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Martedì, 16 Aprile 2024
Economia

Il governo passa l'esame del recovery: da Bruxelles il primo ok al piano italiano

"Entro luglio i primi 25 miliardi di euro" spiega il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta

La valutazione della Commissione Ue del Pnrr italiano vede tutte A, cioè il massimo voto, e una B alla voce 'Costi', come per gli altri piani approvati finora. Nella pagella che sarà approvata entro domani e che la presidente Ursula Von der Leyen consegnerà al premier Draghi a Roma, si sottolinea che il piano "contribuisce ad affrontare in modo soddisfacente" le raccomandazioni specifiche della Ue.

"Il Pnrr italiano è ben allineato al Green Deal, con il 37% di misure indirizzate alla transizione climatica, tra cui progetti di efficientamento energetico degli edifici (Superbonus) e per favorire la concorrenza nel mercato del gas e dell'elettricità. Al digitale è dedicato il 25% del piano, con misure per la digitalizzazione delle imprese, incentivi fiscali per la transizione 4.0, la banda larga e il sostegno a ricerca e innovazione." spiega la Commissione secondo quanto appreso dall'ANSA 

"L'Italia ha dimostrato di essere un paese serio e credibile" spiega il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta intervenendo al ForumP.A. "Entro luglio - ha aggiunto Brunetta - avremo i primi 25 miliardi previsti". "L'Italia sarà fra i primi Paesi ad aver approvato dalla Commissione Europea il proprio Pnrr."

Come cambierà il futuro con il nuovo Recovery Plan di Mario Draghi

L’Italia disporrà di circa 248 miliardi di euro, più quelle del programma React-Eu che verrano spese negli anni 2021-2023. Si tratta di altri fondi per ulteriori 13 miliardi. Il Pnrr che ha tre obiettivi principali.

  • Nel breve periodo riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica. 
  • Nel medio-lungo termine, il Piano affronta alcune debolezze che affliggono la nostra economia e la nostra società da decenni: i divari territoriali, le disparità di genere, la debole crescita della produttività e il basso investimento in capitale umano e fisico.
  • Infine, le risorse del Piano contribuiscono a dare impulso a una compiuta transizione ecologica.

Ma che Italia sarà quella del futuro?

  • Almeno 40 miliardi sono destinati alla digitalizzazione e all’innovazione, sia delle pubbliche amministrazioni che del sistema produttivo privato.
  • 0,9 miliardi serviranno per la creazione di un ambiente “cloud”, un’area totalmente virtuale in dipendenti pubblici potranno reperire e appoggiare informazioni e dati. Da lì si potrà accedere a qualsiasi tipo di informazione, si potrà viaggiare via internet per arrivare a qualsiasi amministrazione del paese. 
  • 24,3 miliardi sono destinati alle imprese, sotto forma di incentivazione fiscale
  • 6 miliardi per portare entro il 2030 in tutta la penisola la connettività a 1 Gbps e la piena copertura 5G delle aree popolate.
  • 6 miliardi a favore delle strutture turistiche e ricettive che vorranno seguire il trend di modernizzazione all’interno di un piano di rilancio del turismo, che vedrà al centro i piccoli borghi.
  • 0,3 miliardi direttamente agli studi cinematografici di Cinecittà gestiti da Istituto Luce Cinecittà SRL (del Ministero) per migliorare il livello qualitativo e quantitativo dell’offerta produttiva
  • 500mila euro per Caput-Mundi, cioè un progetto turistico che vede al centro Roma
  • 20 miliardi per la creazione di più posti negli asili e per il tempo pieno.Verranno costruite più mense scolastiche, per la cui realizzazione si prevedono fondi che si assoceranno anche a quelli per la costruzione e la messa in sicurezza di infrastrutture dedicate allo sport a scuola.
  • 30 miliardi per istruzione e formazione, con la riduzione delle classi pollaio, aumento del tempo pieno, più orientamento per gli studenti e formazione per i docenti.
  • 0,4 miliardi per tutte le imprese rosa
  • 60 i miliardi di euro previsti per pannelli ad energia solare su di una superficie complessiva pari a 4,3 milioni di metri quadrati e riqualificazione delle strutture produttive, rimozione dell'amianto sui tetti di ogni immobile.
  • incentivi in conto capitale per chi andrà verso un ammodernamento dei macchinari agricoli, permettendo così l’introduzione di tecniche in grado di ridurre l’uso di pesticidi e l’utilizzo di tecnologie di agricoltura 4.0, nonché l’ammodernamento del parco automezzi al fine di ridurre le emissioni.
  • 0,6 miliardi sono pronti solo per una nuova mobilità ciclistica: il Recovery prevede 570 km di piste ciclabili urbane e metropolitane e di circa 1.250 km di piste ciclabili turistiche. La misura prevede anche la realizzazione di 240 km di rete attrezzata per le infrastrutture del trasporto rapido di massa suddivise in metro (11 km), tram (85 km), filovie (120 km), funivie (15 km). Ci sarà anche un rinnovo di 3.360 autobus, 53 treni e 3.800 mezzi dei vigili del fuoco, che dovranno diventare ad impatto zero.
  • Si potenzieranno le tratte ferroviarie Milano-Venezia, Verona-Brennero e Liguria-Alpi, migliorando i collegamenti d’Oltralpe con i porti di Genova e Trieste. Al Centro del Paese si rafforzeranno due assi Est-Ovest (Roma-Pescara e Orte-Falconara), riducendo significativamente i tempi di percorrenza e aumentando le capacità; verrà inoltre potenziata e velocizzata la linea adriatica da Nord a Sud. Si estenderà l’alta Velocità al Sud, con la conclusione della direttrice Napoli-Bari, l’avanzamento ulteriore della Palermo-Catania-Messina e la realizzazione dei primi lotti funzionali delle direttrici Salerno-Reggio Calabria e Taranto-Potenza-Battipaglia.
  • Adeguamento di alcune linee regionali (tra cui Canavesana, Torino-Ceres, Bari-Bitritto, Rosarno-San Ferdinando, Sansepolcro-Terni, Benevento-Cancello, la rete gestita da Ferrovie del Sud-Est, Ferrovie Appulo Lucane) agli standard tecnici della rete nazionale, sia dal punto di vista infrastrutturale che tecnologico di sicurezza.
  • Alta velocità al sud con il completamento della Napoli-Bari, la Palermo-Catania-Messina e la Salerno-Reggio Calabria.
  • Torna in mano allo Stato la titolarità di ponti, viadotti e cavalcavia sulle strade di secondo livello a quelle di primo livello (autostrade e strade statali), che oggi sono ad appannaggio di Comuni, dalle Province e dalle Regioni allo Stato. La manutenzione sarà di competenza dell'ANAS e delle società concessionarie autostradali.

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