Reddito di cittadinanza: perché molti ex percettori non chiedono l'assegno da 350 euro
Sono più di 130mila i nuclei familiari rimasti senza un aiuto dallo Stato. Eppure le domande per il nuovo sostegno legato alla formazione sono finora poco più di 80mila, di cui solo la metà presentate da ex beneficiari del Rdc
I conti non tornano, almeno a prima vista. Secondo gli ultimi dati del ministero del Lavoro sono 80.161 le domande inoltrate per accedere al Supporto per la formazione e il lavoro, il nuovo strumento pensato dal governo per chi non ha più titolo ad avere il reddito di cittadinanza e intende attivarsi per partecipare alle cosiddette politiche attive del lavoro. Il punto è che stando ai numeri dell'Inps i nuclei familiari che tra luglio e agosto si sono visti sospendere il reddito di cittadinanza sono stati circa 192mila.
Si tratta degli ex percettori "occupabili" che secondo l'esecutivo non hanno più diritto di ricevere il sostegno economico introdotto dai 5 Stelle, ma possono fare domanda per l'assegno da 350 euro messo a disposizione per chi frequenta i corsi di formazione. Dei 192mila nuclei ex beneficiari, circa 59mila sono stati già presi in carico dai servizi sociali in quanto "non attivabili" concretamente al lavoro. Tra coloro che hanno perso il Rdc nei mesi di luglio e agosto restano dunque scoperte 133mila famiglie. Eppure le domande per il nuovo assegno da 350 euro sono state poco più di 80mila. Non solo. Secondo quanto comunicato l'altro ieri dalla ministra del Lavoro Calderone, dagli ex percettori del Rdc sarebbero arrivate "solo 40mila" domande. È possibile che nelle ultime 48 ore questo numero sia leggermente aumentato, ma in ogni caso il dato è abbastanza lampante: circa 90mila ex percettori di Rdc hanno rinunciato a chiedere il nuovo sostegno che va di pari passo con la partecipazione obbligatoria ad attività di formazione, pena la decadenza.
Perché gli ex beneficiari del Rdc non chiedono l'assegno da 350 euro
Perché dunque molti italiani in difficoltà rinunciano ad avere un aiuto dallo Stato? Calderone sul punto non si è sbilanciata limitandosi a dire che queste persone "evidentemente stanno facendo anche altre considerazioni". L'elefante nella stanza è ovviamente il lavoro sommerso: il sospetto, per dirla in modo chiaro, è che qualche ex percettore non abbia chiesto i 350 euro perché preoccupato di non poter frequentare i corsi di formazione (obbligatori) in quanto già impegnato con un lavoro, per quanto non contrattualizzato.
Ma non è l'unica considerazione che si può e si deve fare. I motivi possono essere svariati: probabilmente ci sono molti ex percettori che sperano ancora di essere presi in carico dai servizi sociali. E dunque mirano a rientrare tra i beneficiari del reddito di cittadinanza perché più conveniente. In realtà non sempre è così: se il Rdc viene erogato al nucleo familiare, il nuovo sostegno è invece individuale. Ciò vuol dire che se in una famiglia ci sono più soggetti che fanno domanda gli assegni si sommano. E la cifra totale può spesso superare i mille euro al mese. Va detto però che il reddito di cittadinanza ha molti altri vantaggi, tra cui quello di non avere una scadenza. Non si può dire altrettanto per il "supporto per la formazione e il lavoro" che viene concesso solo per 12 mesi.
Dietro i numeri che abbiamo snocciolato sopra però potrebbe esserci anche un altro motivo, molto più banale. Se molti ex percettori non chiedono il nuovo sostegno economico è perché non rientrano nei requisiti di Isee. Se la soglia per accedere al reddito di cittadinanza è fissata a 9.360 euro per nucleo familiare per il nuovo sostegno si scende a soli 6.000 euro. Insomma, un certo numero di ex percettori (difficile da quantificare) è stato semplicemente tagliato fuori dal beneficio. Infine c'è da considerare chi non ha ancora compilato la domanda perché non è a conoscenza del nuovo sussidio o semplicemente non ha le conoscenze informatiche per farne richiesta. E d'altra parte non sono pochi coloro che per presentare la domanda hanno chiesto una mano ai Caf. Secondo il ministero del Lavoro finora 42.163 istanze sono state presentate direttamente dai cittadini e 37.998 per il tramite dei Patronati.