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Venerdì, 19 Aprile 2024
Il blitz

Sequestro di 20 milioni a carico di Dhl: accusata di una maxi frode per sfruttare i lavoratori

L'indagine della Procura ha portato ad almeno 2 persone indagate oltre alla società. Secondo le accuse, la multinazionale avrebbe usato "fittizi contratti d'appalto per prestazioni di servizi"

Avrebbe utilizzato dei finti contratti di appalto per ottenere quelli che, in teoria, sarebbero dovuti essere dei precisi servizi ottenuti tramite i servizi di aziende esterne, ma in verità era solo una copertura perché l’unica cosa ad essere esternalizzata era la manodopera. Le ditte appaltanti facevano parte di un finto consorzio il cui unico scopo era quello di ottenere servizi che sarebbero dovuti restare dentro la ditta madre e invece avvenivano tramite il consorzio così da driblare contributi ai lavoratori, e la manodopera interna, con tutti gli oneri connessi”: carico fiscale e Iva soprattutto. Per questo la Guardia di finanza di Milano ha sequestrato 20 milioni di euro alla Dhl, multinazionale di trasporti e logistica.

Una complessa frode fiscale che ha portato ad almeno 2 persone indagate oltre alla società: Antonio Lombardo, attuale presidente del Cda e consigliere delegato di Dhl Supply Chain (Italy) e dell'ex numero uno Fedele De Vita. Devono rispondere di "gravi condotte che agevolano lo sfruttamento dei lavoratori e che determinano pratiche di concorrenza sleale", oltre che di violazioni tributarie per la dichiarazione fraudolenta o l'emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti. Emerge questo nel decreto di sequestro d'urgenza emesso dai sostituti procuratori di Milano Paolo Storari e Giovanna Cavalleri, convinti che la cooperative, di fatto, fungessero “da meri serbatoi di manodopera".

Dhl, secondo l'accusa, avrebbe usato "fittizi contratti d'appalto per prestazioni di servizi" che in realtà "dissimulano l'unico, reale oggetto del negozio posto in essere tra le parti, ossia la mera somministrazione di personale effettuata in violazione delle norme che ne regolamentano la disciplina". Dunque manodopera che non sarebbe dovuta esistere per Dhl o che comunque non avrebbe dovuto lavorare per la multinazionale a certe condizioni. Secondo la Procura di Milano, così Dhl avrebbe massimizzato i guadagni senza pagare imposte, dirette e indirette, sull’utilizzo di quei lavoratori. Un metodo che avrebbe arricchito la grande azienda in modo illecito e che l’avrebbe così messa anche in una posizione di superiorità rispetto ai concorrenti.

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