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Giovedì, 28 Marzo 2024
Il sussidio più discusso

Come cambiare il reddito di cittadinanza: la soglia di sopravvivenza e il sussidio a scalare

Luigi Marattin, deputato di Italia viva, tratteggia le modifiche al reddito di cittadinanza che potrebbero entrare in discussione a settembre alla riapertura del Parlamento

"Il premier Mario Draghi ha detto che è giusto avere uno strumento di lotta alla povertà. Ma numeri alla mano, il reddito di cittadinanza che ha sostituito il Rei è stato un fallimento, o nella migliore delle ipotesi un cattivo uso dei soldi pubblici, e va sostituito con uno migliore". Luigi Marattin, deputato di Italia viva, tratteggia le modifiche al reddito di cittadinanza che potrebbero entrare in discussione a settembre alla riapertura del Parlamento. Ne parla con Il Foglio spiegando come o si riforma il sistema o lo si abolisce. 

''L'Italia ha bisogno di uno strumento radicalmente diverso - afferma il presidente della commissione Finanze - e la raccolta firme per il referendum serve a portare questa consapevolezza nel paese. Per migliorare il Reddito di cittadinanza, anzitutto occorre staccare la parte sulle politiche attive, recuperando e sviluppando l'assegno di ricollocazione. Secondo: sganciare la parte sul sostegno ai working poor, e sostituirla con l'imposta negativa. Per aiutare chi ha un lavoro poco retribuito, cioè, serve un meccanismo che funzioni grossomodo così: si fissa una soglia di sopravvivenza (magari corrispondente al minimo esente Irpef, diciamo 8.000 euro); se guadagno 2.000 l'anno, lo Stato mi dà il 50 per cento della differenza tra 8.000 e 2.000. Se ne guadagno 3.000, mi dà il 60 per cento".

"Così si incentiva il lavoro e si disincentiva il nero - chiosa - Infine: cambiare la parte sussidi, adeguando la scala di equivalenza familiare (oggi le famiglie con figli sono penalizzate), tenendo conto delle differenze di potere d'acquisto sul territorio nazionale, e coinvolgendo maggiormente i comuni per quanto concerne le condizionalità per l'accesso al sussidio. Come vede, si tratta di cambiamenti radicali e sostanziali. Se poi vogliono continuare a chiamarlo 'reddito di cittadinanza' per far contenti gli uffici comunicazione di qualche partito, facciano pure". 

"Le politiche attive erano parte fondamentale del Jobs Act - sottolinea il deputato di Italia Viva - con l'assegno di ricollocazione che avrebbe riformato alla radice il sistema. Il motivo per cui fallirono è semplice: la competenza 'lavoro', con la bocciatura del referendum costituzionale del 2016, è rimasta a metà tra Stato e Regioni. Il che rende praticamente impossibile impostare un sistema radicalmente diverso da quello attuale. Certo, basterebbe poco. In pochi sanno che in Parlamento stiamo mettendo mano alla Costituzione per inserire le parole 'ambiente' e ' tutela degli animali'. Visto che toccare la Carta ha 'costi fissi' elevati, perché non ne approfittiamo per mettere mano al Titolo V, ad esempio spostando la competenza lavoro a livello centrale?". 

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