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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Rdc, meno della metà dei beneficiari ha trovato lavoro: solo uno su 7 a tempo indeterminato

Secondo i dati diffusi dall'Anpal dal 6 marzo 2019 al 31 settembre 2021 sono stati attivati oltre 1,5 milioni di lavori tra i beneficiari del Reddito di cittadinanza

Interpretabili i dati diffusi dall'Anpal sul Reddito di cittadinanza (Rdc), in un rapporto intitolato "La condizione occupazionale dei beneficiari Rdc" presentato oggi dal Commissario straordinario Michele Tangorra. Con estrema sintesi possiamo dire che sulla base dei dati diffusi dall'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, in 30 mesi meno della metà dei percettori del Reddito di cittadinanza ha trovato un lavoro, e uno solo su 7 a tempo indeterminato. Prima di tutto vale la pena ricordare che Il Reddito di cittadinanza è una misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all'esclusione sociale. Si tratta di un sostegno economico ad integrazione dei redditi familiari associato ad un percorso di reinserimento lavorativo e sociale, di cui i beneficiari sono protagonisti sottoscrivendo un Patto per il lavoro o un Patto per l'inclusione sociale. 

Entusiasta dei dati il commissario di Anpal Raffaele Tangorra, a dimostrazione del fatto che l'Rdc non è affatto "un disincentivo all’occupazione”. Nel periodo tra il 6 marzo 2019, data in cui è stato introdotto il sussidio, fino al 30 settembre 2021, gli Rdc attivabili sono risultati pari a 1.808.278, rileva l'Anpal. Di questi poco più del 30% ha avuto almeno un nuovo contratto di lavoro (546.598 percipienti), per un totale di 1,214 milioni di nuovi rapporti di lavoro attivati, il 63% dei quali a termine. 

Nonostante gli effetti negativi della patdemia e le limitate caratteristiche di occupabilità dei percettori dell'Rdc, (il 48,5% dei beneficiari è più vicino al mercato del lavoro mentre il 51,5% è difficilmente occupabile), sono oltre un milione e mezzo i posti di lavoro attivati dai beneficiari dell'Rdc:

  • 1,2 milioni i nuovi rapporti di lavoro;
  • 320 mila i già occupati all'ingresso.

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Rdc: un lavoro su sette è a tempo indeterminato

Nella maggior parte dei casi i nuovi rapporti di lavoro instaurati si caratterizzano per un elevato livello di precarietà, associato a periodi di occupazione brevi o molto brevi ma anche a bassissimi livelli professionali dei lavoratori. Tra coloro che riescono a trovare un nuovo posto di lavoro prevale nettamente il tempo determinato, pari a circa due terzi del totale. Quelli a tempo indeterminato sono meno della metà dei rimanenti, ma comunque uno su sette. L'Anpal segnala che la condizione occupazionale dei beneficiari Rdc non è poi così distante rispetto a quella che si registra sul mercato del lavoro: con il 63% dei contratti a tempo determinato e il 18% a tempo indeterminato. Secondo l'Agenzia nazionale questo scenario dipinge "una debole capacità di permanenza nell'occupazione, accompagnata da un'evidente altrettanto marcata difficoltà di uscita dalla condizione di povertà che ne ha determinato l'ingresso in misura".

Le deputate e i deputati del Movimento cinque stelle in commissione lavoro vedono il bicchiere mezzo pieno: "Chi per mesi si è scagliato contro il Reddito di cittadinanza arrivando a definirlo 'metadone di Stato' oggi, di fronte ai dati del rapporto Anpal sulla condizione occupazionale dei beneficiari, dovrebbe avere il buongusto di chiedere scusa. Fra marzo 2019 e settembre 2021, infatti, oltre mezzo milione di persone hanno avuto almeno un nuovo contratto di lavoro".

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