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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Reddito di cittadinanza "come l'aspirina": i dubbi dell'Inps

Continua il dibattito sul sussidio contro la povertà. Secondo il presidente del Comitato di indirizzo e vigilanza Inps, la misura ''serve come una medicina per il mal di testa'' ma non risolve il problema ''se non vengono individuate le cause''

Il reddito di cittadinanza, il sussidio a sostegno della povertà introdotto dal precedente governo, è una misura senza dubbio controversa, che ha da subito scatenato un acceso dibattito sulla sua effettiva utilità e soprattutto sulla sua efficacia, con la fase due che dovrebbe coinvolgere i centri per l'impiego e i Navigator che ancora non è entrata a pieno regime. Molti hanno etichettato il reddito di cittadinanza come una forma di assistenzialismo non in grado di produrre effetti positivi sulle sofferente economia italiana, ultimo tra questi Feltri che, commentando i dati Inps sulle 982mila domande accettate, ha etichettato i percettori del beneficio come “fannulloni”. 

Reddito di cittadinanza: con la fase due "situazione esplosiva" nei centri per l'impiego

Il dibattito sulle possibili modifiche al reddito di cittadinanza è in piedi da quando è stato formato il nuovo governo ma, nonostante le critiche, la misura sembra, almeno per il momento, intoccabile.

Reddito di cittadinanza, Loy (Inps): ''E' come l'aspirina''

A manifestare le ultime incertezze sul reddito è stato Guglielmo Loy, presidente del Comitato di indirizzo e vigilanza Inps nazionale che, durante la presentazione del Bilancio sociale Sicilia dell'istituto, ha paragonato il sussidio ad una medicina che dà l'impressione di risolvere un problema nell'immediato, ma che a lungo termine non è una soluzione definitiva: "Rei e Reddito di cittadinanza? Sono la strada dell'aspirina quando si ha un po' di mal di testa. Serve ma se le cause del mal di testa non vengono individuate si riproporrà l'aspirina un po' più potente tra qualche giorno". 

Loy non boccia categoricamente la misura, ma pone l'accento sull'utilizzo delle risorse e sul vero obiettivo economico, che dovrebbe essere quello della crescita: "E' giusto dare una risposta a chi non ha nulla ma alla lunga se il tema è quello di svuotare questo bacino enorme di persone in disagio sociale occorre affrontare la questione della crescita e dello sviluppo. Parte delle risorse, peraltro poche, vanno sempre indirizzate a politiche di sostegno alle imprese, innovazione e ricerca, integrando i filoni virtuosi che esistono in realtà come quella siciliana anche se meno rispetto al resto del Paese"

"La strada da percorrere – continua Loy - è quella della crescita da una parte e dell'aiuto alle persone svantaggiate dall'altra, tenendo conto che il futuro previdenziale dipenderà da quanto le persone lavorano e come lavorano. Altrimenti tra 10-20 anni, con il trend demografico in corso, metteremo a rischio il sistema di welfare del Paese". 

Pensioni, Quota 100 da “rivedere”

Il presidente del Comitato di indirizzo e vigilanza Inps nazionale ha aperto anche una parentesi su un altro tema molto caro agli italiani, le pensioni:"Non si cambia un sistema pensionistico ogni anno. Quota 100 va rivista. Le donne sono state massacrate dagli ultimi provvedimenti pensionistici, dalla Fornero e anche da Quota 100 che ha premiato i maschi, il pubblico impiego e il nord Italia".

Il provvedimento varato dal Governo gialloverde "è rimasta scoperta un'intera fascia di popolazione che non può accedere ai 38 anni di contributi. A queste persone va data una risposta con strumenti di flessibilità di uscita diversi dagli attuali". "Il tema della flessibilità di uscita c'è  non tutti i lavori sono uguali, non tutti possono permettersi di arrivare con 42 anni di contributi a 63-64 anni. Ci sono lavori disagevoli, ci sono disoccupati a 63 anni che non hanno i loro anni di contribuzione e che rischiano di dover aspettare i 67 anni. A questa gente va data una risposta".

Reddito di cittadinanza, le domande accolte

Tornando al sussidio contro la povertà, quante sono le persone che percepiscono il reddito di cittadinanza? Secondo i dati resi noti dall'Inps, aggiornati allo scorso 8 ottobre, su 1,5 milioni di domande presentate da altrettanti nuclei familiari, quella accolte sono state 982mila. Quelle respinte sono circa 451mila, con 126mila richieste che sono ancora in fase di lavorazione. 

La regione con il maggior numero di nuclei percettori di reddito/pensione di cittadinanza è la Campania (19% delle prestazioni erogate), seguita dalla Sicilia (17%), dal Lazio e dalla Puglia (9%); nelle quattro regioni citate risiede il 54% dei nuclei beneficiari. L'importo medio mensile erogato nei primi tre mesi dall'istituzione del reddito di cittadinanza è pari a 482 euro, con un importo superiore del 7% rispetto a quello nazionale nelle regioni del Sud e delle Isole e inferiore del 7% e del 14% nelle regioni del Centro e del Nord.

Reddito di cittadinanza, solo 70mila beneficiari hanno firmato il "patto per il lavoro"

L'importo medio mensile varia anche in funzione della prestazione percepita. In media vengono erogati 520 euro per il reddito di cittadinanza e 215 euro per la pensione di cittadinanza. Il 68% dei nuclei percepisce un importo mensile inferiore a 600 euro e solo l'1% un importo mensile superiore a 1.200 euro; la classe modale risulta quella dei nuclei con un solo componente che percepiscono un importo mensile compreso tra 400 e 600 euro (281 mila).

Reddito di cittadinanza, Sicilia seconda dopo la Campania

"Dopo la Campania, la Sicilia è la seconda regione in Italia per richieste di reddito di cittadinanza. Abbiamo superato le 300mila domande che coprono circa 500mila beneficiari. A livello provinciale a Palermo abbiamo registrato il più alto numero di richieste: siamo a quasi 100mila". A dirlo è stato il direttore regionale Inps Sicilia, Sergio Saltalamacchia, a margine della presentazione del bilancio sociale dell'Istituto per il 2018.

"Va da sé che più lavoro nero c'è più furbetti ci possono essere - ha aggiunto -. Non è un mistero: nonostante le forti sanzioni penali, il livello dei controlli non può essere così ampio da riuscire a intercettare un 30 per cento di economia e lavoro sommerso. Quindi in quelle realtà in cui c'è più lavoro nero, sicuramente ci sono più furbetti del reddito di cittadinanza. Al momento non c'è una regione che si distingue più delle altre, tutti gli episodi che si sono verificati hanno riguardato tanto il Nord quando il Sud".

Reddito di cittadinanza, stop al sussidio per 100mila famiglie

Oltre alle famiglie che hanno vista rigettata la loro domanda per il reddito di cittadinanza, negli ultimi giorni è arrivata una doccia gelata anche per circa 100mila famiglie che avevano ottenuto il sussidio. A causa di una mancata integrazione alla domanda, per cui non era stata presentata tutta la documentazione necessaria, quasi una famiglia su 10 si è vista revocare la RdC card.

L'Inps nelle scorse settimane aveva infatti inviato anche via sms l'avviso a 520mila famiglie beneficiarie del reddito o della pensione di cittadinanza. Solo l'80-81% ha risposto entro la scadenza alla richiesta di adeguamento: il restante 19% - circa 100mila famiglie, di cui la metà extracomunitarie (circa 53 mila) - dovrebbe non ricevere più il sussidio già a partire da questo mese: lo Stato risparmierebbe circa 2 miliardi di euro.

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