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Venerdì, 29 Marzo 2024
ECONOMIA

Salario minimo anche in Italia, il ministro dice sì

Giuliano Poletti, ministro del Lavoro, si dice fiducioso: con l'ok alla legge delega, il salario minimo entrerebbe in vigore tra maggio e giugno dell'anno prossimo

ROMA - Il "sogno" è sfumato presto in Svizzera, dove recentemente è passato il "no" al referendum sull'introduzione del salario minimo da quattromila franchi al mese (ben 3720 euro) ed è diventato legge in Germania: i tedeschi che ne hanno diritto avranno 8,50 euro all'ora dal 2015.

E in Italia? Il via libera al salario minimo dall'anno prossimo è un'ipotesi ragionevole, almeno secondo il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, intervistato da Affaritaliani.it, secondo cui entro il 2015 è plausibile pensare che tutto ciò che è previsto nella legge delega possa diventare realtà.

Nelle stesso ore in cui il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia è stato autore di una rumorosa retromarcia, con l'annullamento dello sblocco di quattromila pensionamenti nella scuola, Poletti ha dunque rilanciato un nuovo investimento per le casse dello Stato, malgrado le critiche sulle spese di Carlo Cottarelli. L'introduzione del salario minimo, ha garantito Poletti, "è possibile". Anche perché "noi l'abbiamo previsto come possibilità nella legge delega. Naturalmente, nella stessa legge, abbiamo messo delle procedure e delle modalità necessarie, perché è un tema molto delicato che deve essere inserito nel quadro della contrattazione del nostro Paese, che è una contrattazione molto diffusa e dove le parti sociali hanno una responsabilità importante".

Il ministro non ha voluto sbilanciarsi sulla cifra in questione, dato che "in Europa ci sono moltissime fattispecie diverse. Ognuno lo ha usato secondo una sua logica e quindi fare delle previsioni non ha nessun senso". Per quanto concerne i tempi, Poletti ha sottolineato come sia possibile  concretizzare il salario minimo tra maggio e giugno 2015.

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