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Venerdì, 29 Marzo 2024
Le opzioni in campo

Tutte le novità della riforma delle pensioni 2023

Governo e sindacati alla ricerca di un punto d'incontro sulla flessibilità, con la soglia anagrafica limite che oscilla tra i 62 e i 64 anni di età

Riforma delle pensioni 2023 al centro della scena, con il tavolo di confronto tra governo e sindacati in programma per domani, lunedì 7 febbraio, che potrebbe rivelarsi decisivo. I ministri Andrea Orlando e Daniele Franco e i leader di Cgil, Cisl e Uil si sono dati appuntamento per scrivere insieme le linee guida della riforma previdenziale, quella che deciderà le regole per andare in pensione dal 2023 in poi. Per il 2022 si è preso tempo con Quota 102 (64 anni di età e 38 anni di contributi) al posto di Quota 100 (62 anni di età e 38 anni di contributi) per schivare i 67 anni della legge Fornero, ma cosa ci aspetta in futuro? Come sarà la riforma delle pensioni 2023? Cosa cambierà per i giovani, le donne e i lavoratori appartenenti alle categorie gravose?

Riforma delle pensioni 2023: le proposte sulla flessibilità in uscita

Lunedì è il giorno della verifica politica. L’obiettivo comune di governo e sindacati è quello di definire le linee guida dei nuovi interventi sulla previdenza da far scattare nel 2023, in tempo utile per il Def di aprile. Per il momento sono stati i sindacati ad avanzare proposte per la riforma previdenziale 2023, puntando sulla flessibilità in uscita a 62 anni di età o con 41 anni di contributi a prescindere dall'età anagrafica. Su questo argomento, però, il governo potrebbe avere vedute diverse, per un problema principalmente di costi. Per la data di uscita dal mondo del lavoro i ministri Orlando e Franco sembrano intenzionati a restare attorno alla soglia anagrafica minima dei 64 anni. Il governo Draghi, disponibile a individuare soluzione condivise, sembra voler prendere in considerazione solo il contributivo (pensione in base a quanto si è versato), soprattutto nel caso dei trattamenti anticipati, per non far lievitare ulteriormente la spesa pensionistica. Appaiono più ridotte, invece, le distanze sui lavoratori gravosi e le donne, con l'idea di rendere strutturale Ape sociale e Opzione Donna. 

Come cambierà la pensione per i giovani

Sotto i riflettori i giovani con carriere discontinue, specie se si parla solo di contributivo per il calcolo dell'assegno previdenziale. Molti lavoratori giovani entrati nel mondo del lavoro prima del 1996, infatti, rischiano di percepire un assegno pensionistico "da fame", sotto la soglia di povertà a causa dei buchi contributivi legati alle carriere discontinue, ai periodi di cassa integrazione, al precariato e ai salari bassi. Allo studio del governo e dei sindacati una pensione di garanzia per coprire i periodi rimasti scoperti dai contributi, al fine di assegnare pensioni dignitose anche a chi ha avuto una vita lavorativa difficile. L'idea sarebbe quella di assegnare contributi virtuali per coprire i periodi di studio, disoccupazione e lavoro di cura per l'assistenza dei familiari. In ballo ci sarebbero 1,5-1,6 anni di versamenti per ogni anno di lavoro, con l'incognita costi ancora da vagliare. Il ministero dell'economia si è detto pronto a farlo e a stimare le platee interessate. Tra le altre ipotesi in campo c'è anche quella di un bonus contributivo una tantum da assegnare ai giovani che hanno bisogno di coprire periodi contributivi scoperti.

Bonus maternità: 12 mesi di contributi aggiuntivi a figlio per le donne 

Tra i punti principali della nuova riforma delle pensioni 2023 c'è anche il capitolo donne. Per loro si sta pensando prima di tutto a rendere strutturale Opzione donna, ma con una importantissima novità, ossia quella di rendere possibile e gratuito il cumulo dei contributi versati in diverse gestioni ai fini del raggiungimento dei 35 anni contributivi necessari per uscire prima dal lavoro. Al vaglio poi un bonus contributivo virtuale da estendere ai periodi di maternità e a quelli di assenza “forzata” dal lavoro e in aggiunta un bonus o sconto di dodici mesi di versamenti per ogni figlio.

Chi può andare in pensione nel 2022

Mentre si discutono i termini per la prossima riforma delle pensioni 2023, proviamo a capire chi potrà andare in pensione nel 2022. Dopo tre anni della misura sperimentale Quota 100 si è passati solo per il 2022 a Quota 102, sistema che permette l'uscita anticipata dal mondo del lavoro a chi ha almeno 64 anni di età e 38 anni di contributi. Ma Quota 102 è roba "per pochi". Al massimo 16.800 lavoratori. Le prime uscite per Quota 102 saranno a maggio ed agosto, per via delle finestre di legge di tre e sei mesi previste per dipendenti privati e pubblici che raggiungono i requisiti.

Qualcuno, invece, potrà andare in pensione nel 2022 grazie all'Ape sociale, allargata nel nuovo anno a più mansioni gravose: da 15 a 23 categorie. Inoltre calano da 36 a 32 anni i contributi richiesti a edili e ceramisti per poter richiedere l’Ape e uscire così dal lavoro a 63 anni. Secondo i calcoli a beneficiare dell'Ape sociale nel 2022 saranno poco più di 20mila lavoratori.

C'è poi Opzione donna, misura confermata nella legge di Bilancio che permette l'uscita anticipata alle lavoratrici dipendenti e autonome che hanno compiuto 58 o 59 anni, rispettivamente, nel 2021 e possono contare su 35 anni di contributi. Le finestre sono molto lunghe, 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e ben 18 mesi per le autonome: le donne, nate entro il 1963 o 1962, lasceranno il lavoro tra la fine di quest’anno e il prossimo. La platea interessata è di 17 mila donne. Si calcola che quest'anno tra Quota 102, Opzione Donna e Ape sociale allargata, i lavoratori in potenziale uscita anticipata nel 2022 saranno 55mila circa. Nulla cambia invece per chi accede al pensionamento con la legge Fornero, né nelle modalità di accesso né nel sistema di calcolo applicato per l’assegno previdenziale.

Quando potrò andare in pensione?

Per sapere quando e come poter andare in pensione l'Inps ha lanciato il simulatore online "PensAMi", sistema che permette a tutti, senza autenticazione, di verificare i possibili scenari pensionistici considerata l’attività lavorativa svolta. Lo scopo del simulatore è esclusivamente informativo, serve principalmente a rispondere a domande del tipo: Come e quando posso andare in pensione? Posso fare qualcosa per anticipare l’accesso alla pensione? Il servizio Inps è semplice e totalmente gratuito: rispondendo a poche domande l’utente ha subito accesso alle informazioni sulle principali prestazioni pensionistiche a cui potrebbe aver diritto, alla data alla quale potrebbe accedere alla pensione, e ai dettagli sulle modalità di calcolo applicate.

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