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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia Italia

Pensioni, lavoro e investimenti pubblici: sindacati (uniti) in piazza contro il Governo

Cgil, Cisl e Uil tornano in piazza insieme dopo 6 anni di fratture e incomprensioni. Ospite inatteso anche Confindustria Romagna in rotta con il governo dopo lo stop alle trivelle nell'Adriatico

Il crollo della produzione industriale del 5,5% nel 2018 arriva alla vigilia della manifestazione di Cgil, Cisl e Uil e da fuoco al malessere dei sindacati nei confronti di una manovra che, senza una vera politica di investimenti pubblici non riuscirà a tirare fuori l'Italia dalla recessione che sembra allungarsi sul Paese. "Basta con il falso ottimismo, la situazione va male" , dicono pressochè ad una voce sola affidando alla piazza di domani quella "scossa" che servirebbe al governo "per tornare con i piedi a terra".

E non sembra una fuga in avanti quella del neo leader Cgil Maurizio Landini che ammonisce: "Se Conte continua a non ascoltarci non ci fermeremo. Il premier sa che noi vogliamo aprire un confronto e una trattativa con cui tracciare la strada degli interventi nei prossimi anni".

I toni della Cisl infatti non sembrano più morbidi: "le cose stanno andando male nonostante l'ottimismo immotivato anche del Presidente del Consiglio. Ma non è così. Bisogna svegliarsi e dare una scossa al governo" scandisce il segretario generale Annamaria Furlan.

E i numeri, almeno sulla carta, prevedono una piazza affollata: 1300 pullman, 12 treni e 2 traghetti uno da Olbia e l'altro da Cagliari e più di 1.000 manifestanti in arrivo dalla Sicilia e Sardegna con voli low cost per raggiungere piazza della Repubblica e sfilare per le strade di Roma fino a piazza San Giovanni.

Un corteo lungo e colorato che torna insieme dopo 6 anni di fratture e incomprensioni, quello che si accinge a marciare al grido di "futuro al lavoro", con un ospite inatteso: Confindustria Romagna che parteciperà convinta alla kermesse condividendone gli obiettivi. "Serve un segnale di compattezza. Quando decisioni del governo mettono a rischio la crescita del Paese aziende e lavoratori devono fare fronte comune", spiega, conversando con l'Adnkronos, il presidente Paolo Maggioli spinto alla piazza dopo lo stop del governo sulle 'trivelle' e il "subbuglio" in cui è precipitato il suo territorio, aziende e lavoratori insieme. Attesa una folta delegazione, 'benedetta' dal leader di viale dell'Astronomia. "Boccia è al nostro fianco e ci sostiene a pieno perchè dobbiamo riportare il tema della crescita al centro dell'agenda del paese", spiega ancora Maggioli che ribadisce: "non c'è nessun interesse contrapposto perchè senza crescita tutto quello che si sta immaginando per gli anni a venire per le nuove generazioni è pura illusione. Non si tratta perciò di fare gli interessi di Confindustria ma del Paese".

Sindacati in piazza, le richiesta al governo

Al governo perciò i sindacati rinnovano la richiesta, oltre che di un confronto sui dossier più delicati, pensioni e lavoro, anche di una politica di investimenti pubblici totalmente assente, denunciano, dal panorama economico: "il nostro Paese ha bisogno di una manovra che suoni la tastiera della crescita e invece ci siamo trovati davanti al taglio dei fondi per gli investimenti, al blocco delle grandi opere infrastrutturali. E tutto questo ha già fatto un danno incredibile perchè si tratta di risorse già stanziate che possono dare sbocco a 400 mila posti di lavoro", incalza ancora Furlan.

Anche il leader Uil, Carmelo Barbagallo, più pacato nei toni torna a chiedere "che l'esecutivo ascolti le ragioni del mondo del lavoro: quota 100 e reddito di cittadinanza vanno bene ma non bastano. Molti lavoratori avrebbero diritto di andare in pensione e non potranno andarci comunque; molti giovani chiedono lavoro, che ancora non c'è e che bisogna creare", conclude scommettendo anche lui su una Piazza S. Giovanni "gremita".

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