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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Reddito di cittadinanza, un referendum per cancellarlo: perché oggi se ne parla di nuovo

Forza Italia propone di indire referendum per abrogare "leggi sbagliate come il reddito di cittadinanza". Non è una novità assoluta: ma perché se ne torna a parlare proprio adesso?

Tema sempre d'attualità: il reddito di cittadinanza è di nuovo nel mirino. E' pieno di ostacoli, e non certo da oggi, il percorso della misura simbolo dell'anno e mezzo di governo M5s-Lega: la misura anti-povertà è confermata anche per il 2020, ma le voci critiche non mancano davvero.  "Tra i contenuti su cui dobbiamo puntare secondo me c'è anche la proposta di indire dei referendum per abrogare leggi sbagliate come il reddito di cittadinanza". Lo ha detto, secondo quanto si apprende da alcuni lanci d'agenzia, Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia nel corso della riunione del gruppo a palazzo Madama.

Reddito di cittadinanza, chi ha chiesto un referendum abrogativo

Non è una novità assoluta: nel centrodestra (che dopo la caduta del governo gialloverde pare inevitabilmente destinato a procedere con maggiore unità) Fratelli d'Italia aveva preannunciato qualcosa di simile in passato e la Lega stessa ha sempre espresso perplessità sul sussidio. Fratelli d'Italia a gennaio voleva raccogliere le firme per un referendum abrogativo di quella che Giorgia Meloni definiva "follia del reddito di cittadinanza". "Siamo pronti a promuovere un referendum per abrogare, in tutto o in parte, la follia del Reddito di Cittadinanza e a costituire i comitati per la raccolta delle firme per abolire questo pessimo provvedimento" diceva a inizio anno la leader del partito. A quel che risulta, non se n'è fatto poi nulla.

Anche Sandro Gozi, ex Pd ora passato a Italia Viva, ex sottosegretario agli affari europei nel governo Renzi e nel governo Gentiloni, e attuale  consulente agli Affari Europei del governo transalpino, dalle colonne del Foglio aveva lanciato l’idea della campagna per un referendum abrogativo del reddito di cittadinanza. “E’ l’occasione per una grande mobilitazione civica”, è la sua spiegazione. “Sono disposto a metterci subito la faccia contro questo obbrobrio. Questo referendum non sarà per opporsi a chi sostiene che serva una misura di sostegno al reddito, d’inclusione sociale e di accompagnamento al lavoro - scriveva Gozi - No: si tratta di un referendum fatto contro questo reddito di cittadinanza, questo obbrobrio partorito dal governo grilloleghista. Un referendum non contro il principio sacrosanto di aiutare gli ultimi, di accompagnare le persone nella ricerca di un lavoro dignitoso, ma un referendum contro una misura pensata male e scritta peggio, una mancia indegna che non garantisce lavoro e che anzi incentiva il nero”.

Il Pd dal canto suo ora che è al governo con il Movimento 5 stelle non "batte più sul ferro", e le critiche al reddito di cittadinanza si sono trasformate in inviti a migliorare la fase due, quella che riguarda le politiche attive per il lavoro. 

Reddito di cittadinanza, perché qualcuno ha i requisiti e non fa domanda

In base ai dati aggiornati le domande approvate di reddito di cittadinanza sono più di 960mila. Nessun boom quindi, se si pensa che la platea stimata era di 3,5 milioni (lo si legge nella relazione tecnica del decreto), mentre in tutto a oggi sono poco più di 2,2 milioni di italiani gli italiani coinvolti. Come abbiamo raccontato ieri in molti, pur avendo i requisiti, il reddito hanno preferito non chiederlo.

Per quale motivo qualcuno che ha i requisiti non fa domanda per il reddito di cittadinanza? Siamo nel campo dei sospetti e delle ipotesi, ma è facile pensare che chi ha un lavoro in nero preferisce restare nell'ombra piuttosto che mettersi sotto i riflettori dei controlli dell’Agenzia delle entrate e dei Comuni. Controlli dai quali inoltre potrebbe emergere che del reddito di cittadinanza non si ha diritto o si potrebbe scoprire di aver diritto a una cifra di molto inferiore rispetto ai 780 euro. 

Reddito di cittadinanza? Sondaggio anti-sussidio

Secondo un sondaggio realizzato di recente da Quorum/YouTrend per SkyTg24, quasi un italiano su due (il 47%) vorrebbe cancellare il reddito di cittadinanza. E' una percentuale non indifferente, specie se consideriamo che solo un italiano su dieci ha risposto Quota 100, altra riforma molto contestata del governo Lega-M5s. E dire che secondo gli ultimi dati la riforma pensionisitica riguarda un numero tutto sommato modesto di lavoratori (solo 110.733 le domande accolte al 10 settembre contro le 960.007 domande di reddito di cittadinanza accolte fino al 4 settembre 2019). Insomma si direbbe che sebbene quota 100 abbia poco appeal tra i potenziali beneficiari, resta comunque una misura più “popolare” del reddito di cittadinanza.

Facile capire, alla luce proprio di questi sondaggi, come mai un partito in caduta libera di consenso come Forza Italia possa decidere di tornare a chiedere un referendum abrogativo del reddito di cittadinanza: è un modo per tornare a far parlare di sé, per provare a intestarsi una battaglia più mediatica che meramente politica, provando a riprendersi un po' di quello spazio che nel campo dell'opposizione al governo Pd-M5s è stato totalmente occupato da Meloni e Salvini. 

Reddito di cittadinanza (Rdc), domani 27 settembre ricarica card

E’ in calendario per domani 27 settembre la ricarica delle carte per i beneficiari del Reddito di cittadinanza. Come al solito, sarà l’Inps ad inviare il denaro a Poste italiane, l’ente preposto alla ricarica delle card. Per il prossimo mese di ottobre invece con ogni probabilità il sussidio sarà pagato agli aventi diritto il 28 visto che il 27 cade di domenica.

Coloro che invece percepiscono il reddito di cittadinanza per la prima volta dopo aver presentato domanda per il sussidio hanno  a disposizione la cifra spettante già da metà mese: tutti i beneficiari dovrebbero aver già ricevuto da Poste italiane la convocazione negli uffici per il ritiro della carta.

Reddito di cittadinanza? No, grazie. La geniale trovata di Carlo per non lavorare

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Navigator Campania , De Luca attacca: "Una buffonata"

Risuonano ancora intanto le bordate di De Luca. "Io considero questa dei navigator un'autentica buffonata, una cialtronata che non ha alcun significato". Lo ha detto ieri il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, intervenuto a Radio Crc, tornando sul tema dei navigator campani per i quali la Regione Campania non intende firmare la convenzione con Anpal. "Queste persone - ha aggiunto De Luca - non hanno partecipato a un concorso per il pubblico impiego, sono semplicemente persone selezionate da Anpal, cioè dal Ministero per il Lavoro. Dovevano essere 6mila, poi diventate 3mila, poi 2.700. Sono consulenti, persone che dovrebbero firmare un contratto di consulenza per due anni e che possono fare tranquillamente il doppio lavoro. Tra loro ci sono liberi professionisti, giovani con studio professionale che fanno i navigator a tempo perso".

La Regione, ha proseguito De Luca, "dovrebbe chiedere al Ministero del Lavoro l'affiancamento di 450 consulenti, premesso che non ci sono neanche alle Nazioni Unite messe insieme, ma questa richiesta della Regione deve partire dall'esigenza che i centri per l'impiego non ce la fanno a fare il loro lavoro e quindi chiedi allo Stato un'assistenza tecnica da parte di consulenti. Noi in Campania il lavoro lo stiamo facendo tranquillamente e non abbiamo bisogno di consulenti. Dovrei fare richiesta per un esercito di consulenti tra i quali c'è gente che fa il doppio lavoro per non fare niente?".

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