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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Reddito di cittadinanza, con 858 euro scatta l'obbligo di lavorare

Se lo stipendio è basso l'offerta di lavoro non sarà conteggiata come una delle tre proposte da accettare. Niente reddito però a chi fa già un lavoro sottopagato e si licenzia. Ecco tutte le novità approvate in commissione Lavoro

Se ai beneficiari del reddito di cittadinanza verrà proposto un lavoro il cui salario è inferiore ad 858 euro, l’offertà potrà essere rispedita al mittente. Un emendamento approvato dalla commissione Lavoro del Senato sul Reddito di cittadinanza, prevede infatti che l'assegno dovrà essere superiore del 10% rispetto "alla misura massima del beneficio fruibile dal singolo individuo (comprensiva della componente ad integrazione del Reddito prevista per i nuclei residenti in abitazione in locazione)". E in sostanza, poiché il reddito per un singolo può arrivare a 780 euro, facendo due conti si scopre che sarà pari a 858 euro la soglia-limite oltre quale il lavoro proposto deve essere accettato.

Sotto questa soglia però il beneficiario può continuare ad incassare il reddito senza temere nulla: l’offerta di lavoro, stando a quanto stabilisce l’emendamento, non sarà conteggiata come una delle tre proposte che bisogna accettare pena la decadenza del beneficio. 

Reddito di cittadinanza, niente assegno a chi si licenzia (anche se sottopagato)

Un emendamento che forse farà discutere. Il testo di legge approvato nel Decretone stabilisce infatti che "i nuclei familiari che hanno tra i componenti soggetti disoccupati a seguito di dimissioni volontarie nei dodici mesi successivi alla data delle dimissioni, fatte salve le dimissioni per giusta causa". Tradotto: chi ha già un lavoro, magari part-time e con un salario molto basso, non ha la possibilità di licenziarsi (se lo fa non avrà diritto al reddito di cittadinanza), ma chi un lavoro deve ancora trovarlo avrà sotto questo punto di vista molte più tutele. Per uscire da quest’impasse l’unico modo sarebbe quello di introdurre un salario minimo che del resto è stato già proposto dal M5s. Ma si tratta appunto di un annuncio che non è chiaro se e quando vedrà la luce.

Reddito di cittadinanza, lo Stato non potrà verificare le singole spese

Ma c’è un’altra novità che probabilmente farà contenti molti beneficiari del reddito. Lo Stato potrà infatti monitorare "i soli importi complessivamente spesi e prelevati" dal conto sul quale verrà accreditato il reddito di cittadinanza. Lo prevede proprio uno degli emendamenti approvati in Commissione Lavoro al Senato. La norma recepisce le obiezioni del Garante della privacy, che dovrà essere ascoltato dal ministero. La versione attuale del testo prevede invece che lo Stato possa verificare le singole spese.

Le altre modifiche al reddito di cittadinanza

Attenzione poi ai cambi di residenza: se una separazione o un divorzio sono avvenuti dopo il 1° settembre 2019, per poter ottenere il reddito il cambio di residenza deve essere certificato da un verbale della polizia locale. In basso un riassunto delle principali novità approvate in Commissione Lavoro a riguardo del reddito di cittadinanza:

  • stretta sui migranti, dovranno munirsi di certificati del paese d'origine tradotti in italiano;
  • controlli per separati o divorziati dopo 1 settembre 2018;
  • esclusione dei condannati per diversi reati, che vanno dal terrorismo alle truffe;
  • maxi sanzione per i datori di lavoro che assumono persone in nero beneficiarie del reddito;
  • attenzione maggiore alle famiglie con figli e disabili ma non risorse in più.

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