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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Così può cambiare il reddito di cittadinanza nel 2021

L'obiettivo dell'esecutivo è riformare la misura, mettendo un po' da parte la finora fallimentare ricerca di un’occupazione. La legge di Bilancio destina 4 miliardi in più in 9 anni. Causa crisi, si potrebbe andare persino verso un ammorbidimento dei requisiti. Ma i controlli anti-furbetti saranno molto più efficaci: Garante della Privacy in campo

Cosa succede al reddito di cittadinanza nel 2021? Nulla di ufficiale per ora. Ma le indiscrezioni, i segnali, i rumors riguardano sia i percettori del sussidio sia soprattutto chi aveva intenzione di fare domanda per la prima volte nei prossimi mesi. Nessuno oggi come oggi sente di poter escludere che qualcosa cambierà.

Reddito di cittadinanza: cosa cambierà nel 2021

L'obiettivo dell'esecutivo è riformare il reddito di cittadinanza, mettendo un po' da parte la finora fallimentare ricerca di un’occupazione. I navigator brancolano nel buio, in pochi hanno trovato lavoro grazie alla struttura che è stata messa in piedi intorno alla misura simbolo del primo governo M5s-Lega. Insomma, un sussidio nudo e crudo. 

Che ci sia bisogno di una misura forte anti-povertà lo sanno tutti in seno al governo Conte. Sono milioni gli italiani colpiti duramente della crisi economica conseguente all'emergenza sanitaria. Il piano, scrive oggi Valentina Conte su Repubblica, sarebbe quello di riportare il Rdc allo spirito del Rei, il Reddito di inclusione varato dal governo Gentiloni, poi riassorbito e cancellato dal Reddito grillino. E di agganciare le politiche attive del lavoro alla riforma degli ammortizzatori sociali che arriverà nel 2021". In casa cinque stelle si sono messi ampiamente il cuore in pance, lo stesso Luigi Di Maio di recente invitava a ripensare il Reddito "separando nettamente" la lotta alla povertà e la ricerca di un posto: "Affinare lo strumento del Reddito di cittadinanza, motivando i percettori a svolgere lavori socialmente utili. La vera grande sfida risiede ancora una volta nell'integrare le politiche di welfare con le politiche attive del lavoro, accompagnando il sostegno al reddito con un grande piano di investimenti per lo sviluppo delle competenze concertato da imprese e Pa".

Sulla stessa lunghezza d'onda c'è anche il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, che vede meglio il Rdc "come strumento di lotta alla povertà piuttosto che di politiche attive". Causa crisi, si potrebbe andare persino verso un ammorbidimento dei requisiti di accesso al Rdc. Il Reddito di emergenza infatti, rinnovato tre volte per 5 mensilità totali da 400 a 800 euro al mese, a fine anno finirà e quella platea va intercettata in qualche modo.

La legge di Bilancio destina 4 miliardi in più in 9 anni al Reddito di cittadinanza, 477 milioni all’anno, strutturali dal 2029

"Sarà necessario incrementare ancora le risorse" del Rdc ha assicurato il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri nell’audizione parlamentare di dieci giorni fa proprio sulla manovra. Più soldi dunque a un Reddito di cittadinanza rivisto e corretto.

I tecnici Inps avvertono che i 7 miliardi all’anno non bastano se le domande crescono al ritmo di quest'anno: un quarto in più da gennaio a settembre.

Reddito di cittadinanza nel 2021: a chi spetterà

In tempi di crisi economica e pandemica, molte famiglie si sono ritrovate già senza più i soldi del reddito di cittadinanza, in media 550 euro al mese sulla card gialla. La legge 26 del 2019 prevede infatti un mese di pausa, senza accredito, poi la richiesta di rinnovo. Ma decine di migliaia di nuclie non hanno fatto di nuovo domanda a Inps. Nei prossimi mesi saranno altre centinaia di migliaia le famiglie che si vedranno interrompere il Reddito di Cittadinanza pur restando nei parametri economici per riceverlo. Al momento, non ci sono aggiornamenti su cambiamenti in merito ai requisiti necessari per richiederlo. Chi, però, lo ha già percepito dovrà soddisfare ulteriori condizioni. Le regole rimangono le stesse previste dal decreto 4/2019, convertito dalla Legge 26/2019.

Per fare domanda di Reddito di cittadinanza nel 2021, quindi, per ora vanno rispettati gli stessi requisiti patrimoniali e reddituali previsti per chi fa domanda oggi. Serve un Isee aggiornato e quindi bisogna attendere il rilascio della Dsu aggiornata al 2021. Il valore dell'Isee, inoltre, non può superare i 9.360,00 euro, indipendentemente dal numero di componenti del nucleo familiare. Dal momento che si tratta di Isee 2021, i patrimoni presi in considerazione sono quelli relativi al 2019 (due anni precedenti alla data di presentazione della Dsu).

Non possono chiedere il Reddito di cittadinanza coloro che, nei 12 mesi precedenti alla data della domanda, hanno presentato dimissioni. Il nucleo familiare può ancora percepirlo, ma la persona che ha dato le dimissioni non sarà inclusa nella definizione del parametro di scala di equivalenza. Dato che inciderà sul calcolo dell'importo. Esclusi anche coloro che hanno percepito il beneficio ma gli è stato tolto a seguito di una sanzione. Si precisa inoltre che, in caso di sanzione, scatta una pena accessoria, per cui nessun membro del nucleo familiare può presentare domanda per i successivi 18 mesi. Se nel nucleo ci sono minorenni o persone con gravi disabilità, il limite scende però a 6 mesi.

La lotta ai furbetti del reddito di cittadinanza

Un tema caldo è quello che riguarda i "furbetti". Tolleranza zero nel 2021. Garante della Privacy in campo contro i 'furbetti' del reddito di cittadinanza e per favorire la sua erogazione solo a coloro che ne hanno diritto e per i quali risulti dimostrato il reale stato di necessità. Sono state approvate dall'Autorità per la protezione dei dati le misure che l'Inps adotterà per acquisire anche in modo massivo, sulla base di apposite convenzioni da stipularsi con diversi soggetti pubblici, le informazioni necessarie per effettuare i controlli sulla concessione del reddito di cittadinanza. Il parere favorevole dell'Autorità, si legge in una nota, è stato reso sullo schema di provvedimento dell'Inps, che tiene conto di tutte le indicazioni fornite dall'Ufficio nel corso di interlocuzioni avute con l'Istituto per rendere lo schema pienamente conforme alla normativa nazionale ed europea. I trattamenti di dati che l'Inps dovrà svolgere, infatti, pur essendo finalizzati all'esecuzione di un compito di interesse pubblico, presentano, evidenzia il Garate, rischi elevati per i diritti e le libertà degli interessati in quanto prevedono scambi di dati personali - su larga scala e con modalità telematiche - relativi alla salute, alla condizione sociale e alla situazione economica e finanziaria, nonché a condanne penali e reati, riferiti principalmente a soggetti vulnerabili, anche minori d'età.

I dati oggetto di scambio tra l'Inps e le diverse amministrazioni - Anagrafe tributaria, Pra, Regioni, Comuni - dovranno quindi essere limitati a quelli strettamente necessari ad effettuare le verifiche previste dalla legge (possesso di beni immobili, intestazione di autoveicoli, ricovero in strutture pubbliche di lunga degenza, condanne o misure cautelari personali). Dovranno essere adottate, inoltre, adeguate misure di sicurezza volte ad assicurare l'integrità e la riservatezza dei dati sia con riferimento ai flussi informativi (ad es., mediante tecniche in grado di assicurare la cifratura delle informazioni e la firma digitale) sia con riferimento ai trattamenti effettuati dalle amministrazioni che detengono i dati (che potranno trattare i dati dei beneficiari trasmessi dall'Inps solo per il tempo necessario ad effettuare le verifiche, rendendoli incomprensibili ai soggetti non autorizzati all'accesso e disponendo la loro immediata cancellazione una volta fornite le informazioni all'Istituto).

Infine il Garante, nel prendere atto di quanto dichiarato dall'Inps - ossia che verranno rispettati gli stessi criteri anche per le verifiche sulla permanenza dei requisiti durante tutto il periodo di fruizione del beneficio -si riserva di verificare la conformità al Regolamento Ue di tali successivi controlli nell'ambito della valutazione di impatto più generale che verrà predisposta dall'Inps. Le misure di garanzia approvate, consentendo l'incrocio dei dati ai fini delle opportune verifiche dell'Inps, confermano, sottolinea infine il Garante della Privacy, il presidio dell'Autorità teso a favorire l'erogazione del reddito di cittadinanza solo a coloro che ne hanno diritto e per i quali risulti dimostrato il reale stato di necessità. Un reddito di cittadinanza più giusto: l'obiettivo è chiaro.

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