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Sabato, 20 Aprile 2024
L'intervista

Meno tasse se chiedi la fattura: "Meloni faccia come la Germania"

"Grazie al superbonus è diminuita l'evasione fiscale nell'edilizia, ora queste misure vanno ampliate ad altri settori economici" spiega a Today Marco Cuchel, presidente dell'associazione nazionale commercialisti

Si apre una nuova stagione di riforme in Italia, con pensioni e fisco in pole position nella tabella di marcia del governo Meloni. Entro il mese di marzo il viceministro all’Economia, Vincenzo Leo, presenterà un testo che promette di rivoluzionare l’intero sistema fiscale italiano, diventato piuttosto farraginoso dopo 50 anni dall’ultima grande riforma. Per il momento si parla di un possibile "addolcimento" delle aliquote Irpef, di un’estensione della flat tax, di quoziente familiare e di lotta all’evasione fiscale con il concordato preventivo. Questo non basta ha dichiarato Marco Cuchel, presidente Associazione nazionale commercialisti (Anc) in un’intervista a Today: "Per ridurre l'evasione fiscale bisogna migliorare i rapporti tra contribuenti e pubblica amministrazione e rilanciare il contrasto di interessi, prendendo a riferimento paesi come la Germania".

Cuchel: "Il fisco non deve essere amico ma corretto e trasparente"

Se in Italia si vuole ridurre l’evasione fiscale bisognerà innanzitutto realizzare una "riforma fiscale organica complessiva che sia in grado di migliorare i rapporti tra cittadini contribuenti e pubblica amministrazione", ha dichiarato Cuchel. Cosa vuol dire, che il fisco deve essere più 'buono' con i contribuenti? "Il fisco non deve essere 'amico', come spesso si sente dire, deve essere corretto e trasparente nei confronti dei cittadini", ha chiosato il presidente Anc. Il rapporto tra le parti deve essere "equo" invece adesso "il fisco parte sempre da una posizione di dominanza. Se il cittadino sbaglia non si può sempre pensare che sia in malafede, bisogna anche pensare che ci potrebbero essere degli errori per la complessità della norma o per l’impossibilità di adempiere in determinati momenti. Nel nostro Paese le norme sono talmente schizofreniche e spesso contraddittorie tra di loro che è difficile fare impresa, anche per gli investitori esteri che vorrebbero investire in Italia".

Le proposte avanzate dal viceministro Leo su una possibile cancellazione della sanzione penale per gli omessi versamenti e una revisione delle norme sulla dichiarazione infedele potrebbero andare in questa direzione. "Se l’errore si sostanzia in una mera formalità e non c’è un danno erariale, la sanzione non dovrebbe esistere oppure dovrebbe essere risibile – ha dichiarato Cuchel -. Se c’è un danno erariale, perché si è creata una evasione intera, allora lì la sanzione deve esserci ma va sicuramente rivista perché oggi le sanzioni sono sproporzionate rispetto all’errore commesso. Un sistema sanzionatorio elevato non è un deterrente per l’evasione fiscale, come dimostra il caso Italia".

Cosa vuol dire che ci sarà una moratoria estiva sul fisco

Per la lotta all’evasione fiscale bisogna amplificare il contrasto di interessi: cos'è

In Italia la pressione fiscale è davvero troppo alta: siamo tra i primi paesi Ocse. Per rimediare il governo Meloni starebbe pesando a un "addolcimento" delle aliquote Irpef. Secondo Cuchel, però, "si deve fare anche una riflessione più seria sul contrasto di interessi". Di che cosa si tratta? "Se mettiamo in campo situazioni in cui il consumatore finale ha interesse a richiedere la fattura perché se la può scaricare nella dichiarazione dei redditi - lo abbiamo visto ad esempio con i bonus fiscali sull’edilizia – si eleva la base imponibile e quindi si pagano le imposte. In questo modo si potrebbe rilanciare anche tutto il sistema economico". Grazie ai bonus edilizi e alle detrazioni al 50%, 65%, 90% e 110%, infatti, l’emersione nel comparto dell’edilizia è stata alta. L’idea sarebbe quella di ampliare queste misure anche ad altri settori economici. La detrazione del 19% delle spese mediche (superata la franchigia), però, "è una percentuale troppo bassa se voglio pensare di innescare un contrasto vero di interessi", ha puntualizzato Cuchel.

Il contrasto di interessi è un sistema efficace di lotta all’evasione fiscale che funziona bene soprattutto in Germania. Nel Paese d'oltralpe "ci sono aliquote più alte rispetto all’Italia ma a parità di situazione un contribuente tedesco paga meno imposte di quello italiano perché c’è la possibilità di detrarre più spese rispetto al nostro Paese. In Germania si è cercato di dare più spazio al principio del contrasto di interesse rispetto all’abbassamento dell’aliquota, perché se abbasso l’aliquota e tolgo oneri detraibili e deducibili il carico fiscale per i cittadini non cambia".

Pressione ficale in Italia  2021 (Dati Ocse)

Il concordato preventivo biennale

Per quanto riguarda le piccole e medie imprese e le partite iva il viceministro Leo starebbe pensando a un "concordato preventivo biennale", un accordo sulle tasse da pagare per non essere soggetti a controlli. "Specialmente per le piccole imprese potrebbe essere un sistema vantaggioso – ha dichiarato Cuchel -. Ci sarà chi ci guadagna e chi ci va a rimettere qualcosa. Andrà visto caso per caso. Sicuramente per certi versi va a stabilizzare il sistema", anche perché il 'tax gap', ovvero la perdita di gettito per lo Stato, "resta tra 85 e 100 miliardi di euro".

La cosa buona di questa misura riguarda soprattutto la possibilità di mettersi al sicuro dai controlli della guardia di finanza, sottolinea il presidente Anc ricordando che "oggi difficilmente si riesce a dimostrare che il contribuente ha agito in maniera corretta perché purtroppo l’onere della prova in ambito fiscale è a carico del contribuente. Così come è strutturato il sistema fiscale oggi in Italia andare a dimostrare il contrario diventa una prova diabolica".  

Premi se si paga quanto chiesto dal Fisco

Flat tax per lavoratori dipendenti e pensionati: "Non è una buona idea per tutti"

Con la legge di Bilancio 2023 il governo Meloni ha esteso la flat tax al 15% ai redditi da lavoro autonomo fino ai 65mila euro, con la promessa di farla diventare realtà anche per i lavoratori dipendenti e i pensionati. "L’imposta sostitutiva è estremamente bassa, rapportata all’Irpef progressiva sembra un vantaggio ma va analizzato caso per caso perché il soggetto perde tutti gli oneri detraibili e deducibili e rischia, come aliquota media, di pagare di più rispetto a una tassazione ordinaria", spiega Cuchel.

Questo avviene già per i lavoratori autonomi e gli imprenditori. Ci sono casi dove sicuramente è conveniente, come quello di un giovane che si affaccia al mondo del lavoro e che non ha carichi di famiglia o altre spese importanti ma quando l’attività e la famiglia iniziano a crescere usare un’imposta sostitutiva del 15% potrebbe non essere più conveniente. "Ogni contribuente è un caso a sé, sia come lavoratore dipendente e pensionato, sia come lavoratore autonomo o imprenditore. Fare un discorso generale per tutti non è semplice. A mio modo di vedere prima di traslare questa imposta sostitutiva anche nel mondo dei dipendenti e dei pensionati converrebbe passare prima da una riforma fiscale che funga da volano per l’economia".

Si è parlato anche di un possibile innalzamento della soglia di fatturato fino a 85 mila euro per gli autonomi. Secondo la Cgia di Mestre anche con uno slittamento all'insù della soglia le partite iva continueranno a pagare più tasse dei lavoratori dipendenti (si salverebbe solo la fascia di reddito tra i 60 e i 65 mila euro).

"Flat tax? Gli autonomi continuano a pagare più tasse dei dipendenti"

Fisco: in Italia l’equità orizzontale non esiste

La flat tax al 15% per redditi da lavoro autonomo fino a 85mila euro e un possibile concordato preventivo biennale per le piccole imprese potrebbero far storcere il naso a molti lavoratori dipendenti e pensionati. Diversi studi, però, hanno dimostrato che un imprenditore o lavoratore autonomo (commercianti, liberi professionisti, consulenti, artigiani e piccoli imprenditori, etc.) paga più tasse di un lavoratore dipendente, che a sua volta paga più tasse di un pensionato. "La parità orizzontale non esiste in questo Paese. Bisogna pensare poi che ci sono dei trattamenti diversi: il lavoratore dipendente ha la 13esima, la 14esima, il Tfr pagato anche se l’azienda fallisce, le ferie, la malattia, la cassa integrazione se l’azienda va in crisi, una pensione molto più alta perché una parte dei contributi gliela paga il datore di lavoro. I trattamenti sono totalmente diversi, le tutele sono totalmente diverse. Non si può continuare in questo Paese a mettere contro categorie economiche e lavoratori, cittadini dello stesso Paese per annunci elettorali. Bisognerebbe cercare di non alimentare questa lotta tra categorie".

Cuchel ricorda poi che "non ci sono contribuenti perfetti né da una parte né dall’altra" e che anche i dipendenti e i pensionati potrebbero evadere il fisco "facendo un secondo lavoro in nero oppure accedendo a servizi o acquisti senza richiedere la fattura. Anche questa è evasione".

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