressi sono stati 321mila, -27,7% rispetto al 2007. Aumenta invece il numero di stranieri che se ne vanno (+17,9%).

NON E' UN PAESE PER GIOVANI - Sembra proprio che siano i giovani i soggetti più colpiti dalla crisi: in cinque anni gli occupati tra i 15 e i 34 anni sono 1 milione e 803 mila in meno. Il percentuale il tasso di occupazione giovanile è sceso dal 50,4% del 2008 al 40,2% del 2013. Sul tema lavoro è importante anche analizzare i dati per 'genere': il tasso di occupazione è al 34,7% tra le donne e raggiunge il 45,5% tra gli uomini.

MA LE DONNE RESISTONO MEGLIO ALLA CRISI - Non per nulla aumentano le famiglie con donne ‘breadwinner’, ovvero in cui la donna l’unica ad essere occupata: sono il 12,2% mentre erano soltanto il 9,4% nel 2008. Tra il 2008 e il 2013 le famiglie in cui l’unico occupato è una donna sono aumentate di 591mila unità, superando i 2,3 milioni.

IL GRANDE DIVARIO TRA RICCHI E POVERI - "L’Italia è uno dei paesi europei con la maggiore disuguaglianza nella distribuzione dei redditi primari, guadagnati dalle famiglie sul mercato impiegando il lavoro e investendo i risparmi" si legge nel rapporto. E  nonostante l’intervento pubblico, "in Italia il livello di disuguaglianza rimane significativo".

PICCOLI MIGLIORAMENTI - In realtà sembra che nell'anno appena passato qualche effetto della crisi abbia avuto meno pressione sulla popolazione: le famiglie in condizioni di “grave deprivazione” sono scese al 12,5%, pari a 7,6 milioni di individui. Nel 2012 erano il 14,5%,  8,7 milioni. L'Istat li definisce "piccoli segnali positivi". Minuscoli se si considera che 2013 emergono 3 milioni di famiglie che potrebbero essere in difficoltà, dove nessuno lavora.

INFLAZIONE E PIL - Nel 2013 l'inflazione è calata ma è anche vero che perdura la fase di recessione economica e quindi debole rimane la domanda dei beni di consumi. In percentuale nel 2013 l'inflazione è stata dell'1,2%, nel 2012 era al 3%.
In calo anche il Pil: nel 2013 si è nuovamente contratto arrivando al -1,9%. Solo nel quarto trimestre c'è stato un piccolo segnale di ripresa del +0,1%, dopo nove trimestri consecutivi di contrazione.

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