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Mercoledì, 24 Aprile 2024
ECONOMIA

Rientro dei capitali dall'estero, il sì del Senato

La legge per il rientro dei capitali dall'estero e per la lotta all'evasione fiscale è stata definitivamente approvata dal Senato: 119 sì, 61 no e 12 astenuti

Il progetto sul rientro dei capitali dall'estero ha ricevuto il sì dalla maggioranza di Palazzo madama e il suo iter parlamentare per diventare legge si sta avviando alla conclusione. Un provvedimento d'urgenza e che rischiava di saltare vista l'approvazione dell'emendamento che introduceva in Italia il reato di autoriciclaggio, che aveva incontrato la ferma opposizione di Forza Italia. 

Ora però l'approvazione è definitiva: 119 sì, 12 astenuti e 61 no. Il dibattito dell'Aula ha registrato polemiche tra i sostenitori della legge e chi invece si è opposto fino all'ultimo. Due i temi caldi dell'accesa discussione: il nuovo reato di autoriciclaggio e la presunta mancata copertura “integrale” dal rischio incriminazione per chi deciderà di rimpatriare o di far emergere il proprio “nero”. 

Chi rimpatrierà o farà l'emersione dovrà svelare il proprio nome, esibendo tutti i documenti bancari e degli intermediari utili a ricostruire la storia e i rendimenti dell'investimento. Chi non lo farà rischierà fino a sei anni di carcere proprio per l'introduzione del reato di autoriciclaggio

La norma sembra essere l'ultimatum per chi ha capitali all'estero: la Svizzera (paese dove risiedono secondo le stime 230 miliardi in fuga dal nostro paese) nel 2018 aderirà alla procedura di scambio automatico delle informazioni fiscali. Questo significa che per rintracciare gli evasori non saranno più necessarie inchieste minuziose, ma semplicemente le informazioni sui risparmiatori italiani arriveranno direttamente nel nostro Paese. 

La procedura di rientro potrà essere attivata entro il 30 settembre 2015 su violazioni commesse fino al 30 settembre scorso. Il nuovo reato di autoriciclaggio, inserito nel codice penale italiano, prevede un doppio binario: condanne più severe se legato ad un reato presupposto punito con pene sopra i cinque anni e condanne meno severe sotto questa soglia. Il nuovo reato, recita il testo, prevede che si applichi "la pena della reclusione da due a otto anni e della multa da euro 5mila a euro 25mila a chiunque, avendo commesso o concorso a commettere un delitto non colposo, impiega, sostituisce, trasferisce in attività economiche, finanziarie, imprenditoriali o speculative, denaro, beni o altre utilità provenienti dalla commissione di tale delitto, in modo da ostacolare concretamente l'identificazione della loro provenienza delittuosa". Viene punito invece con il carcere da uno a quattro anni e una multa da 2.500 a 12.500 euro per autoriciclaggio legato ad un reato presupposto per cui è prevista la reclusione inferiore nel massimo a 5 anni. L'autoriciclaggio non verrà punito "quando il denaro, i beni o le altre utilità vengono destinate alla utilizzazione o al godimento personale" purché, precisa il testo, non ci sia stata l'intenzione in tal modo di occultare i frutti del reato.


"La #Voluntarydisclosure è legge. Non è un condono, perché chi aderisce paga tutto il dovuto. Grazie a tutto il Parlamento", ha commentato l ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, in un tweet dopo il via libera definitivo. ''Si tratta di un provvedimento atteso da tempo ed equilibrato, che ha concluso l'iter parlamentare grazie alla collaborazione dei gruppi di maggioranza e all'atteggiamento costruttivo delle opposizioni. L'intervento - sottolinea Padoan in una nota - è innovativo perché, rispetto alle precedenti misure per il rientro dei capitali, non è un condono in quanto l'imposta dovuta si paga per intero. Chi aderirà avrà una riduzione delle sanzioni amministrative e penali. Questa legge sul rientro dei capitali è conforme alle best practices internazionali in tema di regolarizzazione dei redditi dei capitali esportati illegalmente all'estero, basate sulla trasparenza, sullo scambio automatico di informazioni e sulla fine del segreto bancario, che sono state adottate su iniziativa dell'Ocse, del G20 e dell'Ecofin sotto la presidenza italiana dell'Ue".

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