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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Sciopero agenzie fiscali, la “macchina” si ferma due ore: ''Così la lotta all'evasione è un'utopia''

I sindacati  Fp Cgil, Cisl Fp, Uilpa, Confsal Unsa e Flp hanno indetto uno sciopero di due ore, dalle 10 alle 12 di giovedì 23 gennaio, che coinvolgerà l'Agenzia delle Entrate e delle Dogane e dei Monopoli

Per la giornata di giovedì 23 gennaio 2020 é previsto lo sciopero dell'Agenzia delle Entrate e delle Dogane e dei Monopoli. La protesta avrà la durata di due ore, dalle 10 alle 12, con le assemblee che paralizzeranno la macchina fiscale in occasione del Fisco-day e, il 6 febbraio, manifestazione nazionale a Roma dei lavoratori delle agenzie Fiscali davanti al Mef, insieme ad altre nelle maggiori città. È il crono programma della protesta messa in campo da Fp Cgil, Cisl Fp, Uilpa, Confsal Unsa e Flp "a difesa di un fisco giusto, del loro diritto a fornire servizi adeguati ai cittadini" perché con le attuali carenze ipotizzare un recupero pari a 3 miliardi dalla lotta all'evasione "è un'utopia". I lavoratori delle agenzie, già in stato di agitazione, "stanno operando - fanno sapere i sindacati - con una carenza di personale che non permette ormai nemmeno più di coprire i servizi essenziali, figuriamoci fare la lotta all'evasione fiscale. Inoltre, non percepiscono da oltre due anni il salario di produttività, nonostante tutti gli obiettivi fissati dalle convenzioni con il ministero dell'Economia siano stati puntualmente raggiunti".

Sciopero agenzie fiscali 23 gennaio 2020: i motivi della protesta

A tutto questo, incalzano in una nota, "si aggiunge il taglio continuo dei fondi per i lavoratori, un'organizzazione obsoleta e la paralisi dovuta all'assenza di un interlocutore, in quanto la politica non è stata capace di nominare né i direttori dell'Agenzia, nomine di competenza governativa, né i comitati di gestione, la cui nomina spetta invece al solo Ministro dell'Economia". Sinora, proseguono i sindacati, "abbiamo atteso con molto senso di responsabilità perché il governo aveva promesso soluzioni ai problemi da noi posti con il decreto fiscale e la successiva legge di Bilancio" ma dopo la cancellazione dell'incontro del 10 dicembre con il viceministro Antonio Misiani, "il Governo è sparito dai nostri radar e le promesse fatte sono state disattese completamente", attaccano i sindacati.

"La stessa questione della dirigenza e delle figure di coordinamento intermedie sembra ormai un drammatico gioco dell'oca: sono state istituite per legge posizioni professionali che rischiano di essere bocciate dalla Corte Costituzionale, che dovrà pronunciarsi sulla loro legittimità il prossimo 25 febbraio. Qualora ciò dovesse accadere, le agenzie sarebbero riportate alla 'casella di partenza', senza direttore generale, senza comitato di gestione e senza dirigenti", affermano i sindacati.

Nel frattempo, però, aggiungono, "continuiamo ad assistere alle passerelle televisive dei nostri governanti che assicurano che nel 2020 dalla lotta all'evasione fiscale arriverà un tesoretto di oltre 3 miliardi. Nella situazione attuale questa è un'utopia e i lavoratori del fisco non vogliono rendersi complici di un buco nel bilancio dello Stato che è attribuibile esclusivamente a coloro che non si stanno occupando di investire nella macchina fiscale e nei suoi lavoratori", sottolineano.

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