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Giovedì, 18 Aprile 2024
La guerra economica

Così Putin ha costruito la "fortezza Russia" per resistere alle sanzioni

Crisi Russia-Ucraina, cosa sono le sanzioni e che impatto avranno sull'economia russa

E alla fine la Russia ha invaso l'Ucraina: le sanzioni annunciate dall'Europa e dall'America solo due giorni fa non sono riuscite a fermare Putin. Alla luce dell'attacco militare all'Ucraina partito questa notte, l'Ue ha deciso di approvare un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia per colpire i settori strategici del paese. L'obiettivo è costringere Mosca a fare un passo indietro. Che cosa sono le sanzioni, in cosa consistono e che ripercussioni avranno sull'economia russa? Come mai Putin non sembra essere preoccupato? La risposta è semplice: negli anni ha costruito la "fortezza Russia" per resistere alle sanzioni dei paesi occidentali. Andiamo per ordine, prima spieghiamo cosa sono le sanzioni. Le sanzioni sono uno strumento di politica estera molto utilizzato nell'ultimo decennio, che serve a fare pressioni su un altro stato quando la diplomazia non riesce a raggiungere gli obiettivi sperati. Invece di passare subito ad un intervento militare si prova prima con le sanzioni. La domanda che un po' tutti si stanno ponendo in queste ore è questa: le sanzioni funzioneranno? Il dibattito su questo tema è ancora aperto, in molti casi sono propedeutiche al raggiungimento di un accordo, in altri casi invece possono dare risultati deludenti, tutto dipende dalla loro incisività. Alcuni studi hanno dimostrato che solo tra il 5% e il 30% delle sanzioni porta i cambiamenti desiderati, vediamo perché.

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Crisi Russia-Ucraina: la "prima tranche" di sanzioni

Martedì 22 febbraio, quando l'Alto rappresentante Josef Borrell aveva annunciato il primo pacchetto di sanzioni alla Russia aveva dichiarato: "Faremo molto male a Mosca". Le sanzioni, decise all'unanimità dai ministri degli Esteri Ue, coinvolgevano i 351 membri della Duma russa, ovvero del Parlamento russo. In poche parole le persone finite nella lista nera, composta non solo da ministri ma anche da militari, oligarchi, aziende e banche, non potranno entrare nell’Ue né fare affari o shopping nell’Unione europea. Si è deciso poi di colpire anche "la capacità dello Stato russo e del governo di accedere al nostro mercato dei capitali e finanziari e dei servizi", con limitazioni "all'offerta di finanziamento e all'accesso del loro debito sovrano". Ad esempio, le banche non potranno acquistare titoli di stato del debito pubblico russo sul mercato primario. L'obiettivo è quello di evitare di finanziare l'invasione bellica della Russia sull'Ucraina con i soldi dell'Occidente. Per quanto riguarda il commercio, sono state decise restrizioni che colpiranno le relazioni economiche con Donetsk e Luhansk, con un divieto di importazione di merci provenienti dalle due aree e di esportazione di determinate merci e tecnologie. A tutte queste sanzioni si aggiunge la decisione della Germania di interrompere la certificazione del Nord Stream 2, gasdotto che bypassando l'Ucraina avrebbe reso l'Europa sempre più dipendente dal gas russo. Dello stesso tenore la "prima tranche" delle sanzioni statunitensi ed inglesi contro la Russia, che vanno ad interessare il debito sovrano russo, le istituzioni finanziarie e l'élite russa. Anche Australia, Canada e Giappone hanno imposto sanzioni alla Russia. Alcuni esperti hanno definito queste prime sanzioni alla Russia "simboliche", nella speranza potessero fungere da deterrente all'invasione. Inoltre, si è evitato di imporre sin da subito restrizioni più severe contro Mosca per lasciare spazio ad interventi più pesanti nel caso di un attacco militare, come poi è stato. 

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In arrivo una seconda tranche di sanzioni alla Russia

La Nato ha condannato con forza "l'attacco militare ingiustificato" della Russia contro l'Ucraina di questa notte, chiedendo a Mosca di interrompere l'invasione. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha definito l'attacco da parte della Russia "immotivato e ingiustificato", specificando che "gli Usa, i loro alleati e partner risponderanno in modo unito e deciso. Il mondo riterrà responsabile la Russia". Dello stesso tono le dichiarazioni della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e di Charles Michel, presidente del Consiglio degli Stati membri dell'Ue. Dopo la mossa di Putin, l'Europa ha deciso di rincarare la dose di sanzioni contro la Russia. L'Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune dell'Ue, Josep Borrell, e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, hanno annunciato un nuovo pacchetto di sanzioni che verrà presentato oggi durante il Consiglio europeo straordinario. "Punteremo a settori strategici dell'economia russa, bloccheremo il loro accesso a tecnologie e mercati chiave, indeboliremo la base economica della Russia e la sua capacità di modernizzazione - ha detto la von der Leyen -. Inoltre, congeleremo gli asset russi nell'Ue e fermeremo l'accesso delle banche russe al mercato finanziario europeo. Come con il primo pacchetto di sanzioni, siamo strettamente allineati con i partner e gli alleati. Queste sanzioni sono progettate per avere un pesante impatto sugli interessi del Cremlino e sulla sua capacità di finanziare la guerra". Londra si allinea all'Ue promettendo "sanzioni senza precedenti" per punire la Russia dopo "la spaventosa decisione" di attaccare l'Ucraina, riferisce The Guardian citando un sottosegretario del Foreign Office.  A questo punto Biden potrebbe bloccare le importazioni in Russia di smartphone e componenti chiave di aeromobili e automobili, ostacolando le sue industrie manifatturiere, dichiara il vice consigliere per la sicurezza nazionale, Jon Finer. Inoltre, potrebbe decidere di tagliare fuori dal sistema finanziario tutte le banche russe. L'Unione europea, invece, potrebbe intervenire ulteriormente rimuovendo la Russia da Swift, società con sede in Belgio che offre un servizio di messaggistica globale utilizzato da banche e istituzioni finanziarie per effettuare pagamenti a livello internazionale. In tal modo le istituzioni finanziarie russe si troverebbero in difficoltà nell'inviare denaro dentro o fuori dal paese, provocando uno shock improvviso per le società russe e i loro clienti stranieri, in particolare gli acquirenti di esportazioni di petrolio e gas denominate in dollari Usa. Secondo alcune stime fatte nel 2014, escludere la Russia da Swift, costerebbe alla Russia il 5% del pil.

Che impatto avranno le sanzioni sull'economia russa

Lo scopo principale delle sanzioni è quello di bloccare lo sviluppo economico della Russia e fare in modo che Mosca non finanzi questa guerra con capitali provenienti dall'estero. L'obiettivo è quello di indebolire il paese per costringerlo ad abbandonare i suoi piani di conquista. Si tratta di un processo molto lungo che però evita di fatto uno scontro militare di più ampia portata. La Russia, però, ha già iniziato a pagare a caro prezzo le sue decisioni sull'Ucraina. Il rublo si è portato sui minimi contro il dollaro mentre l'indice Moex della borsa di Mosca ha perso più del 20% da inizio anno, a cui si aggiunge il 30% della sola giornata di oggi. Vista la situazione, la Borsa di Mosca è stata sospesa per eccesso di ribasso. Senza considerare il crollo odierno, le azioni russe hanno registrato in una sola settimana una perdita di valore di oltre 25 miliardi di dollari. I ribassi in borsa non sono finiti: "Ci aspettiamo ulteriori ribassi a breve termine nel mercato azionario russo", hanno scritto gli analisti della banca d'affari JPMorgan Chase, declassando le azioni russe da "overweight" a "neutral", segnalando dunque un possibile peggioramento della performance nell'immediato futuro. Nella sola giornata di oggi la capitalizzazione di mercato del colosso energetico Gazprom si è ridotta di 3 miliardi di rubli. Sotto scacco anche altre società russe più esposte alle sanzioni dei paesi occidentali, come Sberbank e Lukoil. Sui mercati finanziari si registrano altri scossoni: un balzo del prezzo del gas del 30%, un aumento del prezzo del petrolio del 3%, un rialzo dell'oro di quasi il 2%, essendo considerato bene rifugio per eccellenza, ossia l'investimento più sicuro quando c'è molta incertezza. Guardando all'economia russa è difficile stimare l'impatto totale delle sanzioni, però possiamo dire che nel periodo 2014-2017 a causa delle sanzioni per l'annessione della Crimea, l'economia russa perse il 5,35% delle esportazioni, quasi 36 miliardi di dollari, e il 2,5% del pil.

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Le conseguenze economiche della guerra in Ucraina

Ecco come Putin ha costruito la "fortezza Russia"

Le sanzioni per il momento non sembrano spaventare la Russia, come mai? Putin negli anni ha costruito una vera e propria fortezza, ha ridotto considerevolmente la dipendenza economica di Mosca dall'Occidente, accumulando grandi quantità di riserve economiche nei suoi forzieri (oro e valute estere), per sfuggire a possibili sanzioni. Una "corazza di liquidità", dicono gli esperti, costruita di anno in anno grazie ad un piano ben studiato dopo le sanzioni per la Crimea. Putin da allora ha ridotto il l'indebitamento estero a 478 miliardi da 733 (rapporto debito/pil al 18%) e ha raddoppiato le riserve in oro e valute pregiate. Secondo Carlo Jean, docente di Studi strategici, la situazione che stiamo affrontando ora "è diversa rispetto al 2014 perché la Russia è meglio preparata dal punto di vista finanziario. In questi anni, approfittando dell’aumento delle materie prime, ha aumentato le sue riserve di dollari ad oltre 600 miliardi, mentre il suo fondo sovrano è salito da 80 a 200 miliardi di dollari”. Secondo l'Ispi, le riserve internazionali della Russia, in valuta estera e oro, sono a livelli record: 40% del suo pil (contro il 9% detenuto dalle banche dell’eurozona). E solo il 13% è in dollari, rispetto al 40% di cinque anni fa. Alla luce di questi ragionamenti possiamo dire che le sanzioni avranno un impatto sull'economia russa, ma Putin evidentemente pensa di "poter reggere" alle restrizioni, di potercela fare economicamente anche solo con le proprie forze. Del resto l'impatto delle sanzioni, risulterà visibile solo nel lungo termine, e  poi la Russia ha ancora tra le sue mani un'importante arma di ricatto contro l'Occidente: il gas. Da considerare poi che questa situazione non peserà economicamente solo sulla Russia, ma anche su tutte le nazioni che fanno scambi commerciali e affari con Mosca, vale a dire gran parte dei paesi europei. La Russia, infatti, è il quinto partner commerciale dell’Unione europea, il terzo dell’Italia, mentre i traffici con gli Stati Uniti sono molto più limitati. La guerra da vincere a cui i paesi europei sono chiamati a partecipare, Italia compresa, dunque, è solo quella sul piano economico... almeno per il momento.

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