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Giovedì, 25 Aprile 2024
Il governo ha deciso

Reddito di cittadinanza "a tempo": cosa cambia dal 1° gennaio 2023 per chi può lavorare

Viene introdotto il paletto della durata: 7/8 mesi anziché gli attuali 18 rinnovabili. Il beneficio decadrà già alla prima offerta di lavoro rifiutata e sarà obbligatorio frequentare un corso di formazione

Sul reddito di cittadinanza il governo ha voluto dare un forte segnale di discontinuità rispetto agli esecutivi precedenti. A variare, secondo quanto viene spiegato sul sito di Palazzo Chigi, non sarà l'importo dell'assegno che a quanto pare resta lo stesso. Viene invece introdotto un altro paletto non da poco: quello della durata. Almeno per i percettori "occupabili". Questo è quanto è stato deciso dal consiglio dei ministri che ieri ha approvato il disegno di legge sulla manovra finanziaria. Il testo ora dovrà passare al vaglio del Parlamento che potrà apportare delle modifiche.

Ma sul reddito la strada sembra ormai tracciata. "Dal 1° gennaio 2023 - si legge - alle persone tra 18 e 59 anni (abili al lavoro ma che non abbiano nel nucleo disabili, minori o persone a carico con almeno 60 anni d’età) è riconosciuto il reddito nel limite massimo di 7/8 mensilità invece delle attuali 18 rinnovabili". Non solo. "È inoltre previsto un periodo di almeno sei mesi di partecipazione a un corso di formazione o riqualificazione professionale. In mancanza, decade il beneficio del reddito. Si decade anche nel caso in cui si rifiuti la prima offerta congrua". Dal comunicato del governo sembra di capire che al termine dei 7/8 mesi previsti, il beneficio non sarà più rinnovabile. Ma attendiamo ancora conferme in questo senso. 

Con la manovra, spiega in una nota il ministero dell'Economia e delle finanze, arriva una "manutenzione straordinaria del reddito di cittadinanza, che si avvia verso la sua abolizione, con un periodo transitorio nel 2023 con maggiori controlli sul fronte di chi lo percepisce e di chi riceve offerte di lavoro". Il reddito "sarà abrogato il 1 gennaio 24 e sarà sostituito da una nuova riforma". Per il 2023 le misure introdotte dovrebbero portare ad un risparmio di 734 milioni che finanzieranno "la riforma complessiva per il sostegno alla povertà e all'inclusione".

Le novità sul reddito di cittadinanza dal 2023

Ricapitolando. Le modifiche introdotte riguardano esclusivamente i percettori tra 18 e 59 anni che "non abbiano nel nucleo disabili, minori o persone a carico con almeno 60 anni d’età". Dal 2023: 

  • il reddito di cittadinanza viene riconosciuto solo per 7/8 mensilità, anziché le attuali 18 rinnovabili;
  • il beneficio decade già alla prima offerta di lavoro rifiutata;
  • sarà obbligatorio frequentare un corso di formazione o riqualificazione professionale (pena la decadenza del sussidio)

A partire dal 2024 sarà poi introdotta una nuova stretta, forse con l'abolizione totale del Rdc per i percettori occupabili. 

Meloni: "Misura sbagliata, per chi può lavorare verrà abolito"

"Il reddito di cittadinanza è una misura sbagliata" ha detto la presidente del consiglio, Giorgia Meloni, illustrando la manovra in conferenza stampa. "Avremo bisogno di più tempo per una riforma complessiva che faremo, ma intanto stabiliamo che si continuerà a tutelare chi non può lavorare, a cui aggiungiamo donne in gravidanza, per gli altri verrà abolito alla fine di quest'anno".

Dal 2023, ha chiarito Meloni, il reddito di cittadinanza "non potrà essere percepito per più di 8 mesi e decadrà al rifiuto della prima offerta di lavoro. Abbiamo scelto di tenere il periodo di accompagnare quella che sarà la fine del reddito per chi è in condizione di lavorare. Vorrei sapere se chi ha pensato il reddito lo ha pensato come uno strumento per cui lo stato si sarebbe occupato delle persone dai 18 ai 60 anni perché segnalo sommessamente che c'è chi lo prende da 3 anni. Tra gli elementi che introduciamo - ha poi aggiunto - c'è l'obbligo di presenza sul territorio nazionale perché in tanti casi le persone lo percepiscono ma non sono in Italia".

Stretta sui controlli

A quanto pare si cercherà anche di mettere un argine alle frodi. "Stiamo lavorando per rivedere tutto il sistema dei controlli" ha spiegato la ministra del Lavoro Marina Calderone sottolineando che con il sistema dell'autocertificazione "i controlli venivano fatti ex post perché la tempistica della corresponsione del reddito non consentiva di poter fare un controllo puntuale su tutte le posizioni".

"Stiamo parlando con l'Inps per cercare di mettere a sistema i controlli e le banche dati a disposizione" ha proseguito, "oltre al fatto che ci sarà una attenzione specifica per verificare l'effettiva presenza sul territorio italiano dei percettori del reddito".

Conte: "Pronti a scendere in piazza"

Fioccano le reazioni politiche. Per Giuseppe Conte, leader del M5s, "è disumano tagliare il reddito di cittadinanza anche solo alle persone occupabili. Si tratta di una platea di 660mila persone, molte delle quali hanno già compiuto 50-60 anni, hanno grosse difficoltà a ricollocarsi sul mercato del lavoro e non hanno di che mangiare. Ecco perché - ha detto ieri Conte, prima che venisse approvato il testo in Cdm - il M5S è pronto a tutto, a contrastare questo proposito disumano del governo scendendo anche nelle piazze, non solo nelle sedi istituzionali".

"Noi, e lo dico con la massima fermezza - ha aggiunto -, siamo disposti a tutto per difendere il reddito di cittadinanza, un sistema di protezione sociale che doveva essere introdotto da decenni. Siamo disposti a dare battaglia in tutte le sedi, istituzionali e nelle piazze, se il governo andrà avanti con questo indegno proposito di smantellare il reddito di cittadinanza". 

Conte è poi intervenuto così sui social. "Questo governo ha voluto mostrare i muscoli solo contro una fascia ristretta di popolazione: spaccia vigliaccheria per coraggio, confonde la prudenza con l'ignavia. Vuole togliere al Paese - ha scritto l'ex premier - l'unico sostegno che non ha mandato per strada milioni di persone in estrema difficoltà e lavoratori che pagano lo scotto di stipendi da fame che non consentono nemmeno di fare la spesa. Se vogliono mandare fuori strada gli ultimi, troveranno un muro. Non possiamo permettere un massacro sociale". 

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