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Venerdì, 29 Marzo 2024
L'intervista

Se il salario minimo a 10 euro non eliminerà lo sfruttamento al lavoro

Come cambierebbe la vita dei giovani con un salario minimo a 10 euro? Lo abbiamo chiesto in un'intervista a Raffaella Casciello e Serena Vitucci, portavoce di UP – Su la testa, organizzazione politica che si sta battendo per un salario minimo a 10 euro e un rafforzamento del reddito di cittadinanza

Riflettori puntati su Strasburgo in attesa di novità sul salario minimo. Stasera potrebbe arrivare l’ok alla direttiva Ue diretta a stabilire dei requisiti di base per garantire un reddito dignitoso per i lavoratori europei. Non si stabilirà una cifra minima oraria per tutti: verranno individuati dei criteri e dei parametri per definire qual è un salario equo. Riguarderà tutti i tipi di contratto, compresi stage e tirocini e l’Italia avrà due anni di tempo per recepirla. Nel frattempo il salario minimo legale sembra spaccare la maggioranza di governo, senza trovare pieno appoggio da parte dei sindacati, e il problema della carenza di lavoratori resta. Gli imprenditori fanno fatica a trovare personale, specie nel settore del turismo e della ristorazione, mentre le organizzazioni sindacali denunciano situazioni in cui il lavoro è irregolare, precario e sottopagato. Queste sarebbero le ragioni principali che spingerebbero i giovani a non accettare lavori stagionali, grazie anche al ‘paracadute’ del reddito di cittadinanza. Il salario minimo legale potrebbe contribuire a risolvere il problema. Si parla già di cifre: 9 – 10 euro l’ora, ma come cambierebbe la vita dei giovani con un salario minimo a 10 euro? Lo abbiamo chiesto a Raffaella Casciello e Serena Vitucci, portavoce di Up – Su la testa, organizzazione politica che si sta battendo per un salario minimo a 10 euro e un rafforzamento del reddito di cittadinanza. Gli attivisti di Up si stanno battendo anche per contratti di lavoro stabili perché “sono proprio il proliferare di forme contrattuali, la giungla dei tirocini, il lavoro nero, le numerosissime zone grigie, i luoghi in cui si annida lo sfruttamento”.

Salario minimo: non prendeteci in giro

Siete i promotori della campagna ‘Sotto dieci è sfruttamento’ per il salario minimo e il reddito di cittadinanza. Secondo voi le due cose devono andare di passo, perché?

“Salario minimo e reddito di cittadinanza sono, per noi di UP - Su la testa, gli strumenti fondamentali per restituire dignità a chi vive nel nostro Paese. Il reddito di cittadinanza permette alle persone di avere un sostegno contro la povertà e di poter rifiutare lavori con paghe da fame, il salario minimo di non essere sfruttati quando si lavora e di non essere poveri pur lavorando. Quante persone conosce ognuno di noi che lavorano e vengono retribuite con paghe da fame? Il reddito serve a questo: sottrarsi al ricatto dello sfruttamento. Il salario minimo permette a tante di uscire dall’umiliazione di lavorare anche tantissime ore al giorno senza poter vivere una vita dignitosa”.

Sotto 10 è sfruttamento-2

Voi dichiarate: “Vogliamo essere libere e liberi di rifiutare i lavori sottopagati. Vogliamo che il nostro lavoro e la nostra fatica vengano riconosciute e retribuite”. Il mercato del lavoro in Italia offre davvero così poche opportunità?

“Dire che il mercato del lavoro nel nostro Paese offre poche opportunità significa dire un pezzo di verità ma purtroppo non è tutto. L’altro pezzo di verità è infatti che la maggioranza delle opportunità di lavoro, soprattutto nel Mezzogiorno, che vengono offerte alle donne, ai giovani, alle lavoratrici e ai lavoratori dei beni culturali, sono lavori sottopagati e sfruttati. Non è un caso che da questo Paese se ne vadano ogni anno tantissimi giovani. Non è un caso che in età ormai adulta si viva in case condivise. La classe imprenditoriale italiana è abituata a inscenare un piagnisteo indecoroso: chissà come se la passerebbero a vivere nella condizione in cui vive la maggioranza delle persone. L’Italia è tra i pochissimi paesi in Europa in cui i salari medi nel 2019 sono inferiori a quelli del 2007. Sempre in Italia più di 5 milioni di lavoratori e lavoratrici guadagnano meno di 10.000 euro annui, quindi pur lavorando si trovano sotto la soglia di povertà”.

Perché in Italia gli stipendi non aumentano

Come cambierebbe la vita dei giovani con un salario minimo a 10 euro?

“Il salario minimo a 10 euro lordi l’ora potrebbe permettere a milioni di giovani di migliorare drasticamente le proprie condizioni di vita materiali, rendendosi indipendenti dalla famiglia di origine, smettendo di dover fare diversi lavori o di lavorare moltissime ore alla settimana per poter arrivare alla fine del mese. In sostanza garantirebbe a molti e molte di vivere finalmente una vita dignitosa e libera dalla povertà, senza preoccupazione continue. Il lavoro, come ci ricordano ogni giorno le interviste disperate dei vari personaggi per esempio del mondo della ristorazione in cerca di personale da sottopagare, c’è, il problema è che non siamo più disposti a farlo senza ricevere il giusto compenso e con orari oltre il limite dello sfruttamento”.

Salario minimo 10 euro-2

E’ vero che non si trovano camerieri, baristi e stagionali per colpa del reddito di cittadinanza?

“Decisamente falso. La narrazione dominante vorrebbe appunto individuare nel reddito di cittadinanza un ostacolo per i datori di lavoro, soprattutto quelli del settore turistico e della ristorazione, nella ricerca di personale ma la realtà non è decisamente questa. I sindacati di categoria del settore turistico denunciano una situazione in cui il 70% del lavoro è irregolare, il 40% precario e il 60% a tempo parziale. Il reddito di cittadinanza è uno strumento che permette ai lavoratori di non doversi svendere per salari da fame e lavori in cui lo sfruttamento è la cifra dominante, dando la possibilità di rifiutare lavori sottopagati. Questo attacco al reddito di cittadinanza che ogni giorno si consuma sui giornali, con ristoratori e gestori di attività che inneggiano alla pigrizia delle giovani generazioni, non fa che rassicurarci sulla bontà della proposta: lo strumento del reddito va ampliato e rafforzato per liberarci dallo sfruttamento e costringere questi settori cruciali ad alzare i salari”.

 Perché in Italia non si riesce a sconfiggere la piaga dello sfruttamento?

“Il ‘900 è stato un secolo di grosse conquiste sindacali. Generazioni di lavoratrici e di lavoratori hanno combattuto per vedersi riconosciuti diritti che ora progressivamente vengono smantellati da governi succubi delle richieste del mondo imprenditoriale. In questi giorni l’Istat ha comunicato che è stato raggiunto un nuovo record di contratti precari: 3 milioni 166 mila dipendenti lavorano con contratti a termine, mai così tanti dal 1997. Ed sono proprio il proliferare di forme contrattuali, la giungla dei tirocini, il lavoro nero, le numerosissime zone grigie, i luoghi in cui si annida lo sfruttamento”.

Raffaella Casciello-2

Serena Vitucci-2

Salario minimo e reddito di cittadinanza per sconfiggere il lavoro povero

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