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Venerdì, 29 Marzo 2024
Facciamo il punto

Il reddito di cittadinanza non sarà più lo stesso: le 5 novità che lo stravolgono

Dall'offerta di lavoro "congrua" all'obbligo di istruzione per gli under 30: la maggioranza modifica il sussidio a colpi di emendamenti. Nella legge di bilancio sono però previste anche delle misure che dovrebbero servire a ricollocare i percettori. Vediamo cosa cambia dal 2023

Il reddito di cittadinanza "cade" sotto i colpi degli emendamenti. Il sostegno contro la povertà a partire dal 2023 sarà molto diverso da come lo abbiamo conosciuto nei primi anni in cui è rimasto in vigore: per effetto delle modifiche già inserite nel testo della manovra inviata alle Camere, ma soprattutto per quelle previste dai correttivi che sono stati approvati in commissione Bilancio. Premesso che Camera e Senato possono ancora intervenire con ulteriori emendamenti, vediamo nel dettaglio, sic stantibus rebus, cosa potrebbe cambiare a partire dal prossimo anno per chi percepisce il sussidio. 

Sette mesi, poi stop al reddito per gli "occupabili"

Punto 1. Dal 1° gennaio 2023 alle persone tra 18 e 59 anni (abili al lavoro ma che non abbiano nel nucleo disabili, minori o persone a carico con almeno 60 anni d'età) il reddito di cittadinanza verrà riconosciuto solo per 7 mensilità invece delle attuali 18 rinnovabili. Chi è tenuto a sottoscrivere il patto per il lavoro dunque riceverà il sussidio solo per altri sette mesi. A tutti gli altri il reddito di cittadinanza continuerà ad essere regolarmente erogato. 

I corsi di formazione professionale

Punto 2. Scatta l'obbligo di formazione. I beneficiari "occupabili" dovranno poi "essere inseriti, per un periodo di sei mesi, in un corso di formazione o di riqualificazione professionale". La mancata frequenza comporterà la decadenza del reddito di cittadinanza. "Le regioni - si legge nel testo della manovra - sono tenute a trasmettere all'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro gli elenchi dei soggetti che non rispettano l'obbligo di frequenza".

I percettori dovranno accettare qualsiasi offerta di lavoro

Punto 3. Si perderà il sostegno economico al primo rifiuto di una offerta di lavoro, anche se questa non è "congrua".

Già con il testo della legge di bilancio inviato alle Camere viene sono state ridotte da tre a una le offerte che si possono rifiutare prima di vedersi togliere il reddito di cittadinanza. Con un emendamento presentato da "Noi moderati" viene però introdotta una nuova stretta. I beneficiari dovranno accettare qualsiasi offerta di lavoro a prescindere dalla congruità. 

Con il termine "congrua", stando alla normativa attuale, si definisce un'offerta che sia compatibile con le proprie competenze, preveda una retribuzione superiore del 20% rispetto a quanto percepito con il Rdc e si svolge a una distanza non superiore a 80 km dalla residenza o raggiungibile entro 100 minuti con il trasporto pubblico. Dal 2023, a meno che non sopraggiungano altre modifiche, si cambierà registro. 

Obbligo di istruzione per gli under 30

Punto 4. Per i giovani tra i 18 e i 29 anni l'erogazione del sussidio sarà condizionata all'iscrizione "e alla frequenza di percorsi di istruzione o comunque funzionali all'adempimento del predetto obbligo di istruzione". Dal 1° gennaio dunque i giovani nella fascia tra i 18 e i 29 che hanno solo la licenza media dovranno iscriversi a scuola, se non vogliono perdere il sostegno economico. I corsi saranno erogati "dai centri provinciali per l'istruzione degli adulti", si legge nell'emendamento, e le modalità verranno definite "con apposito protocollo, stipulato dal Ministero dell'istruzione e del merito e dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali".

La misura era stata preannunciata dal ministro dell'Istruzione Valditara. "Oggi in Italia sono circa 140mila i giovani sotto i 30 anni che percepiscono il reddito di cittadinanza e che hanno solo la licenza di scuola elementare (o nemmeno questa) o la licenza di scuola media" ha affermato il ministro. "Molti di loro non hanno completato l’obbligo scolastico: è una situazione di illegalità che priva queste persone degli strumenti idonei a garantire loro un'autentica realizzazione personale e professionale". Pertanto, ha chiarito Valditara, "dal 1° gennaio, chi richiede il Rdc dovrà svolgere un percorso di formazione". 

L'affitto andrà direttamente al proprietario

Punto 5. Un ulteriore emendamento presentato dalla maggioranza e approvato in commissione Bilancio prevede che la quota del reddito di cittadinanza prevista per l'alloggio, in caso di abitazione in affitto, sarà erogata direttamente al locatore dell'immobile. Secondo la proposta, il beneficiario del sussidio deve comunicare all'ente erogatore del reddito di cittadinanza, ossia l'Inps, i dati del locatore, secondo le modalità che verranno definite con un decreto del ministro del Lavoro, sentito il garante per la Privacy.

Le misure per ricollocare i percettori di Rdc

Fin qui le modifiche che incidono direttamente sui requisiti o sulle modalità di erogazione del sostegno economico. Nella legge di bilancio sono però previste anche delle misure che almeno nelle intenzioni del governo dovrebbero servire a favorire l'ingresso dei beneficiari nel mercato del lavoro. Vediamo brevemente quali sono.  

  • Cumulo fino a 3mila euro per gli stagionali. Una delle novità è che dal 2023 i percettori potranno accumulare i redditi che derivano da lavori legati a contratti stagionali o intermittenti fino a un limite di 3mila euro lordi. La misura riguarda dunque quei beneficiari che accettano un lavoro a tempo determinato. In questo caso, in buona sostanza, il maggior reddito da lavoro non concorrerà alla determinazione dell'importo spettante per il reddito di cittadinanza. Si tratta dunque di un provvedimento mirato a garantire più flessibilità per chi si impegna a cercare un lavoro. 
  • Sgravi per chi assume percettori di Rdc. Infine va segnalato che dal 2023 per quei datori di lavoro che puntano sui beneficiari del Rdc è previsto uno sgravio sui contributi per il primo anno. La legge di bilancio prevede infatti che chi assume un percettore di reddito di cittadinanza a tempo indeterminato abbia diritto "per un periodo massimo di dodici mesi" all'esonero "dal versamento del 100 per cento dei complessivi contributi previdenziali" con esclusione "dei premi e contributi dovuti all'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro" nel limite massimo di 6mila euro. 

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