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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Perché alla Lega il reddito di cittadinanza (così com'è) non va più bene

La Lega, attraverso le parole dei ministri Salvini e Fontana, spiazza il M5s e alza la posta: "Sì al reddito di cittadinanza solo se nel decreto ci sono misure di sostegno ai disabili e alle famiglie numerose". E Conte si trova costretto a mediare, anche stavolta, tra i due alleati

Tutto fatto? Quasi. Nell'esecutivo ci sono nuove frizioni sul reddito di cittadinanza, e la Lega, attraverso le parole del ministro Lorenzo Fontana, alza la voce: "Nella bozza di decreto sul reddito e pensioni di cittadinanza presentata alla riunione di preconsiglio non sono previsti interventi diretti per l'innalzamento delle pensioni di inabilità né adeguati aiuti alle famiglie con disabili e numerose. Senza risposte concrete alle richieste del mondo della disabilità e delle famiglie questa bozza non avrà il nostro supporto". Lo afferma il ministro per la Famiglia e la disabilità Lorenzo Fontana, esponente di spicco della Lega.

Sulla stessa lunghezza d'onda Matteo Salvini: "Sono in fase di elaborazione i decreti attuativi di quota 100 e reddito di cittadinanza. Io conto che sia contenuto tutto quello è previsto. Nel reddito di cittadinanza mi aspetto che ci siano i sostegni ai disabili e alle famiglie numerose, che vanno premiate. Io darò il mio consenso a questo aiuto ai poveri, agli ultimi a patto che ci siano tutti gli ultimi, i disabili e famiglie numerose in primis, non in fondo ma davanti" ha detto il titolare del Viminale in diretta su Facebook.

E Conte si trova costretto a mediare, anche stavolta. "Mi lasci tornare a lavoro, ci metteremo attorno a un tavolo e anche stavolta risolveremo come sempre", ha detto il premier Conte a Bruno Vespa a Porta a Porta, a proposito dello stop del leader della Lega Matteo Salvini al reddito di cittadinanza senza un aumento del fondo sulle disabilità.

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Reddito di cittadinanza per i cittadini stranieri

Ci sarebbe invece l'accordo su almeno uno dei requisiti per gli stranieri residenti in Italia che potranno accedere al reddito di cittadinanza. Se nelle prime bozze del dl era infatti previsto che si fosse residenti in Italia "in via continuativa da almeno 10 anni" per avere diritto al sussidio, l'ultima bozza della relazione che accompagna il provvedimento, visionata dall'AdnKronos, prevede che sì, si sia residenti in Italia da almeno 10 anni per poter accedere al reddito di cittadinanza, ma in via continuativa 'solo' per gli ultimi due. Per il resto, la misura al momento sembra non aver subito modifiche. La platea resta di 4.916786 persone, di cui 1.734.932 famiglie.

''Abbiamo trovato una formula di equilibrio, è una sintesi'' ha poi detto a 'Porta a Porta' il premier Giuseppe Conte, confermando che il reddito di cittadinanza andrà agli stranieri residenti in Italia da 10 anni, di cui gli ultimi 2 continuativi. "Non ci sembrava giusto che il reddito di cittadinanza andasse a chi è appena arrivato in Italia".

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Boeri: "Reddito di cittadinanza va contro le famiglie"

 "Io ero e sono favorevole ad una misura di sostegno alla povertà, e ho apprezzato il fatto che le ultime bozze si sono avvicinate ad una estensione del reddito di inclusione in vigore. Ma è vero che nel testo ci sono diverse incongruenze", spiega il presidente uscente dell'Inps Tito Boeri alla Stampa.

"La misura spiazza il lavoro al Sud. Un single con reddito zero può aspirare a 9.360 euro all'anno: sa quanti sono i lavoratori dipendenti al Sud che hanno redditi da lavoro inferiori a quella somma? Il 43 per cento. Ciò significa che quasi un giovane su due da quelle parti potrà essere messo di fronte a due alternative entrambe allettanti: smettere di lavorare o essere pagato in nero per ottenere comunque il sussidio". Inoltre il testo "penalizza le famiglie numerose dove sono concentrati i poveri. Una famiglia con tre figli prende il doppio di un single, una famiglia con cinque figli lo stesso. Non si doveva sostenere la genitorialità?" 

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M5s: "Reddito di cittadinanza è contro il voto di scambio"

“Le accuse che arrivano da Forza Italia che collega vergognosamente il reddito di cittadinanza al voto di scambio sono davvero intollerabili. Il Reddito di cittadinanza, contrariamente a quanto afferma Forza Italia, serve proprio a contrastare il voto di scambio mafioso e dei politici corrotti. Per anni le cronache ci hanno restituito inchieste e scandali su politici che promettevano soldi per avere voti - appena 20 euro a voto in alcuni casi - spesso coinvolgendo in questo affare anche le organizzazioni mafiose. Con il reddito di cittadinanza questi episodi non ci saranno più”. È quanto afferma in una nota il portavoce del M5S Davide Tripiedi, vice presidente della commissione Lavoro alla Camera dei deputati. 

“Il reddito di cittadinanza è la necessaria risposta a un’esigenza reale di sostegno economico e aiuto al reinserimento lavorativo. L’Italia l’aspetta da troppo tempo visto che nessuna forza politica finora ha avuto il coraggio di mettere in pratica un principio sancito dall’articolo 3 della Costituzione. Con questa misura restituiremo finalmente dignità ai cittadini italiani più in difficoltà, dando a tutti la possibilità di costruirsi un futuro”.

“Gli stessi che criticano il reddito di cittadinanza sono quelli che hanno provato a copiare la nostra misura per sembrare uguali a noi, ovviamente senza riuscirci. Faceva quasi tenerezza Berlusconi che, in prossimità delle elezioni del 4 marzo scorso, prometteva 1000 euro al mese a tutti di 'reddito di dignità'. Questi attacchi sconclusionati dimostrano, una volta di più, quanto le opposizioni siano allo sbando, prive di argomenti e di alcuna vergogna. I loro sono gli ultimi colpi di coda di una classe politica morente che non riesce proprio a capire e a interessarsi dei veri problemi dei cittadini e, per questo, è destinata a scomparire”, conclude. 

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