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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia Italia

Per il reddito di cittadinanza ci sono risorse solo per il Sud

Volendo garantire la copertura all'intera platea di 2,3 milioni di nuclei familiari, il sussidio scenderebbe in maniera considerevole e sarebbe compreso tra i 178 euro e i 490 euro di un nucleo con oltre 5 componenti

Le risorse stanziate dal governo in manovra per dare attuazione al reddito di cittadinanza - 9 miliardi per il 2019 -  sarebbero sufficienti a coprire a malapena le esigenze del Sud: per far fronte al milione e 283 mila richieste di sostegno economico, sulla base di una ripartizione Isee tra 0 e 9.000 euro (750 euro mensili circa), in arrivo complessivamente dalle 8 Regioni del Mezzogiorno infatti servirebbero oltre 10 miliardi di euro. È quanto prevedono alcune tabelle Svimez, calcolate su 9 mesi in considerazione del fatto che l'intervento potrebbe partire non prima della prossima primavera, e che fanno seguito al Rapporto delle scorse settimane con cui il Centro studi aveva stimato un ben più reale costo del provvedimento intorno ai 17 miliardi di euro.

Dove finirà il reddito di cittadinanza?

Una coperta dunque un pò troppo corta se si considera che il Sud assorbe circa il 75% delle necessità, come si evince incrociando i dati relativi ai nuclei familiari che in ogni regione hanno diritto al sostegno (Isee 0-9000) con la stima del costo complessivo.

Un elenco guidato dalla Campania con oltre 391mila nuclei familiari che costerebbero in termini di sostegno al reddito oltre 3 mld di euro; segue la Sicilia con 342.800 famiglie aventi diritto per un totale di 2,7 miliardi di reddito di cittadinanza; terza la Puglia che con i 214.600 nuclei familiari poveri avrebbe diritto ad uno stanziamento di reddito pari a oltre 1,6 miliardi di euro. E poi la Calabria con 143.900 nuclei familiari (1,1 miliardi di euro); la Sardegna con 170mila famiglie con Isee tra lo 0 e 3mila (832milioni); l'Abruzzo con 43.800 nuclei( 326miln), la Basilicata con 28mila (206mln) e il Molise con 11 mila famiglie aventi diritto (87 mln).

Vediamo punto su punto tutte le stime, partendo dalle promesse del governo: il Movimento 5 stelle ha più volte spiegato come l'assegno spetterà solo a chi ha un Isee (familiare) inferiore a 9.360 euro. Inoltre tra i requisiti il governo prevede di riservare il sussidio solo a chi è senza lavoro o vive in uno stato di indigenza.

I 780 euro mensili (pari a 9.360 l’anno) andrebbero ai soli disoccupati, mentre coloro che, pur avendo un reddito, si trovassero al di sotto della soglia dei 780 euro, avrebbero diritto alla somma necessaria al raggiungimento di tale soglia. Analogamente a quanto previsto dal ReI, anche per beneficiare del reddito di cittadinanza bisogna partecipare a un piano di reinserimento nel mondo del lavoro, iscrivendosi ai centri per l’impiego

Il governo ha però fissato alcuni paletti per quanto riguarda i requisiti:

  • essere cittadini italiani o stranieri residenti in Italia da almeno 5 anni.
  • aver compiuto almeno 18 anni
  • essere disoccupati o percepire un reddito inferiore alla soglia di povertà Istat. 

Per ottenere il reddito di cittadinanza poi bisogna rispettare alcune regole: 

  • iscrizione a un centro per l'impiego
  • partecipazione a progetti di utilità sociale organizzati dal Comune di residenza per un massimo di 8 ore settimanali
  • accettare almeno uno dei primi tre lavori offerti dal centro per l'impiego, pena l'esclusione dal sussidio. Le proposte di lavoro però dovranno essere congrue al curriculum del candidato e a non più di 40 km dal luogo di residenza. 

Chi ha una casa di proprietà percepirà un assegno dimezzato: all'assegno di 780 euro sarà infatti sotratto il così detto affitto imputato. 

Fino a qui, ribadiamolo, le linee guida contenute nelle bozze delle norme che dovevano essere contenute nella manovra e che invece finiranno per confluire in un decreto collegato alla legge di bilancio 2019. Eppure le stime  forniti dal Governo scricchiolano alla prova dei numeri.

L'utopia dei 780 euro: lo studio che smonta le promesse 

Con le attuali risorse in bilancio dunque non solo non si riuscirebbe a soddisfare l'intera richiesta nazionale ma si dovrebbe ridurre l'importo del sussidio. "Con le risorse disponibili, circa 8 miliardi (non considerando il miliardo destinato alla riqualificazione dei centri per l'impiego), volendo garantire la copertura all'intera platea di 2,3 milioni di nuclei familiari, il sussidio scenderebbe in maniera considerevole e sarebbe compreso tra i 178 euro della famiglia con un componente per poi crescere ai 445 euro della famiglia di 4 componenti e ai 490 euro di un nucleo con oltre 5 componenti", stimava ancora lo Svimez nello scorso Rapporto.

Diverso il discorso che si volesse restringere la platea dei destinatari fermando l'erogazione del reddito di cittadinanza a quei nuclei familiari tra lo 0 ed i 6mila euro, facendo saltare cioè la 'classe' 6mila-9mila. Così facendo infatti, calcolano le stesse tabelle Svimez, gli aventi diritto nelle 8 regioni del Mezzogiorno si fermerebbero a quota 971mila e la spesa si ridurrebbe di circa 1,5 mld scendendo a 8,4 mld dagli oltre 10 stimati dall'ipotesi originaria.

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