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Venerdì, 29 Marzo 2024
Un'economia da riavviare

Perché si torna a parlare di Italia in recessione

L'allarme lanciato dal ministro della Transizione Roberto Cingolani: "Ci saranno dunque conseguenze a lungo termine per questi eventi che sono successi negli ultimi mesi. La recessione è già qui". Ecco quando si verifica questa condizione economica e cosa comporta

"Siamo già in recessione". Una frase che non può non destare preoccupazione, pronunciata nei giorni scorsi dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani: "La recessione è già qui, ma proprio per questo bisogna spingere verso l’economia verde". Una condizione in cui l'Italia e l'Europa si trovano dopo gli avvenimenti che hanno flagellato l'economia mondiale negli ultimi anni. Dopo la pandemia, l'inizio del conflitto in Ucraina è stata l'ennesima mazzata per tutti. Il rischio concreto è proprio quello di uno scenario recessivo, magari non pesante come quello provocato dal Covid, ma comunque importante.

"L'Italia è già in recessione"

"Dobbiamo considerare gli investimenti a lungo termine della guerra in Ucraina - ha spiegato Cingolani - Ci saranno dunque conseguenze a lungo termine per questi eventi che sono successi negli ultimi mesi. L’unica cosa che possiamo fare è imparare la lezione. Avremmo dovuto avere una visione più chiara, essere più intelligenti nel gestire il nostro mix energetico. È ora di cambiare e vorrei che fosse chiaro che per il futuro abbiamo bisogno di fonti energetiche verdi programmabili e questo non può essere fatto senza tecnologie, come ad esempio la cattura del carbonio, la fusione nucleare e piccoli reattori moderni. È ora di investire in ricerca sviluppo e tecnologia altrimenti raggiungeremo il 2030 assolutamente inadatti a rispondere alle sfide".

Secondo il ministro della Transizione ecologia, la recessione potrebbe essere un effetto indiretto delle sanzioni: "Les sanzioni potrebbero partire in maniera istantanea. Il risultato sarebbe una guerra economica e sociale facendo entrare il Continente in una recessione senza precedenti". Una preoccupazione manifestata di recente anche dal leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte: "Lo dissi a Draghi quando lo incontrai per le questioni sull'aumento delle spese militari: si prefigurava una situazione economica drammatica, dalle bollette ai costi dei generi alimentari, con una prospettiva di severa recessione. Abbiamo già il 12% di lavoratori poveri con paghe da fame. In più c'è un ceto medio che continua ad impoverirsi. Perciò dobbiamo intervenire sulle dinamiche salari. L'extragettito dobbiamo utilizzarlo per alzare la soglia degli stipendi dei lavoratori".

Cos'è la recessione

Spesso, quando si parla della crisi economica di uno Stato, si sente parlare di recessione. Ma cosa significa? In realtà il termine ha un utilizzo ben specifico, legato sì all'andamento di un Paese, ma con parametri ben precisi. In linea generale la recessione rappresenta l'opposto della crescita economica e si verifica quando un Paese non sfrutta a pieno la sua capacità produttiva. Secondo il sistema di calcolo proposto nel 1975 dall’economista Julius Shiskin in un articolo sul New York Times, divenuto quello adottato universalmente, un Paese può considerarsi in recessione se per due trimestri consecutivi l'andamento del suo Prodotto interno lordo (Pil) è inferiore ai livelli che si potrebbero ottenere usando completamente ed in maniera efficiente tutti i fattori produttivi a disposizione. In poche parole, significa che l'economia non sta facendo abbastanza rispetto alle sue potenzialità. 

Trattandosi di un fenomeno molto complesso, influenzato da molteplici fattori e con diversi livelli di gravità, le sue conseguenze sono varie e di varia entità: si va da un calo dell'occupazione dovuto ad un minor livello produttivo fino all'aumento del costo della vita. Una condizione che, se prolungata nel tempo, può diventare cronica e si "trasforma" in depressione. Secondo gli economisti questa condizione si verifica quando la fase di recessione dura per tre o quattro anni e la variazione negativa del Pil supera il 10%. L'Italia, per fortuna, non è ancora a questi livelli, ma anche uscire da una breve recessione non è certo un'impresa semplice. Inoltre, ogni Paese ha la sua storia e di conseguenza la sua crisi, un ulteriore motivo per cui non esiste una ricetta unica. In molti casi la recessione viene generata dal calo della domanda aggregata, ossia dalla richiesta di beni e servizi, quindi il primo passo per uscirne fuori è sicuramente riavviare l'economia spingendo su questo fattore. Da maggiori investimenti ai tagli su imposte s simili, le teorie sono molte, ma trovare il giusto equilibrio dipende soprattutto dalle disponibilità e dalle scelte economiche di ogni Paese.

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