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Mercoledì, 24 Aprile 2024
La proposta

Reddito di cittadinanza: cos'è il "congelamento" all'orizzonte e cosa cambia nel 2021

Il ministro Orlando vorrebbe consentire a chi percepisce il "sussidio simbolo" di lavorare senza perdere il diritto all’assegno e nemmeno la sua consistenza. Ovvero, chi oggi prende il rdc e trova un lavoro a termine, può "congelare" la prestazione assistenziale, accettare il contratto e, al termine del rapporto, continuare a percepire il beneficio alle stesse condizioni di prima. Intanto arriva un miliardo in più. Nuovi furbetti scoperti

Se ne parla da un po', e la frequenza con cui anche dal governo si torna regolarmente sull'argomento fa ritenere che le novità siano davvero possibili, anche a breve. Cambia il reddito di cittadinanza, e le prime "modifiche" potrebbero essere delineate già nel Decreto sostegni: sì al rifinanziamento ma, nel frattempo, cercare di evitare che il numero dei beneficiari aumenti, dando loro maggiori possibilità di trovare un’occupazione. Sarebbe questo il principio che anima il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, nell’affrontare la spinosa questione.

Reddito di cittadinanza 2021: cosa può cambiare prima dell'estate

Orlando, in audizione a Montecitorio, ha annunciato di voler rifinanziare il reddito di cittadinanza con 1 miliardo di euro ma anche di consentire a chi percepisce il sussidio di lavorare senza perdere il diritto all’assegno e nemmeno la sua consistenza. Ovvero, chi oggi prende il reddito di cittadinanza e trova un lavoro a termine, potrebeb «congelare» in maniera più chiara e netta rispetto a prima la prestazione assistenziale, accettare il contratto e, al termine del rapporto di lavoro, a prescindere dalla cifra guadagnata, continuare a percepire il beneficio alle stesse condizioni di prima (anche economiche) mentre cerca una nuova occasione. Siamo nel campo delle ipotesi: l'idea sarebbe quella di dare confini più chiari alla sospensione, in modo che sia un'opzione più allettante rispetto a ora

L'ulteriore miliardo che il Governo investirà nel reddito di cittadinanza si aggiunge ai 4 miliardi già previsti nella legge di Bilancio per i prossimi nove anni, ai 7,3 miliardi che arrivano dalla legge istitutiva del sussidio per il 2021 e agli altrettanti miliardi stanziati per il 2022. Il tutto nella previsione che i beneficiari aumenteranno anche di un quarto a causa della crisi pandemica.

Secondo Orlando, se l’Italia ha evitato che la crisi economica si trasformasse in questi mesi difficili in crisi sociale è stato anche grazie al reddito di cittadinanza, e al reddito di emergenza: ecco perché anche quest’ultimo verrà rafforzato con un aumento della soglia massima per chi vive in affitto e con un allargamento ai disoccupati che tra il 1° luglio 2020 ed il 28 febbraio 2021 hanno finito la Naspi o la Dis-Coll e non hanno un altro tipo di aiuti. A loro potrebbero arrivare altre tre mensilità di reddito di emergenza.

Reddito di cittadinanza e l'assistenzialismo: un tema complicato

Il ministro Pd, però, vorrebbe evitare che tutto questo sistema portasse le famiglie meno abbienti ad "accomodarsi" nell’assistenzialismo. Se, da una parte, mette più soldi sul piatto per tamponare un’innegabile emergenza economica, dall’altra vuole aggiungere olio agli ingranaggi che muovono il meccanismo dell’occupazione. In sostanza: rimettere in moto nella maniera più efficace il sistema delle politiche attive che garantisca anche l’adeguata e continua formazione di chi deve inserirsi nel mercato del lavoro. Se questa leva non funziona, il meccanismo rischia di incepparsi di nuovo e saranno di più le mani tese ad aspettare un sussidio rispetto a quelle pronte a rimettersi a lavorare. Meno assegni di reddito di cittadinanza non significa solo trovare lavoro per chi oggi non ce l’ha ma evitare che chi oggi ce l’ha resti senza lavoro. Ecco, allora, che il ministero guidato da Orlando ha pronto un pacchetto da circa 10 miliardi di euro, metà dei quali servirà a finanziare l’ennesima proroga della cassa integrazione Covid gratuita per le imprese. Inoltre c’è la proroga fino al 30 giugno del divieto di licenziamento, pur con le relative deroghe (cessazione dell’attività, fallimento, accordo collettivo di incentivo all’esodo).

Reddito di cittadinanza e madri con minori a carico: novità in vista

"Abbiamo presentato un'interrogazione al ministro del Lavoro per chiedere se non sia opportuno, in occasione dell`auspicato intervento di aggiornamento sulla disciplina del Reddito di cittadinanza, prevedere una maggiore tutela per le madri con minori a carico che rischiano di essere escluse da questa forma di sostegno perché nel conteggio 'ISEE minori' viene calcolato anche il reddito del coniuge separato che però spesso contribuisce economicamente ai bisogni del minore soltanto sulla carta". Lo dichiarano in una nota congiunta Debora Serracchiani, presidente della commissione Lavoro, e Alessia Rotta, presidente della commissione Ambiente.

"Con la normativa vigente - proseguono le due esponenti dem - rischiamo dunque di penalizzare proprio le donne sole con figli minori a carico, ossia tra quelle figure che in questo momento di pandemia più hanno subito la crisi e avrebbero maggiormente bisogno di un contributo da parte dello Stato. Far rientrare nel conteggio 'ISEE minori' il reddito del padre che purtroppo a volte è soltanto teorico penalizza in maniera doppia le donne, le quali non solo non riescono ad ottenere quanto spetterebbe loro di diritto, ma a causa di un contributo che non ricevono vengono escluse anche dal Reddito di cittadinanza. Sarebbe un'ingiustizia intollerabile". "I numeri ci dicono che la crisi generata dal Covid sta colpendo più di altri le madri lavoratrici. Il Reddito di cittadinanza - concludono Serracchiani e Rotta - si è dimostrato una misura di grande portata sociale, lavoriamo dunque per renderlo il più efficace possibile, risolvendo storture e ingiustizie, e potenziamolo in favore di chi in questo anno ha visto fortemente peggiorare la propria condizione sociale".

Si ipotizza tra le altre cose anche una restrizione dell’ambito del rinnovo del reddito di cittadinanza dopo i 18 mesi per tutti i percettori riconosciuti "occupabili", senza possibilità di rinnovo, il tempo necessario quindi per trovare un’occupazione. Altro intervento sollecitato da più parti riguarderebbe l’introduzione di un sistema premiante (tutto da definire) a favore dei percettori che hanno trovato occupazione. Una delle più insistenti critiche è che RdC deriva dalla normativa sottostante, che in alcuni casi può disincentivare il percettore a cercare occupazione, e condurlo senza dubbio alcuno a richiedere il rinnovo del sussidio alla scadenza dei 18 mesi.  

Palermo e Teramo, più di 100 nuovi "furbetti" del reddito di cittadinanza

A Palermo i finanzieri del 2° Nucleo Operativo Metropolitano, in collaborazione con funzionari dell'Inps, hanno individuato nel capoluogo siciliano 74 cosiddetti "furbetti" del reddito di cittadinanza, che percepivano senza averne diritto, secondo l'indagine svolta. In particolare, i soggetti controllati non hanno dichiarato rispettivamente: vincite al gioco per importi superiori a 20.000 euro; di percepire redditi esenti per importi superiori a 6.000 euro; un patrimonio immobiliare, diverso dalla prima casa, per un valore superiore a 30.000 euro,; o ancora di essere proprietari di motoveicoli immatricolati per la prima volta nei due anni antecedenti la domanda del sussidio, con cilindrata superiore a quella consentita, ovvero 250 centimetri cubici. Tutti elementi che non consentono la possibilità di richiedere il reddito di cittadinanza. Per questo motivo i 74 sono stati denunciati e segnalati all'Inps per la revoca del beneficio e il recupero delle somme erogate, pari a oltre un milione e 200 mila euro.

In Abruzzo i Finanzieri delle compagnie di Teramo e Giulianova e delle tenenze di Nereto e Roseto degli Abruzzi, nel corso di appositi servizi hanno individuato e denunciato 31 persone che percepivano indebitamente il reddito di cittadinanza, accertando una frode di oltre 250mila euro. Diverse le tipologie di illeciti riscontrate dalle fiamme gialle. In alcuni casi, infatti, i percettori del beneficio sono stati trovati a svolgere attività lavorative "in nero" come imbianchini, camerieri presso ristoranti o alla guida di mezzi in un cantiere edile, mentre in altri casi avrebbero presentato, insieme alle domande, false autocertificazioni Isee, omettendo di indicare il proprio patrimonio immobiliare (in un caso, il più significativo, del valore di 182.000 euro). 

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