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Giovedì, 25 Aprile 2024
lo scenario

Il gas dei nuovi rigassificatori basterà?

I rigassificatori saranno vitali per sostituire il gas russo, ma come funzionano? Tutto quello che c'è da sapere sugli impianti di rigassificazione del Gnl, il gas naturale liquefatto, e sul loro ruolo nella strategia del governo: dove e quanti sono in Italia e qual è il loro reale impatto. Dati, grafici e mappe per capirlo

L'Italia avrà altri due rigassificatori, a Ravenna e Piombino. I due impianti si aggiungeranno ai tre già esistenti e serviranno a diversificare ulteriormente le forniture per sostituire il gas russo, grazie alla trasformazione del Gnl, il gas naturale liquefatto. Per il rigassificatore di Ravenna l'iter di approvazione è stato relativamente rapido, mentre a Piombino le proteste della politica locale e dei cittadini ne stanno ritardando la messa in funzione, anche se il Tar ha respinto il ricorso del Comune. L'apporto dei due nuovi impianti di rigassificazione sarà fondamentale, già dal 2023, per garantire all'Italia gli approvvigionamenti necessari senza il gas dalla Russia. La diversificazione delle forniture di gas italiane è nel vivo e il Gnl, insieme ai rigassificatori, saranno fondamentali in questa transizione: ma di quanto gas stiamo parlando?

Come funziona un rigassificatore

I rigassificatori trasformano il gas naturale liquefatto (Gnl), riportandolo allo stato gassoso. Una volta estratto, il gas naturale può essere infatti liquefatto tramite un processo di raffreddamento a -160 gradi centigradi, che lo riduce notevolmente di volume. Il gas trasformato allo stato liquido può essere stoccato e trasportato più facilmente, anche via mare, grazie ad apposite navi metaniere.

In questo modo il Gnl può esse trasportato per migliaia di chilometri, senza avere bisogno di gasdotti, fino ai rigassificatori. Una volta arrivato a destinazione, il gas naturale liquefatto è scaricato nell'impianto di rigassifcazione per essere riportato allo stato gassoso ed essere immesso così nella rete nazionale. 

I rigassificatori possono essere sotto forma di impianti a terra in grado di "accogliere" le navi metaniere che trasportano il Gnl, o galleggianti, come navi rigassificatrici, che possono essere collocate nelle banchine dei porti o al largo della costa. Gli impianti di rigassifcazione galleggianti vengono anche chiamati Fsru, Floating Storage and Regasification Units.

Come funziona un rigassificatore: cosa sono le Fsru

Le navi metaniere che trasportano il Gnl trasferiscono il gas liquido nei serbatoi del terminale di rigassificazione. Il trasferimento avviene tramite bracci di scarico in acciaio installati sulla nave rigassificatrice che si agganciano alla metaniera per ricevere il gas.

Successivamente, il gas liquido viene portato allo stato solido grazie alla differenza di temperatura: il metano liquido, a -160 gradi centigradi, arriva infatti in uno scambiatore di calore in cui scorre un liquido più caldo, che di solito è acqua di mare. La differenza di temperatura riporta il gas metano allo stato gassoso.

Lo scambiatore di calore è fatto da un serpentino di acciaio - in cui scorre il Gnl - ed è immerso in una vasca che contiene acqua a temperatura ambiente, che viene continuamente fatta circolare per evitare che si raffreddi. La temperatura alla quale l’acqua viene reimmessa in mare è costantemente controllata e deve rientrare nei limiti autorizzati. Il gas a temperatura ambiente ottenuto dal processo di rigassificazione viene poi compresso e immesso in un gasdotto che arriva fino alla rete di trasporto nazionale.

I rigassificatori in Italia: dove sono

Al momento l'Italia ha tre impianti di rigassificazione, uno sulla terra ferma, in Liguria, e due in mare, di fronte le coste della Toscana e del Veneto. I rigassificatori si trovano a:

  • Panigaglia, Liguria: Il terminale di Panigaglia, di proprietà di Snam, è il primo impianto di rigassificazione costruito in Italia. Ha una capacità di immettere in rete un massimo di 3,5 miliardi di metri cubi di gas l'anno;
  • Livorno: al largo di Livorno c'è l'Olt, un rigassificatore galleggiante in grado di contribuire con 3,7 miliardi di metri cubi di gas l'anno;
  • Porto Viro, Veneto: al largo della costa di Porto Viro, in provincia di Rovigo, c'è il più importante impianto di rigassificazione in Italia. Si tratta di un rigassificatore galleggiante offshore, chiamato Adriatic Lng: garantisce all’Italia rifornimenti di Gnl principalmente dal Qatar ma anche da Egitto, Trinidad e Tobago, Guinea Equatoriale e Norvegia. Può arrivare a immettere in rete 9 miliardi di metri cubi di gas l'anno, il 12 per cento circa dei consumi totali.

Il peso del Gnl nelle forniture di gas italiane

Nel 2022 il Gnl ha contribuito al processo di diversificazione delle forniture di gas in Italia per sostituire quelle russe. Il suo "peso" è aumentato notevolmente nell'ultimo anno: nel 2022 il Gnl ha costituito il 21 per cento delle forniture totali di gas, in aumento rispetto al 14 per cento del 2021.

Per fare un confronto, nel 2021 sono arrivati in Italia 9,8 miliardi di metri cubi di gas dalla rigassificazione del Gnl. Nel 2022 la sua presenza è cresciuta del 46 per cento, arrivando a superare i 14 miliardi di metri cubi.

Dall'inizio della guerra in Ucraina il gas dalla Russia è diminuito gradualmente, mentre sono aumentate le forniture da altri Paesi, e anche del Gnl: il gas naturale liquefatto ha infatti contribuito in maniera decisiva a sostituire gli approvvigionamenti mancanti a causa delle mancanze russe. 

Putin ha perso la guerra del gas

I rigassificatori di Ravenna e Piombino

Il governo ha deciso di potenziare la capacità di rigassificazione italiana aggiungendo altri due impianti ai tre esistenti. I punti individuati sono Ravenna e Piombino. 

Per il sito di Ravenna Snam ha acquistato la nave di stoccaggio e rigassificazione BW Singapore, che ha una capacità rigassificazione di circa 5 miliardi di metri cubi. La nave verrà posizionata nell'Alto Adriatico, a 8,5 Km dalla costa di Ravenna. L'investimento è di circa un miliardo di euro: metà dei costi vengono assorbiti dall'acquisto della nave, mentre il resto servirà a costruire un metanodotto di 32 chilometri per collegare l'impianto alla rete nazionale esistente. Tra gli interventi di compensazione, anche un bosco di 100 ettari.

Il rigassificatore di Ravenna: il progetto in dettaglio

Ravenna è stata scelta come sede del nuovo rigassificatore perché a Minerbio - a est di Bologna - Snam ha uno dei siti di stoccaggio gas più importanti d'Europa che permette l'iniezione nella rete nazionale. Il rigassificatore di Ravenna dovrebbe entrare in funzione entro l'autunno 2024.

A Piombino la situazione non procede spedita come a Ravenna. Snam ha acquistato la nave rigassificatrice Golar Tundra, per circa 330 milioni di euro. Il commissario straordinario della Regione Toscana per l’impianto, il presidente di Regione Eugenio Giani, ha firmato l’ordinanza per l’installazione, ma la mobilitazione dei cittadini e della politica locale ha rallentato pratiche e autorizzazioni.

La Golar Tundra, la nave rigassificatrice acquistata da Snam da posizionare nel porto di Piombino

Il sindaco di Piombino Francesco Ferrari, in quota Fratelli d'Italia, ha impugnato l’autorizzazione e ha presentato ricorso che però poi è stato bocciato dal Tar. La messa in funzione è prevista per aprile-maggio 2023. Ora, la Golar Tundra è in porto in attesa del primo gas. 

Il rigassificatore di Piombino è pronto: ora manca solo il gas

"Dovremmo evacuare Piombino": l'inchiesta video di Today

I due impianti di rigassificazione di Ravenna e Piombino forniranno ognuno circa 5 miliardi di metri cubi di gas l'anno, in tutto quindi 10: se consideriamo che nel 2022 il fabbisogno annuale di gas dell'Italia è stato di 68,6 miliardi di metri cubi, i due impianti di rigassifficazione da soli peserebbero per il 14,6 per cento, portando la quota totale del Gnl a oltre il 35 per cento delle importazioni. Per sostituire del tutto le forniture di gas dalla Russia nel 2023, il contributo del Gnl, e dei rigassificatori, sarà vitale.

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