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Mercoledì, 17 Aprile 2024
ECONOMIA

Dal taglio dell'Irpef agli 80 euro: cosa hanno in mente i 5 Stelle su tasse e fisco

Il bonus Renzi verrà riassorbito con una riforma dell'Irpef che prevede solo tre scaglioni di reddito, mentre per quanto riguarda la "no tax area" i 5 Stelle vorrebbero portarla a 10mila euro. Costo totale del programma? 75-80 miliardi, secondo i pentastellati. Molto di più secondo altre stime

La sfida sul fisco è aperta. Il M5s risponde alla Flat tax del centrodestra promettendo un intervento deciso sull’Irpef: via i cinque scaglioni attuali, si passa  a tre sole fasce di tassazione. Non solo: i pentastellati vogliono anche rivedere la "no tax area", ovvero la detassazione totale dei redditi, portandola dagli attuali 8.174 a 10mila euro e arrivare addirittura a 26mila in presenza di figli. 

Quanto all'Irpef il M5s pensa di rimodulare in tal modo l'imposta: un’unica aliquota al 23% per chi guadagna dai 10mila ai 28mila euro, aliquota al 37% per i redditi dai 28 ai 100mila euro e al 42% per chi eccede la soglia dei 100mila. Attualmente ci sono cinque fasce di tassazione: chi ha un reddito basso, fino a 15mila euro, corrisponde un’aliquota pari al 23%, ma già sopra i 15mila l’Irpef sale al 27%. Il risultato, secondo i 5 Stelle "è che tutti pagheranno meno tasse, sopratutto chi ha redditi bassi". Vero, ma la misura avrà ovviamente un costo che "Repubblica" ha stimato in 20 miliardi di euro.

Reddito di cittadinanza e meno tasse: quanto costa il programma M5s

Il M5s fornisce altre cifre: "La riforma dell'Irpef del M5s - si legge sul blog delle Stelle - costa "poco oltre 13 miliardi". Inoltre, scrive l'economista e candidato dei 5 Stelle Lorenzo Fioramonti, "Repubblica non considera che noi riassorbiamo in essa gli 80 euro che ci danno quasi 10 miliardi di coperture già pronte".

Che fine farà il bonus di 80 euro

Il bonus Renzi (che altro non era se non una sforbiciata all’Irpef) sarà in buona sostanza ridistribuito in altro modo. Per i 5 Stelle va infatti rifiutata "la logica del bonus del tutto regressivo (senza quoziente familiare e per giunta ‘'flat', nel senso che è uguale per tutte le categorie di reddito che lo percepiscono)". Agli 80 euro in busta paga il M5s preferisce "una riforma organica dell'Irpef che distribuisce in modo più esteso e progressivo i benefici fiscali (a partire dai ceti medio-bassi)".

Pensioni, Quota 100 e Quota 41: la riforma dei 5 Stelle

Tasse alle imprese: "Verso l’abolizione dell’Irap"

Un altro caposaldo della riforma fiscale a 5 Stelle è il dimezzamento dell’Irap per dare "uno shock fiscale in favore di imprese e cittadini". L’Irap, si legge ancora sul blog delle Stelle, "costa 21 miliardi, se ne possono eliminare almeno 11-12 usando il taglio trasferimenti improduttivi (7 miliardi a regime, ciò che resta dello studio Giavazzi-Cottarelli) e una quota di tax expenditures riviste (gasolio, accise, ecc…)". Ma il M5s vuole fare di più: "A fine legislatura potremmo arrivare persino ad abolirla, se il ciclo economico, come immaginiamo, lo consentirà".

Capitolo coperture: quanto costano le riforme del M5s

Secondo Repubblica, il pacchetto completo di riforme proposto dai 5 Stelle (che oltre alle misure sopra citate comprende reddito di cittadinanza, superamento della legge Fornero, aumenti alle pensioni minime, aiuti alle famiglie etc) costa circa 125 miliardi. Alla cifra stimata dal quotidiano di Largo Fochetti, Fioramonti ha replicato che il programma del M5s "a grandi linee, costa a regime 75-80 miliardi annui". Che non sono certo pochi, considerando che il costo di una manovra finanziaria solitamente si aggira sui 20 miliardi.

Per i 5 Stelle però le coperture ci sono: la già citata riforma dell’Irpef verrà coperta per gran parte con i soldi del bonus Renzi, altri 30 miliardi dovrebbero arrivare dalla solita spending review (che però alla prova dei fatti nessuno riesce a fare), ben 16 miliardi dall’abolizione di una serie di agevolazioni fiscali (ad esempio i sussidi e le agevolazioni su "fossili o dannosi per l’ambiente") che però non sarà così indolore tagliare.

Quanto costa il reddito di cittadinanza

Sul reddito di cittadinanza va fatto un discorso a parte: Fioramonti, sulla base di stime dell’Istat, ipotizza un costo di circa 15 miliardi, a cui vanno aggiunti 2 miliardi per la riforma dei centri per l’impiego. Secondo alcuni economisti il costo potrebbe però essere ben più alto. Come spiegano Massimo Baldini e Francesco Davero su Lavoce.info, "l’Istat nella sua simulazione aggiunge al reddito disponibile monetario il valore dell’affitto imputato dell’abitazione posseduta dalla famiglia, che è una stima del canone che si riceverebbe se la casa fosse data in affitto". Una voce non di poco conto dal momento che "circa il 50 per cento delle famiglie ‘relativamente povere’ vive in case di proprietà". Se non venisse considerato questo parametro, il costo del reddito di cittadinanza lieviterebbe fino a 29 miliardi, che del resto è una cifra abbastanza vicina a quella stimata tempo fa da Tito Boeri.

Economia, i 5 Stelle promossi dagli italiani

Per ora comunque gli italiani si fidano dei conti dei 5 Stelle. Secondo un sondaggio Ipsos riportato nel nuovo libro di Alan Friedman, per il 20% dei cittadini il Movimento è il partito più adatto a gestire l’economia. Seguono Pd al 19 %, Forza Italia al 12 e Lega al 6%.

"Siamo gli unici ad avere proposte serie e credibili contro la povertà dilagante e l’aumento delle disuguaglianze - esultano i 5 Stelle -, gli unici ad avere un reale piano di investimenti produttivi per far ripartire il lavoro e le imprese, gli unici ad aver pensato a concrete semplificazioni normative e a una riduzione delle tasse per cittadini e aziende, gli unici ad aver delineato una visione che prevede una grande riconversione verso l’economia pulita e sostenibile". 

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