Come risparmiare sulle bollette: il decalogo
L'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) ha diffuso un vademecum con le misure taglia consumi. Le regole da seguire a casa
Come limitare i consumi per il riscaldamento e risparmiare sul gas? In tempo di crisi e aumento vertiginoso dei prezzi stare attenti alle proprie abitudini diventa un imperativo. L'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) ha diffuso un vademecum con le "Indicazioni essenziali per una corretta impostazione degli impianti di riscaldamento a gas". Sono suggerimenti pratici con "lo scopo di agevolare l'attuazione delle misure di contenimento dei consumi di metano per il riscaldamento domestico sulla base del recente decreto del ministero della Transizione Ecologica (del 6 ottobre 2022)".
La guida, che gli amministratori di condominio dovranno distribuire ai condomini, contiene istruzioni operative su accensione e spegnimento degli impianti a inizio e fine stagione di riscaldamento, sulla regolazione della temperatura dell’acqua calda sanitaria e di mandata degli impianti per settare la temperatura interna delle abitazioni a un massimo di 19°C, salvo eccezioni.
"La prima parte del manuale richiama le prescrizioni legislative dettate dal ministero e illustra al cittadino i principali sistemi di gestione degli impianti di riscaldamento di tipo domestico. La seconda, invece, fornisce indicazioni pratiche per la regolazione degli impianti nelle abitazioni, in base ai dispositivi di regolazione e controllo installati”, spiega Ilaria Bertini, direttrice del dipartimento Enea di Efficienza Energetica.
Le misure di risparmio previste dal decreto prevedono per il prossimo inverno:
- nuovi limiti temporali con un’ora in meno di accensione al giorno e stagione ridotta di 15 giorni;
- la riduzione di un grado delle temperature.
"Queste nuove regole si applicano a tutti i sistemi di riscaldamento alimentati a gas naturale, ad esclusione delle utenze più sensibili come ospedali, case di cura per anziani, scuole, asili nido". Enea a calcolato che queste misure amministrative, se attuate dall’80% delle famiglie italiane, possono comportare un risparmio nazionale di 2,7 miliardi di mc di metano e circa 180 euro mediamente in meno all’anno in bolletta per utenza.
Il vademecum fornisce istruzioni anche sui corretti comportamenti quotidiani, !disciplinando espressamente modalità e tempi per garantire il necessario ricambio d’aria negli ambienti climatizzati".
Quando si possono accendere i riscaldamenti: tutte le nuove regole
Con l’avvio della stagione dei riscaldamenti, che quest’anno inizia il 22 ottobre in oltre la metà degli 8 mila comuni italiani Enea propone anche 10 regole pratiche per scaldare al meglio le abitazioni, risparmiare in bolletta e salvaguardare l’ambiente. La corretta manutenzione degli impianti è la regola numero uno, non solo in termini di minor consumo di gas ma anche di sicurezza e attenzione all’ambiente. Prima di riaccendere i riscaldamenti è importante eliminare l’aria presente nei tubi ed effettuare una buona pulizia dei radiatori per rimuovere i depositi che possono essersi accumulati durante la stagione estiva.Inoltre, è importante ricordare che ogni grado in più in casa rispetto al massimo di 19°C consentiti comporta un aumento del consumo fino al 10% tenendo presente anche che la temperatura sale di 1-2°C dopo che una persona permane 30 minuti all’interno di una stanza.
Nuovo decreto sui riscaldamenti: chi eseguirà i controlli
Le dieci regole per risparmiare sul riscaldamento
- Eseguire la manutenzione degli impianti - Un impianto consuma e inquina meno quando è regolato correttamente, è pulito e senza incrostazioni di calcare. Per chi non effettua la manutenzione del proprio impianto è prevista una multa a partire da 500 euro.
- Controllare la temperatura degli ambienti - Bastano 19 gradi per garantire il comfort necessario in casa. Per ogni grado in meno si risparmia fino al 10% sui consumi di combustibile.
- Fare attenzione alle ore di accensione - Le nuove regole riducono di 1 ora i tempi di accensione finora consentiti. Controlla in quale delle 6 zone climatiche d’Italia si vive.
- Installare pannelli riflettenti tra muro e termosifone - Anche un semplice foglio di carta stagnola contribuisce a ridurre le dispersioni verso l’esterno.
- Schermare le finestre di notte - Persiane e tapparelle o anche tende pesanti riducono le dispersioni di calore verso l’esterno.
- Non mettere ostacoli davanti ai termosifoni - Posizionare tende o mobili davanti ai termosifoni ostacola la diffusione del calore verso l’ambiente ed è fonte di sprechi.
- Non lasciare le finestre aperte troppo a lungo - Per rinnovare l’aria in una stanza bastano pochi minuti, mentre lasciare le finestre aperte troppo a lungo comporta inutili dispersioni di calore.
- Fare un check-up alla casa - Affidati a un tecnico qualificato e fai valutare l’efficienza dell’impianto di riscaldamento e lo stato dell’isolamento termico di pareti e finestre. Puoi abbattere i consumi fino al 40%.
- Installare valvole termostatiche - Obbligatorie per legge nei condomini, le valvole termostatiche permettono di ridurre i consumi fino al 20%.
- Scegliere soluzioni di ultima generazione - Sostituire il vecchio impianto con uno a condensazione o con pompa di calore ad alta efficienza e adotta cronotermostati, sensori di presenza e regolatori elettronici a distanza.
Le fasce climatiche in cui è divisa l'Italia
Il decreto del ministero della Transizione Ecologica ha modificato i tempi di accensione degli impianti nelle città che rientrano nelle sei fasce climatiche in cui è suddivisa l’Italia, in base al clima medio del comune.
Le sei fasce climatiche:
- la zona A (Lampedusa, Porto Empedocle) avrà i termosifoni accesi dall’8 dicembre al 7 marzo per 5 ore al giorno;
- la zona B (Agrigento, Reggio Calabria, Messina e Trapani) dall’8 dicembre al 23 marzo per 7 ore;
- la zona C (Napoli, Imperia, Cagliari, gran parte della Puglia) dal 22 novembre al 23 marzo per 9 ore;
- la zona D (Firenze, Foggia, Roma, Ancona, Oristano e gran parte di Toscana, Umbria, Lazio, Campania) dall’8 novembre al 7 aprile per 11 ore;
- la zona E (Aosta, Torino, Milano, Bologna, la pianura padana, il nord, la dorsale appenninica, l’Aquila e la Basilicata) dal 22 ottobre al 7 aprile per 13 ore al giorno;
- la zona F (Belluno, Cuneo e i comuni dell’arco alpino) è senza limitazioni.
Le date differiscono da quelle tradizionali. A Milano per esempio si accendono i termosifoni il 22 ottobre invece che il 15. A Roma l’8 novembre invece del primo.
Il vademecum Enea per risparmiare sulle bollette
Ricambi d’aria: quando e per quanto tempo?
Anche quando si decide di spalancare le finestre per cambiare l'aria, è bene tenere a mente alcune indicazioni. Per cambiare l’aria in un’abitazione, è in generale sufficiente mantenere completamente aperte le finestre per pochi minuti, più volte al giorno, preferibilmente durante le ore più calde e quando il riscaldamento non è in funzione, in maniera da non raffreddare le superfici. Per il ricambio del volume d’aria dell’abitazione sono necessari pochi minuti per 2-4 volte al giorno.
Le abitazioni occupate tutto il giorno e da più persone dovranno essere ventilate con più frequenzarispetto a quelle poco vissute.
Le tempistiche per la corretta e completa ventilazione di un ambiente dipendono da diversi fattori:
- differenza di temperatura tra interno ed esterno;
- velocità del vento;
- presenza di correnti d’aria interne all’appartamento;
- tipologia e dimensione dell’apertura delle finestre.
Umidità in casa: il livello ideale per la salute
La ventilazione degli ambienti interni è fondamentale per diversi aspetti. Rinnovare l’aria che respiriamo permette di eliminare i batteri e le sostanze inquinanti. Questi si formano e si accumulano in un ambiente chiuso e isolato dall’esterno: detersivi, mobili, colle e vernici possono liberare nell’aria sostanze maleodoranti e dannose per la nostra salute; umidità, muffe, acari e allergeni si possono accumulare su pareti, finestre e pavimenti, ma anche su tende, divani e mobili. Anche noi contribuiamo a rendere poco salubre l’aria delle nostre case: quando respiriamo consumiamo ossigeno e produciamo anidride carbonica e quando stiamo male diffondiamo batteri e virus.
Mantenere il giusto livello di umidità nell’ambiente. Un eccessivo tasso di umidità nei locali può generare fenomeni di condensa sulle pareti, successiva formazione di muffe e creare un ambiente non salubre per gli abitanti.
Al di sotto del 40% di umidità in casa il clima diventa troppo secco, le mucose tendono a seccarsi, i batteri e i virus trovano un ambiente favorevole alla prolificazione, favorendo così l’insorgere di malattie respiratorie, raffreddore, tosse e influenza. Al di sopra del 70% di umidità in casa, il clima è troppo umido. Si forma condensa sulle parti fredde dell’edificio, come le pareti perimetrali e le finestre, che può portare alla formazione di muffe e conseguenti allergie.