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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Reddito di cittadinanza, l'offerta resta congrua ma "laureato deve fare anche cameriere"

Dopo le modifiche apportate con la Manovra 2023 e con gli emendamenti, a gennaio arriverà un nuovo decreto che andrà a modificare la precedente normativa

Non perderà il reddito di cittadinanza il beneficiario che rifiuterà un'offerta di lavoro troppo lontana da casa, o con una retribuzione troppo bassa o non in linea con il proprio profilo. La maggioranza ha infatti sbagliato a scrivere l'emendamento presentato da Maurizio Lupi (Noi Moderati), che pur cancellando l’aggettivo "congrua", rinvia alla norma del decreto legislativo istitutivo del reddito di cittadinanza, che definisce appunto le caratteristiche che l'offerta deve avere per essere obbligatoriamente accettata (la distanza dal luogo di residenza, la retribuzione, la coerenza con le competenze). E quindi la "congruità" rimane. Ad essersi accorta che la norma era mal scritta, e non raggiungeva l’obiettivo voluto dal governo, la deputata Cecilia Maria Guerra, relatrice di minoranza per il Pd, che lo ha segnalato in Commissione Bilancio ma aspettando che fosse troppo tardi perché la maggioranza correggesse il suo errore.

È il sottosegretario Claudio Durigon a precisare che il criterio di territorialità resterà, aggiungendo però che la modifica verrà introdotta con un successivo decreto che obbligherà i percettori ad accettare qualsiasi tipo di lavoro per non perdere il sussidio. Le norme approvate ieri modificano la Manovra, ovvero lo stanziamento dei finanziamenti, ma a gennaio ci sarà un nuovo decreto sul reddito di cittadinanza che andrà a modificare la precedente normativa. Come sarà quindi il reddito di cittadinanza nel 2023?

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Durigon: "Laureato faccia anche cameriere"

Stando alle ultime notizie sembrava che il nuovo reddito di cittadinanza (quello rivisto dal governo Meloni per evitare ai poco volenterosi di beneficiarne indebitamente) non avrebbe preso in considerazione la territorialità delle offerte di lavoro. Per non perdere il sussidio un percettore di Napoli, ad esempio, avrebbe dovuto accettare anche un’offerta di lavoro a Venezia. Alla notizia le opposizioni sono insorte, Giuseppe Conte in primis, dichiarando che il reddito di cittadinanza così pensato è inaccettabile. Stamane, però, sono giunte le precisazioni del sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, per mettere a tacere le polemiche.  

"L'offerta congrua che abbiamo in mente prevede che qualsiasi persona, anche laureata, se gli offrono un posto anche di cameriere casomai vicino casa è giusto che la accetti, perché se uno prende dei soldi pubblici non credo che possa essere schizzinoso. Il criterio della territorialità resta anche perché una persona non può andare a Trieste per due giorni se è di Napoli, tranquillizzerei Conte".

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Il governo Meloni punta a "portare a casa" nella seconda metà di gennaio un decreto che toccherà il reddito di cittadinanza, "ma anche tanti altri temi sul lavoro", ha sottolineato il sottosegretario. Durigon ha provato a fare chiarezza sul discorso dell’offerta congrua e non congrua di lavoro, ovvero sulla possibilità di rifiutare un lavoro senza perdere il diritto al sussidio.

"Se l'offerta è comunque sia nei limiti temporali, che vicino casa, il percettore dovrà accettare qualsiasi tipologia di offerta di lavoro, questo sarà sicuramente un tema che entrerà sicuramente nel nostro decreto. Dopodiché tante cose entreranno, dalla formazione al matching per poter dare ai percettori delle risposte ed una funzionalità diversa".

Stando alla normativa attuale un’offerta era definita "congrua" quando:

  • era compatibile con le proprie competenze;
  • prevedeva una retribuzione superiore del 20% rispetto a quanto percepito con il Rdc;
  • si svolgeva a una distanza non superiore a 80 km dalla residenza o raggiungibile entro 100 minuti con il trasporto pubblico.

Dal 2023 questo concetto di offerta congrua cambierà, sicuramente verrà meno la compatibilità con le proprie competenze, stando a quanto dichiarato da Durigon.

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Ricapitolando, il nuovo reddito di cittadinanza sarà molto diverso da quello nato con il governo Conte. Prima di tutto sarà di soli sette mesi per gli occupabili, ovvero per le persone tra 18 e 59 anni (abili al lavoro ma che non abbiano nel nucleo disabili, minori o persone a carico con almeno 60 anni d'età). Per tutti gli altri continuerà ad essere regolarmente erogato per 18 mensilità rinnovabili.

Secondo poi ci saranno dei corsi di formazione obbligatori per gli occupabili pena la decadenza dal sussidio. Terza novità, dopo il primo rifiuto dell’offerta di lavoro si perderà il sostegno economico (prima erano 3 le offerte rifiutabili, poi una, ora nessuna). Il criterio dell’offerta congrua seguirà, con molta probabilità, le indicazioni che Durigon ha appena spiegato: sì alla territorialità, no alla possibilità di 'scegliersi' il lavoro.

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